“Un appuntamento con la storia”.
Sono
state queste le parole con cui Beppe
Martucci, segretario di Città
Democratica, ha presentato il secondo appuntamento di preparazione al “Referendum
day” del 4 dicembre.
Difatti,
lo scorso sabato spettò a Roberto Cociancich, senatore PD e coordinatore del Comitato
nazionale per il Sì, illustrare quali fossero le ragioni per un voto favorevole
alla riforma costituzionale; stavolta, invece, è toccato ad Alessandro Torre, docente ordinario di
diritto costituzionale presso l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”,
facente parte del comitato per il No.
Il professore,
dopo una presentazione generale dei quesiti referendari tenuta da Gaetano Santoruvo, è partito dalla “punta
dell’iceberg” per poi arrivare, attraverso un’analisi molto obiettiva e
oculata, all’inconsistenza dei quesiti referendari.
«Il quesito che ci sarà sottoposto è come
la punta dell’iceberg. Riusciamo a vedere solo ciò che emerge». Queste le parole con cui Torre ha
criticato la parzialità del quesito, vero primo argomento dell’incontro,
illustrando come la domanda stessa ci ponga dinanzi esclusivamente un parte di
verità limitata e limitante per chi non conosce le dinamiche politiche e
amministrative delle nostre istituzioni.
In
un secondo momento, la discussione ha iniziato a percorrere, fin sotto il
livello del mare, proprio quell’iceberg citato.
«Le Regioni avranno compiti limitati. Ma
questo rinnovamento prevede, inoltre, un principio di supremazia attraverso cui il governo potrà
riprendere il controllo su una questione, precedentemente affidata alle Regioni,
su cui ritiene che quest’ultime non abbiano ben operato».
Dunque,
dal Sancti Nicolai Convivium giunge un No forte alla riforma, un voto negativo attraverso
cui Torre ha voluto ribadire che «coloro
i quali voteranno No, sono tutt’altro che immobilisti. Sono, invece, uomini e
donne che desiderano un cambiamento, figlio, però, di una congrua riflessione e
di un’attenta analisi».
Nel
finale, molteplici sono state le domande dei presenti, cui il professor Torre
non ha fatto mancare un’opportuna risposta.
Il
grazie va sicuramente a Città
Democratica per aver organizzato due eventi di rilievo al fine di
conoscere ed arrivare all’appuntamento con la storia coscienti
della decisione da prendere.
Lecita
la provocazione: chi non c’era, già conosceva? D’altronde, saremo noi a
decidere.