Nella puntata di martedì, 14 marzo 2017, di “Otto e mezzo”, condotta da lilliy gruber sulla “7”, erano ospiti il deputato alfredo d’attorre (ex “pd”), l’ex deputato beppe vacca (ex “pci”, ora, renzianissimo “pd”), il Giornalista Pietrangelo Buttafuoco. Prima di occuparMI del professore, del filosofo (che vanta la traduzione dei suoi libri, addirittura, all’estero), del presidente, forse, emerito, data la folta sua chioma bianca, del “Centro Studi Antonio Gramsci”, dell’ex togliattiano, quindi, gramsciano, a suo sbagliato dire, dell’ex pciniano, del coordinatore, s’oda, s’oda, s’oda, nel lazio dei “comitati per il “sì” a renzi (un “intellettuale “d’antan”, arricchito degli onori e degli oneri, di cui sopra, che si mette a disposizione ”toto corde” di un bullo, è inaudito!), beppe vacca, due paroline brevi sull’ex “pd” alfredo d’attorre. Costui ha una compagna (“vae” ad azzardarsi a connotare due “radical chic”, non importa se etero, se bisex, se omosex, che, carnalmente, si congiungono, come fidanzati, ché essi sono, saranno, ognora, ”compagni”, dal Lat. “cum patior”, cioè, soffriranno insieme, si tollereranno, resisteranno ai più negativi accadimenti, finché la morte non libererà da essi il pianeta “Terra”, salvo a, vicendevolmente, scatarrarsi al primo starnuto di giove pluvio), nominata sara manfuso.
Ebbene, codesti due, che affollano la “sinistra da salotto”, sono una coppia da/a “letto”, non nel “cabaret” della politica in quanto la bella sara, nel referendum sulla riforma della Costituzione Italiana, così a torto dai media presentato al popolicchio, in realtà, perché esso si pronunciasse con un “sì” o con un “no” nei riguardi del putto gigliato, si è “spesa” (verbo caro ai “radical chic”) con anima, mente, “flatus vocis” per il triennale “uomo solo al comando”, mentre l’alfredo, fortissimamente, contro.
A dire il vero, la coppia d’attorre – manfuso non è l’unica ad essere, politicamente, diciamo, separata in casa, ché c’è quella formata dal pdino francesco boccia e dalla berlusconiana, poi, alfaniana, in seguito, berlusconiana di ritorno, nunzia de girolamo. Negli imperdibili (ché l’ipocrisia fu un vestito che calzò a pennello le carni dei pargoli della borghesia piccola, media, alta) anni sessantottini i “figli dei papy di alta borghesia”, lasciata la “mercedes” con l’autista al parcheggio, raggiungevano il “corteo rivoluzionario”, composto di altrettali “figli dei papy di media borghesia, di piccola borghesia” a loro, sottoculturalmente, somiglianti per mezzo del “copia e incolla” e, tra le innumeri fregnacce che elevavano al potere, invocavano l’ ”amore libero” che, al netto di tutto, significava, significa, significherà sesso libero, in quanto, quale che fosse, sia, sarà la quantità di veleno borghese in un “animal”, la sua sensibilità non era, non è, non sarà, giammai, Attitudine a Sentire, vivacemente, le Emozioni, gli Affetti, i Sentimenti di Amore. L’amore per il borghese è, esclusivamente, sesso!
Un classico personaggio da bordello “amava” (mai, le virgolette furono, così icasticamente, acconce, come nel caso, che sto esemplificando) ripetere ai conoscenti: “Va’, fatt l’amor, volto pagina e penso ad altro”. Se è vera la Frase che Sartre, spesso, Ripeteva: ”Gli uomini non sono spiriti, ma corpi in preda al bisogno”, è, pure, vero che, non di rado, non solo di un “corper” si ha bisogno, sebbene di un ”Leib”, cioè, di un Corpo Segnato da una Storia, da Valori, da cui, purtroppo, non tutti gli uomini sono stimmatizzati.
