Il primato del campionato, la miglior difesa, il miglior attacco, il nono risultato utile consecutivo (8 vittorie, di cui 6 consecutive, e 1 pareggio), l’ennesimo successo ottenuto senza subire un solo tiro nello specchio, possono lasciare l’amaro in bocca quasi come se si trattasse di una sconfitta?
La risposta, purtroppo, per quella strana scienza che ruota e si muove insieme ad una palla su un rettangolo verde, è affermativa nella prima fredda domenica quasi invernale al “Città degli Ulivi”.
Le espulsioni, infatti, di Gennaro Manzari e Piero Zotti, mente e braccio armato delle offensive neroverdi, cancellano d’un colpo tutte le cose belle, e sono tantissime, della squadra di mister De Candia, alla vigilia di un poker di sfide d’alta quota che davvero potranno dire dove può arrivare l’U.S. Bitonto 1921 in questa stagione.
La partita con il Noicattaro di mister Vito Castelletti, d’altronde, ha poco da raccontare dal punto di vista dello spettacolo.
Demerito dei rossoneri, apparsi davvero poca cosa, ma merito soprattutto dei neroverdi, in ormai classica tenuta giallo fluorescente, capaci di imbrigliare tutte le trame di gioco avversarie e di pungere alla prima occasione.
Il mago De Candia conferma il classico 3-4-1-2 imperforabile delle ultime settimane, non cambiando di una virgola gli uomini che hanno issato in maniera strameritata il bardo neroverde in cima al campionato, in compagnia del Cerignola.
Castelletti, dal canto suo, prova a giocarsela con un 4-4-2 affidando a Schirone le chiavi della mediana per cercare di scalfire con idee concrete il muro dei padroni di casa.
Nemmeno, però, cinque giri di orologio che la capolista è già avanti.
Merito di una magia di Piero Picasso Zotti su calcio piazzato da 25 metri, che si infila alle spalle dell’incolpevole portiere nojano proteso in tuffo, invano, alla ricerca della sfera di cuoio finita nel sette.
Al 15′ il primo fulmine sul cielo sereno e neroverde: tra lo stupore generale, infatti, Stella, numero 6 rossonero, si accascia al suolo, come colpito da chissà quale dardo.
L’arbitro, il disastroso Palumbo di Bari, tira fuori il cartellino rosso ed espelle la vipera Manzari, colpevole di essersi liberato con foga e violenza (mah) dalla marcatura avversaria.
Una partita tranquilla, assolutamente gestibile, inizia a diventare improvvisamente nervosa e, a farne le spese, è lo spettacolo assolutamente modesto. Il taccuino rimane illibato per il resto della prima frazione, eccezione fatta per un giallo a Schirone. E ai neroverdi va più che bene anche così.
Non passa, invece, nemmeno il primo minuto del secondo tempo che il signor Palumbo ristabilisce la parità degli uomini in campo cacciando Daddario per un intervento scomposto ai danni del boa Albrizio.
Se in superiorità numerica il Noicattaro aveva fatto il solletico alla capolista, in 10 contro 10 non c’è partita: unico demerito del Bitonto resta quello di non non chiudere la contesa con tre importanti occasioni capitate a Terrone due volte e a Bonasia, sciupate a pochi metri dall’estremo difensore ospite.
Mentre la testa è ormai proiettata al big match di domenica prossima contro il Barletta di Pizzulli e del diesse De Santis, all’alba del recupero arriva la doccia fredda che fa più male di un pugno nello stomaco: su un rilancio dalla retroguardia, Zotti si avventa sulla sfera ma, invece di prendere la palla, colpisce col gomito alto al petto il suo avversario, manco a dirlo naturalmente Stella (ex bitontino), pronto per la seconda sceneggiata di giornata.
Palumbo di Bari punisce il bitontino, colpevole di aver guardato poco la palla nella circostanza a dir la verità, anche se l’intervento è stato ampiamente strumentalizzato dall’avversario, estrae il terzo rosso di giornata per il numero 10 neroverde, autentico faro della squadra, caccia mister De Candia e un componente della panchina rossonera per proteste e, dopo 4 minuti di recupero, pone fine alla contesa tra i fischi sonori di tutto lo stadio.
Adesso per mister De Candia arrivano il bello e il difficile.
Occorre immediatamente recuperare energie e serenità di tutto l’ambiente, cacciando sin da subito anche i fantasmi di presunti complotti contro i neroverdi che bene non fanno alla mente dei calciatori, per iniziare il lungo tour de force di partite decisive verso Natale.
Il mister è ottimo, la squadra ha una tenuta difensiva davvero unica per la categoria (straordinari Campanella e Cantatore, ottima diga frangiflutti De Santis – Capriati), il primato non è assolutamente un caso e ci sono uomini in panchina, su tutti Roselli e Modesto, che se avranno la testa sgombra da cattivi pensieri e la giusta dose di pazienza dovuta alla propria esperienza potrebbero non far rimpiangere gli assenti.
A prescindere da chi mancherà, con l’orgoglio e la tenacia mostrati in queste nove settimane tutto è possibile.
Se la voglia famelica di lottare su ogni pallone continuerà ad animare il cuore dei leoncelli neroverdi, sognare si può e si deve.