Le donne amano parlare ed
è vero, a volte, sembra che non smettano mai. Ma qualora chiedessimo loro di
raccontarsi, la maggior parte troverebbe difficoltà. Storicamente troviamo nei libri
molti dei loro ritratti fatti secondo lo sguardo di un uomo.
Con “Le cortigiane… quando le donne si raccontano”, perciò, l’associazione “Noi che…” ha incantato i bitontini presenti all’interno del Sancti Nicolai Convivium (nei pressi di
piazza Cattedrale) e assunto una prospettiva insolita.
Si è trattato di un’interessante interpretazione della figura della donna nella Roma rinascimentale
attraverso la lettura di brani storici e performance teatrali, i cui testi sono
stati scritti da Damiana Riccardi e
sono stati accompagnati da un elegante sottofondo musicale.
Sono state interpretate
storie di donne colte, astute, belle, ma non libere perché sottomesse a uomini
di potere temporale e spirituale; quindi, condannate al silenzio, alla vergogna
e alla riverenza.
Alcune di loro hanno fatto
la storia, più del fantomatico papa Alessandro VI Borgia. Vivevano in una Roma “sacra
e dannata”, capitale del vizio, della corruzione e del nepotismo, in cui non
era lontanamente possibile che la donna potesse avere del raziocinio o che
potesse essere libera. Anzi, venivano considerate come causa di dolore,
peccato, sciagure, buone solo a scaldar lenzuola, a soddisfar uomini, a
partorire e a imbellettarsi, a civettare.
«Per parlare di donne, violenze e soprusi –ha ringraziato, a
rappresentazione conclusa, Damiana
Riccardi, presidente dell’associazione “Noi che…”- non servono solo slogan e cortei, ma bisogna incrementare la conoscenza
di fatti passati e contemporanei».
«Siamo
giunti al terzo appuntamento, dopo quello sull’Inquisizione. Stiamo seguendo un
filo cronologico affinchè si possa favorire la crescita della società e la
creazione di un mondo migliore e dalla mentalità più aperta».
Oltre ai ricchi
riferimenti storici e biblici, si sono potute individuare determinate
simbologie: il filo rosso per richiamare l’intelligenza e la sofferenza o
il colore bianco per la purezza, conservata dalle donne nonostante fossero
delle cortigiane.