La
rivoluzione socialista di Enrico Rossi ha una ricetta molto semplice.
Tornare una volta per tutte, e seriamente, a quegli ideali e a quei
valori che erano tanto cari a un certo modo di fare politica. E che
consentirebbe alla stessa di ricongiungersi alla base sociale, da cui
è tanto distante.
La
sinistra, poi, dovrebbe ricominciare a fare la sinistra, dopo che per
anni ha assistito inerme alla progressione del capitalismo e delle
sue contraddizioni.
E il
Partito democratico? Non è un partito liquido, ma evaporato.
La
rivoluzione più socialista in assoluto? È un po’ vecchiotta, perché
è quella del Servizio sanitario nazionale voluta dalla democristiana Tina Alselmi a fine anni ’70.
Qualche
sera fa, il presidente della Regione Toscana (è quello che tra i
governatori italiani guadagna di meno, e anche la sua giunta è
quella meno costosa), in un convivio san Nicola gremitissimo, ha
presentato il suo libro – “Rivoluzione socialista”,
appunto – in cui spiega cosa si dovrebbe fare per far ripartire il
Paese e la sinistra.
“Un
volume – ha spiegato Cecilia
Petta, docente – importante sia perché mette alle spalle
la distinzione di destra e sinistra, alle quali contrappone una sorta
di umanesimo integrale, sia per dare alla sinistra elementi per
dominare il cambiamento con l’idea socialista”.
La
sinistra, allora. L’assoluta protagonista della serata. “La
politica – ha scandito Rossi – non può essere un mestiere
come gli altri e neanche una tecnica per iniziati. E la sinistra in
questi anni ha perso perché ha accettato il mondo cosi com’è. Si
deve dare un contributo perché emerga e cresca una nuova generazione
che abbia vocazione per la politica e fede nel socialismo”.
Ma
cosa fare nel concreto, allora? Alcune linee guida già ci sono: un
Piano nazionale di investimenti basato su una tariffa differenziata
in base al reddito; un’acqua rigorosamente pubblica e gestita da
società che, diversamente da quelle miste, reinvestano per legge gli
utili.
Lui,
nel frattempo, in Toscana ha istituito “Toscana solidale”,
un progetto contro la povertà e il sostegno alle famiglie e ai
lavoratori in difficoltà:bonus
bebè di 700 euro una tantum per ogni nuovo nato; 700 euro annuali
per le famiglie numerose; bonus di 700 euro per le famiglie con un
figlio disabile; prestito di 3mila euro per i lavoratori in
difficoltà; fondo da utilizzare per il rilascio di garanzie per
l’acquisto di una casa.
E
il Partito democratico, il suo partito? “E’
un partito – scherza
ma non troppo davanti a Francesco Brandi, l’altro relatore della
serata, e alla sala gremita – evaporato,
e che ha bisogno di un leader che sappia governare e che sia ispirato
dall’idea socialista e da un chiaro profilo politico”.
Lui,
l’ex sindaco di Pontedera dal 1990 al 1999 e già assessore regionale
alla Sanità tra il 2000 e il 2009, si è proposto nel guidarlo.