Immaginate di entrare nel Torrione Angioino e osservarlo come era secoli fa, quando, insieme alle altre 28 torri, difendeva l’antica città, quando i soldati vi stazionavano e controllavano le vie d’accesso alla città. Il tutto tramite ricostruzioni virtuali visibili con quei visori che oggi usano per i videogiocatori. Quei visori che permettono di entrare nell’ambiente virtuale e osservarlo, viverlo in prima persona. Immaginate di applicare quella tecnologia al nostro patrimonio storico e usarla per far scoprire le nostre bellezze anche ad un pubblico diverso da quello che solitamente frequenta musei e monumenti.
Ebbene, tutto questo esiste già in molte realtà. Basti pensare alla Domus Aurea a Roma. L’antica residenza di Nerone fu distrutta nel 104 D.C e, su quel che ne restò, si costruirono le Terme di Traiano. Fu cancellata e destinata all’oblio. I visitatori possono, da febbraio, viaggiare virtualmente nel tempo all’interno della “casa d’oro” dell’imperatore romano, vedendo con i propri occhi quell’immensa villa descritta da Tacito, Svetonio, Marziale, Plinio il Vecchio.
Di tutto ciò si è parlato nei giorni scorsi a Roma in una serie di incontri su tecnologia, realtà virtuale e sui vari campi in cui quest’ultima potrebbe essere utilizzata, dall’intrattenimento alla promozione culturale, dall’apprendimento (grazie all’interazione permessa dal virtuale) alla cura di persone affette da particolari patologie (si pensi ai bambini affetti da autismo o agli anziani malati di Alzheimer che, secondo recenti studi scientifici, potrebbero trarre grandi benefici da terapie che prevedano l’interazione con ambienti virtuali).
Nel campo della valorizzazione e della promozione del patrimonio storico-artistico e del turismo, negli ultimi anni, le nuove tecnologie hanno ampiamente dimostrato di poter dare un grosso contributo. Dalle visite virtuali nei musei allo scopo di favorire quelle reali, fino a casi in cui a moltiplicare i visitatori siano state nuove forme d’arte, nuove forme di narrazione, nuovi media. Come ad esempio il videogame, spesso sottovalutato e additato come capro espiatorio per fatti negativi. Si pensi al caso della splendida cittadina toscana di Monteriggioni, in provincia di Siena, che ha visto i turisti aumentare dopo che i francesi della Ubisoft l’hanno inserita tra le ambientazioni di Assassin’s Creed 2. Tanto che le istituzioni locali, intuendo le opportunità, hanno avviato importanti collaborazioni con l’azienda videoludica, istituendo itinerari turistici ed eventi che hanno promosso le bellezze dell’antico borgo medievale e attratto sempre più turisti italiani e stranieri.
«Più che di “realtà virtuale” parlerei di “realtà aiutata”» fu il commento di uno degli ospiti dell’evento romano, Paco Lanciano, il fisico e divulgatore scientifico noto al pubblico televisivo per le collaborazioni con Piero Angela. Già perché protagonista del tutto deve essere il reale, mentre il virtuale deve solo aiutare il visitatore nella scoperta della realtà.
«Non si faccia l’errore di trasformare i musei in parchi giochi» ammonì, infatti, l’uomo di scienza.
Sarebbe, dunque, auspicabile che anche gli operatori della cultura e del turismo nostrani si interessino alle nuove opportunità che queste nuove tecnologie permettono. In tempi in cui il turismo riveste un ruolo sempre più importante nell’economia di un territorio l’attenzione verso questi strumenti potrebbe essere un modo per non restare indietro e attrarre importanti risorse.
Certo, il progetto che dopodomani sarà presentato alla città, che vede una ricostruzione virtuale della presenza dei dinosauri nella Lama Balice può essere un buon inizio. Ma, appunto, solo l’inizio dci un lungo pdercorso affascinante che possa davvero valorizzare appieno le nostre meraviglie.