Ritorno a Sartre. Il ventiquattrenne Jean Paul Conosce Simone de Beauvoir alla Sorbona: Egli basso, non curato nel “look”, leopardianamente, inimico dell’acqua, “tamen”, dalla Parola Affascinante. Ella, Bella Fanciulla altoborghese, di candida pelle, ”statim”, Conquistata dal “Magnetismo dell’Intellettuale”. Per tutta la loro Vita Vivranno l’Infedeltà reciproca, come un Dovere, quasi, una ineludibile provocazione nei confronti “delle menzogne, i sotterfugi, le ipocrisie del matrimonio borghese”. Nondimeno, nessun balengo di “sani, retti dogmi” borghesi, matrimoniante o matrimoniato, sarebbe stato, sarebbe, sarà tanto dall’Amore Ispirato, come fu Jean Paul per Simone, da ScriverLe un giorno:” La mia vita non appartiene a me solo. Voi siete sempre me, l’essere stesso del mio essere, il cuore del mio cuore”. E Simone, quando Sartre Muore, Rimarrà per una notte intera distesa sul letto con le Spoglie del Filosofo e Gli Bacerà le Labbra, prima che la bara venga chiusa.
Pirandello nella Novella “Una Voce” ci Mette a parte che Si Può Amare una Voce dalle Celestiali Sonorità Emesse da un Corpo che un Giovane Cieco (Lascio ai “sinistri” parolai “politicamente corretti” la connotazione di “ipovedente”) non può Vedere. I sessantottini” “doc” richiesero la libertà di sdoganare la sessualità, come soddisfacimento necessario di un bisogno primario,”sed” non si liberarono della loro formazione borghese (deborghesizzazione, diciamo, che doveva essere contestuale alla messa tra parentesi della repressione sessuale), sì che, appena, dissolto il fumoso velleitarismo pseudorivoluzionario, ritornarono alla “casa del padre”, in cui era stata forgiata la loro borghese personalità. I postsessantottini alfredo e sara, pur, borghesemente, “simil cum simili” giocano al rispetto, alla mutua tolleranza delle, apparentemente, diverse loro posizioni politiche.
Tolleranza ? Rispetto? “Cum grano salis”, ci Ammonisce Marcuse che, a tal proposto, Scrisse il Libello “La Critica della tolleranza”, Criticismo,”more” kant, al quale, tra l’altro, non piaceva la parola tolleranza. Come potrebbe tollerare, se non per borghese indifferenza nei riguardi della sua compagna, l’alfredo, con una Laurea in Filosofia alla “Normale” di Pisa, con un Dottorato al “Sant’Anna, che una modella di 10 anni più giovane di lui (quante Esperienze Esistenziali, Intellettuali ci Possono Fare Crescere; quanti Libri Si Possono Leggere; in quante Risolutive Riflessioni Possiamo Sostare in 10 anni!), laureata all’università di cassino in storia e analisi delle idee filosofiche (e cche vo’ di’?) gli rinfacci di appartenere al passato, mentre renzi, secondo la cassiniana aspirante a un cadreghino parlamentare (ricambio di podici su quegli scranni, non di cervelli), e le sue riforme sono il futuro? Il futuro che ripropone le ignominie del passato, forse! Non odora di fascismo l’antisindacalismo di renzi ? E la buona scuola gianniniana, colonnella di renzi, non riversa nelle mene e mani dei presidi, oggi dirigenti scolastici, il destino degli insegnanti che, per qualche dollaro in più, a insindacabile giudizio dei loro ducetti, non possono non leccare loro il “culo”? Non ritorna ad essere precario, senza possibilità di progetti gettati nel futuro, il Lavoro con l’abolizione dell’Art. 18 dello “Statuto dei Lavoratori”, dal “job act” sostituito? L’alfredo e la sara stanno nel medesimo luogo (magari ottimo, come alcova) ognuno nella sua solitudine, lontana dall’altro/a, ma non si amano; certamente, faranno sesso, soddisferanno i loro individuali bisogni, ma Amare è Pensare Insieme, mentre loro sono, semplicemente, giustapposti; Capire Insieme dall’Indagare il Mondo, la Società in cui si ha la ventura di nascere e, dopo aver Pensato, Capito, Indagato, Lottare Insieme per il Benessere, la Felicità di Tutti.
