Istanbul,
la seconda Roma, antica capitale dell’Impero Ottomano e, prima ancora, città
greca col nome di Bisanzio, scelta poi dall’Imperatore Costantino come capitale
dell’Impero Romano D’Oriente, chiamata Nuova Roma prima e Costantinopoli poi.
Insomma,
tanti nomi per indicare una città ricca di storia, che da sempre è stata
centrale nelle vicende europee (nonostante parte di essa non sia in Europa).
Situata
su entrambe le sponde del Bosforo, lo stretto che collega il Mar di Marmara al
Mar Nero, divisa in due dal mare, la città sin dalle origini è stata teatro di
guerre, invasioni da parte di greci, romani, persiani e, grazie alla sua
posizione centrale tra Europa e Asia, snodo importantissimo per il commercio
internazionale, dall’antichità sino ad oggi. Tutto ciò ha finito con il creare
l’odierna Istanbul, melting pot di varie culture con il tempo fuse tra loro. A
metà tra Europa e Asia, non è l’una e non è l’altra. È entrambe. È Istanbul.
Qualsiasi
definizione non basterebbe a descriverla. Va visitata, vissuta.
Certo,
il 2016 è stato un anno da dimenticare per il turismo in Turchia, a causa dei
recenti avvenimenti. Il flusso di visitatori è notevolmente diminuito. Lo
si vede anche dalle code ai principali luoghi turistici, di molto ridotte. È
aumentato, invece, il numero dei poliziotti per le strade della città,
all’ingresso dei luoghi pubblici. I palazzi, le case, le moschee espongono
ovunque bandiere nazionali, sia per l’anniversario della fondazione della
repubblica, lo scorso 29 ottobre, sia per il grande senso di appartenenza, sia
come risposta ai vili attentati che hanno provocato la morte di decine di vittime
innocenti.
Ma
non è questa la sede per addentrarci in discorsi più impegnativi. Rischio
terrorismo a parte, purtroppo presente anche qui in piena Europa, le vicende
interne che la Turchia sta attraversando riguardano più i residenti che i
turisti, i quali possono girare con tranquillità per la città. Anzi, saranno
sempre i benvenuti, beneficiando della grande ospitalità che i turchi sanno
garantire all’ospite.
Torniamo
a noi. Perché visitare Istanbul? Di motivi ce ne sono in quantità. Cominciamo
dalla sua storia ultramillenaria, testimoniata dai suoi monumenti, che narrano
il passaggio di popoli e culture in quella città divisa in due dal mare. Come
la Torre di Galata, antica torre difensiva, costruita dai coloni provenienti da
Genova nel quattordicesimo secolo, nel quartiere di Galata. Quest’ultimo è il
nucleo storico del distretto di Beyo?lu, che fu sede del podestà veneziano e
ancora oggi ospita il consolato italiano. Qui si erge la Chiesa di Sant’Antonio
da Padova, in stile neogotico veneziano, al centro della ?stiklal Caddesi, il
viale dell’Indipendenza, grande e affollata zona pedonale piena di negozi,
cinema, teatri, ristoranti, pub e pasticcerie. Un luogo piacevole dove
trascorrere la sera.
Dalla
sommità dell’edificio è possibile osservare il panorama dell’immensa Istanbul,
dei suoi monumenti principali, le sue moschee, tra cui le più grandi e
importanti, la Moschea Blu e la Moschea di Solimano, visitabili per i turisti.
O, ancora, la Basilica di Santa Sofia, nata come cattedrale cattolica nel
tredicesimo secolo, per poi essere convertita al rito bizantino fino al
quindicesimo, quando divenne una moschea. Luogo di conquiste, scontri tra cristiani
e islamici, persecuzioni, oggi, spogliata di qualsiasi funzione religiosa, è un
museo per volontà del fondatore della repubblica turca Mustafa Kemal, che
rimuovendo i tappeti e l’intonaco dalle pareti, ridiede luce dopo secoli
all’antica pavimentazione e ai mosaici cristiani.
Al
di sotto di Santa Sofia si nasconde la cisterna sotterranea, costruita nel
sesto secolo con materiali provenienti da costruzioni più antiche e
dall’origine incerta, come le due teste di Medusa che oggi fungono da base per
due delle infinite colonne che sorreggono la struttura. È stata recentemente
teatro di una delle scene dell’ultimo film di Ron Howard, “Inferno”, basato
sull’omonimo romanzo di Dan Brown e, piccola postilla per gli amanti dei
videogame, ricostruita virtualmente nella celeberrima serie Assassin’s Creed
che, in una delle espansioni al secondo capitolo, fa della Istanbul
cinquecentesca una delle principali ambientazioni.
A
due passi da Santa Sofia, nel quartiere di Topkap?, si erge l’antico Palazzo
del Sultano, sede del potere prima della trasformazione della Turchia da
Sultanato in repubblica laica. Oggi è un immenso museo che ospita il tesoro del
sultano, con i suoi manufatti di grandissimo valore storico e artistico.
Ma
il turismo non è solo visitare luoghi e monumenti. È anche vivere il territorio
che si esplora, assaporarlo. E proprio i sapori, con i suoi ingredienti tipici
dell’area mediterranea, uniti al largo uso di spezie, non mancano di certo in
Turchia. Soprattutto se si è amanti di dolci, il vero pericolo di un viaggio in
Turchia. Un giro in quel labirinto affollato da turisti in cerca di souvenir
che è il Bazar di Istanbul permette, infine, di avere un’idea di tutto ciò.
Oltre alle delizie tipiche della cucina turca, nel mercato coperto realizzato
nel ‘400, si trovano oggetti, utensili, stoffe, capi d’abbigliamento e tanto
altro. E non è raro trovarvi anche commercianti che parlino italiano e che
magari, con fare scherzoso, ti propongano sconti spiegandoti: «Io sono turco, non genovese».
Unica
pecca? Il caotico traffico che, in una città con 14 milioni di abitanti, ti fa
stare ore in auto per raggiungere i diversi distretti. Se poi ci aggiungi pioggia
e partita del Galatasaray, è la fine.