A volte si ha solo bisogno di guardarsi dentro attraverso gli occhi degli altri.
Potersi sentire piccoli, poter ridimensionare il proprio essere, grazie ai sacrifici altrui.
È concentrato nell’uomo, negli uomini, nella loro anima, nei loro occhi lucenti.
Oggi era nei loro passi affaticati, nell’andamento lento, nella fronte imperlata di sudore, nelle lacrime che hanno solcato il loro volto al rientro in chiesa.
Era nel loro spirito di squadra, nell’aiutarsi l’uno con l’altro affinché il peso – del “Mistero”, della statua, della vita – fosse bilanciato equamente su tutti.
Era nei loro abbracci finali, nel sospiro di sollievo del papillon sfilato, nella giacca posata mentre si ringraziava il Signore con un segno di croce per esserci riusciti. Ancora una volta.
Cos’è la vita se non un percorso di nascita, morte e riconciliazione con Dio?