I primi dati dell’anno sul lavoro nella nostra Regione indicano una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato a fronte di un aumento generale delle assunzioni. Il quadro di maggiore precarietà verso cui sta scivolando il mercato del lavoro pugliese emerge dagli ultimi dati dell’Inps elaborati dalla Cgil: a gennaio scorso si è registrata una contrazione delle assunzioni a tempo indeterminato del 4,7%, passando dalle 6.854 unità del 2016 alle 6.534 del 2017. D’altro canto, si segnala un incremento dei contratti a tempo determinato, che sono aumentati del 15,5% passando da 14.219 a 16.437 unità. Complessivamente, le assunzioni hanno registrato un balzo del 9,5%.
Secondo quanto riferito dal segretario generale della Cgil Puglia Giuseppe Gesmundo al Corriere del Mezzogiorno, questa «è la testimonianza che il Jobs Act ha fallito. I contratti sono sempre più precari e quando si è interrotto il sistema degli sgravi fiscali il tempo indeterminato è tornato ad essere un miraggio. Soprattutto per le nuove generazioni. La stabilizzazione non c’è più».
Inoltre, nelle due mensilità gennaio-febbraio 2017 si segnala un calo del 6,6% nell’acquisto dei voucher, passati dagli 817.514 dell’anno scorso a 763.297. «Evidentemente– puntualizza il segretario generale – l’utilizzo diminuisce perché è entrato in azione il sistema di tracciabilità dei tagliandi. Ma alla fine la riduzione dei voucher non combacia con l’aumento della stabilizzazione. È il proliferare dei contratti atipici la piaga dei nostri giorni e chiediamo che si intervenga al più presto per arginare il fenomeno».
Il dato congiunturale elaborato dalla Cgil aggiunge un ulteriore tassello al percorso contradditorio tracciato dall’economia pugliese, visto che a fronte di un incremento del Pil regionale dell’1,2% nel 2015 (superiore al +1,1% fatto registrare dal Mezzogiorno e al +0,7% del Paese intero), fra il 2008 e il 2015 si è verificata una flessione complessiva di 107 mila occupati (dati ricavati dal rapporto Ipres 2016).