La coppia non borghese non è, come la maggior parte delle coppie, borghesemente, assemblate, la somma di due monadi, ma una Comunità Educante. Il Mondo si Cambia nei Cenacoli, che possono essere Allocati in un appartamento, in un’aula scolastica, sulla riva del fiume Ilisso nel Pireo, dove Socrate e Fedro, all’ombra di un platano, Commentano un’ Orazione di Lisia sull’Amore. Prima di AccomiatarSi dal Giovane Fedro, Socrate Rivolge una Preghiera al Dio Pan e agli Altri Dèi Agresti di RenderLo Bello Dentro, Associando alla Preghiera, anche, Fedro ”perché i beni degli amici sono comuni”. Non ci Sono Altri Beni più Preziosi, che una Comunità di Amici hanno Assoluto Dovere di SpartirSi, Altro Cibo, di cui in Comunione Nutrirsi (“… Gesù prese il pane e, dopo aver detto la benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli: ‘Prendete e mangiate, questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi….’ “), se non i Beni, il Cibo (“quel cibo che solum è mio”, Scriveva Machiavelli a Francesco Vettori) dell’Intelletto, della Razionalità, dello Spirito, insomma, il Cibo della Cultura, del Sapere, della Conoscenza. Chi, oggettivamnente, più Sa, più Ha, più E’ e in una Comunità ha il Dovere di Ministrare a chi meno sa, meno ha, meno è Ciò per Cui Egli E’, ché gli altri componenti di Essa siano Ciò che Egli E’. Così Si Rinnova il Mondo, dall’, infinitamente, Piccolo all’, infinitamente, Grande; come da un sassolino gettato in mare si formano cerchi concentrici che, sempre più, si dilatano, fino ad oltrepassare qualsiasi orizzonte, identificandosi con l’ Irraggiungibile.
L’Albeggiare del Mondano Rinnovamento non può RealizzarSi se non con la “Paideia”, vicendevole, dell’Educando che Educa l’Educatore, nel senso che Lo Ispira, Lo Sollecita ad Approfondire ciò che Egli ha intuito, ha ascoltato, ha raccolto, scorrendo i pochi anni della sua esistenza, Finalizzandolo, organicamente, alla sua Solidale, con ogni Prossimità, Umana Maturazione, come Platone, Poeticamente, Racconta essere Avvenuto nell’Incontro tra Socrate e Fedro. Non con le annuali piazzate, ammucchiate, dal logorroico don ciotti organizzate da 25 anni che, puntualmente, si risolvono con le sue stucchevoli geremiadi sugli ammazzamenti, come prima, anzi, peggio di prima, da parte dei criminali di tutte le mafie. Ovviamente, alle inutili ciottinate non può mancare il distrarre i giovani dall’Impegno Scolastico, che loro compete, dall’allontanarli di molto dalla loro nativa “location”, costringendoli (mai costrizione fu tanto gradita ai fantoli, ingannevolmente, occupati nel sociale da settembre a giugno, cioè prima del necessario abbronzamento al mare delle loro chiappe chiare) a marinare per giorni le aule scolastiche, dal ’68 del secolo scorso sino ai nostri giorni, non da essi abitate, un giorno sì e l’altro seguente, pure.
