Lo scorso sabato, è stata
inaugurata presso l’associazione culturale Mariartela collettiva d’arte “Materica”
organizzata da Anxhela Danushi,
studentessa dell’Accademia delle Belle Arti di Bari, e ad Angela Ubaldino, componente della
compagnia “Okiko the Drama Company”.
«Ho lasciato che fossero i miei studenti ad organizzare la collettiva –ha
spiegato il docente di pittura Luigi
Mastromauro– perché potessero
mettersi in gioco e crescere. Ho solo supervisionato i lavori che spaziano dal
figurativo, come nel quadro con le ciliegie sospese in aria, all’astrattismo e
minimalismo».
“Materica”, dal latino materia, racchiude perfettamente una
delle definizioni attribuite all’arte.
Essa è, appunto, materia perché
fatta di colori e oggetti.
«E’ la prima collettiva d’arte che organizzo –ci ha raccontato
Anxhela-. L’idea è stata di Angela
Ubaldino, la quale mi ha contattata tramite il prof. Giuseppe Sylos Labini,
direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bari, e il prof. Giancarlo Chielli,
direttore della sede a Mola. Ho selezionato gli artisti scegliendo
prevalentemente i loro ultimi elaborati, anche già esposti in precedenza».
«Non
ho fornito una tematica da seguire per la collettiva, che può definirsi come
spazio della libertà. Ogni artista, compresa me, ha messo a nudo la propria
anima. Questa esperienza mi ha permesso di entrare in contatto con giovani
talenti e di conoscere nuove forme espressive. La mia opera è una lampada e
rientra nel campo dell’art design».
Sarà possibile visitare la
collettiva presso Mariarte fino alle ore
21 dell’11 febbraio.
«Non si tratta di esporre i
risultati di un corso accademico –ha precisato Angela Ubaldino-, bensì di una possibilità di dar spazio all’arte
e, soprattutto, ai giovani. L’iniziativa, infatti, rientra perfettamente nella
mission della compagnia Okiko, che non si occupa solo di spettacoli teatrali».
Sono state esposte le
opere di due artisti bitontini, Stefania
Sannicandro e Francesco Albanese,
insieme a quelle di: Serena Bruno,
Anxhela Danushi, Nicola A. Poliseno, Silvia Delcuratolo, Luisa Lafiandra,
Raffaele Gramegna, Paolo Notaristefano.
«Dipingo generalmente utilizzando software –si è presentata, così,
Stefania-, come Photoshop per “Under the
dome” e Illustrator per “La morte di Kenny”. La prima opera riprende la rosa de
“La Bella e la Bestia” e l’ho creata per la mia seduta di laurea in grafica ed
incisione, tenutasi a marzo dello scorso anno, presso l’Accademia di Bari. La
seconda opera risale a tre anni fa ed è una parodia del quadro di Jacques Louis
David, “La morte di Marat”».
Entrambe le opere
rientrano nel campo del digital painting.
Stefania ha, anche,
esposto all’interno della galleria: un suo autoritratto prodotto per lo
spettacolo teatrale “Dov’è Alice?” della compagnia Okiko di cui fa parte, “Quite”,
“Play with us”, tutte realizzate con la tecnica della photo manipulation, un
ramo della digital art.
Francesco, giunto al
secondo anno dell’Accademia di Bari, ha esposto uno dei suoi primi elaborati:
un olio su tela dal titolo “Ritratto di
fanciulla”, di cui è stata apprezzata la naturalezza delle espressioni dipinte.