La Storia ci ammonisce, don ciotti fa finta di non esserne a conoscenza, che i giovani nelle piazze o le piazze riempite da essi e dai loro irresponsabili padri hanno omaggiato pazzi delinquenti, trubunanti dai balconi, dalle finestre, che li hanno mandati a maciullarsi sui campi di battaglia o hanno preteso da pilato la morte del Nazareno e la salvezza del ”malamente” barabba. Attraverso l’Arte, con cui i giovani nella Scuola devono, direttamente, Confrontarsi; attraverso la Parola dei Poeti, degli Scienziati, dei Filosofi, che non va nella Scuola dai docenti interpretata, mediata, sebbene da essi solo “imbandita” alla eventuale, Curiosa Intelligenza dei loro discepoli, si Può Sperare di Riportare Ordine nel Mondo. Nell’”Incipit” di questo Scritto M’Ero Ripromesso di Parlare, diffusamente, di beppe vacca, del suo attuale tracimante renzismo, dopo essere stato nel passato tanto altro, di cui, pur, ho, precedentemente, fatto cenno e, recentemente, prima di renzi, “aficionado” di cuperlo non tanto lontano dal rignanese, politicamente, se questo avverbio è ai personaggi in questione appropriabile. Poi, le mie argomentazioni hanno avuto per oggetto il d’attorre e la sara manfuso e, poiché, l’indigeribile renzismo della puella è, attualmente, il medesimo di vacca, MI Ritengo liberato dall’onere di parlare del filosofo. E sì, il filosofo, oltre il quale, al di là del quale altri o altro non c’è. E’, pure, vero che, se teniamo conto del declino culturale dell’italietta, non ci resta che rassegnarci a contentarci di ciò che passa il convento. E il convento passa beppe vacca, oltre a un ragazzino, considerato filosofo, invitato, frequentemente, dai/nei “talk”, ove, tuttologicamente, disquisisce dalla pasta col pomodoro ai celesti ”buchi neri”. Si noma egli diego fusaro (c’è Qualcuno dei miei 25 lettori che MI possa rassicurare che costui non sia originario di bitonto ? Ché un’alea siffatta sarebbe la classica ciliegina negativa su una torta non commestibile) non, nascostamente, saccente, nonostante all’interno di una sua narcisistica eleganza di linguaggio si palesino contenuti filosofici, sociologici economici che non MI fanno impazzire, non MI avvincono, specie, quando sfoggia citazioni dalle conosciutissime Opere di Marx. Per Ritornare, infine, a beppe vacca: Filosofo è Chi nel suo Discorrere “hic, nunc et semper” mostra l’Umiltà del Dubbio, di cui non S’Orna la comunicazione del professore barese, per diverse legislature prestato al “pci”, defunto, anche, perché, cambiato il vento, tutti i beneficiati da esso si sono affrettati ad affondarlo nel “pds”, poi, nel “ds”, poi, nel “pd” di bersani, poi nel berlusconismo, da renzi rivisitato. AhiNoi, c’era un Patrimonio Culturale e di Lotte da Salvaguardare! Si dà la colpa a renzi di aver cancellato l’Art.18 dello “Statuto dei Lavoratori”, in realtà tutti i “pdini” si sono fatti, in cuor loro e non solo in cuor loro, mallevadori di siffatta miserabile cancellazione, ché tutti miserabili borghesi. Come per marchionne, così per bersani e amici, renziani e non (tali, mafiosamente, si consideravano i democristiani), il costo del lavoro è l’indubitabile responsabile di tutte le ricorrenti crisi dell’economia italiettina. Per Finire, Discorrevo del Dubbio: Esso è l’Approdo del Pensare e il Punto di Partenza di un Ulteriore, Profondo Pensare. Tutto il resto è noia! Per chi non lo sapesse fu Leopardi a Scrivere nel 1817 allo Studioso Pietro Giordani: ”Qui l’unico divertimento è lo studio… Tutto il resto è noia”. Divertimento dal Lat.”devertere”, Cambiare Rotta alla Vita, alle Relazioni Interpersonali, Sognare. Lo Studio è la Passione a Contemplare Tutto Ciò che Vive, S’Agita nel Sogno, Elevandoci dalla meschinità del quotidiano e Distinguendoci da coloro che in esso sguazzano. Poi, il modesto califano fece del leopardiano “Tutto il resto è noia” un “mantra, ad uso e consumo dei più incalliti, e, perciò, più pericolosi semianalfabeti.