Un anno fa il centro storico
bitontino subiva una grande trasformazione. In seguito alla decisione dell’amministrazione
comunale, veniva costretto a dire addio alla libera circolazione dei mezzi e
diventava ufficialmente Zona a Traffico
Limitato. Non senza lamentele.
Il provvedimento fu infatti sofferto
dai residenti della zona, dai proprietari degli esercizi commerciali e da tutti
i cittadini bitontini che da subito denunciarono le loro difficoltà e
continuano a farlo.
Proprio qualche mese fa, le
loro proteste, grazie all’aiuto dell’Associazione
PraticaMente, hanno portato ad una “diminuzione della pena”. La ZTL, prima
h24, ora non è attiva dall’1 di notte
alle 10 di mattina.
Ma quali sono stati i
risultati di questa nuova soluzione? Quali sono le problematiche dei residenti?
Quali saranno i provvedimenti futuri?
A fornire risposte a questi
interrogativi ci ha pensato l’Associazione PraticaMente, promotrice dell’incontro
di riflessione tenutosi ieri al Torrione Angioino.
«Un
anno fa con la ZTL abbiamo deciso di mettere al centro l’uomo e non l’auto. Non
è una moda ma un’urgenza incontrovertibile. Si assiste ad un cambiamento
climatico e a difficoltà ambientali che chiedono cambiamenti consistenti del
modo di vivere e muoverci. Per questo, come tutte le grandi città, pensiamo di
allargare le aree a traffico limitato o controllato» ha
esordito il vicesindaco Rosa Calò,
pronta, insieme all’assessore alla
Polizia Locale, Domenico Incantalupo, ad ascoltare i pareri dei cittadini
presenti.
Ma d’altronde la ZTL non è
stato il primo tassello di questa “sfida al centro storico”.
Come ricordato il
responsabile della Polizia Municipale, Maggiore
Gaetano Paciullo, tutto è cominciato con la pedonalizzazione del “salotto”
di Bitonto.
«Qualcuno
ha fatto notare che in Piazza Cavour sfrecciano ancora le moto. Ma io vi invito
a venire con noi e ad affrontare la situazione, secondo quanto stabilito dalla
Circolare ministeriale che ci impone di non inseguire e non far cadere il
conducente. Abbiamo le mani legate» precisa Paciullo, prima di
entrare nel vivo della questione.
«Nel
primo censimento per la ZTL – continua il Maggiore – avevamo registrato 112-113 veicoli, ma quando
abbiamo tradotto il tutto in permessi, il divario è stato abissale. Abbiamo
rilasciato 3485 permessi: 2449
appartengono ai residenti, 35 sono stati rilasciati a chi somministra alimenti,
118 a chi trasporta la merce, 70 ai proprietari dei pubblici esercizi, 9 per le
aziende di catering, 61 per il volontariato e l’assistenza domiciliare, 23 ai
medici, 406 sono autorizzazioni speciali, 298 sono riservati ai diversamente
abili e 16 sono stati i permessi rilasciati ai B&B».
«In
quest’anno, abbiamo notato che i cittadini hanno imparato a non circolare nella
ZTL in appena 4 mesi. Un buon risultato testimoniato dalla diminuzione delle
contravvenzioni, soprattutto in seguito al consenso di circolare nella fascia
oraria 1-10». Dal 1° novembre 2015 al 30 settembre 2016,
le sanzioni sono state 4886. «Solo 2764
sono state pagate permettendo al Comune di incassare 223.884 euro. I ricorsi sono
stati 98, mentre le altre sanzioni devono ancora essere saldate. Se
riusciamo ad incassare tutto, avremo 600
mila euroda investire in
segnaletica o in mezzi, come le due auto elettriche-ibride in arrivo al
Comune. Una servirà come civetta per le deiezioni canine, l’altra sarà in forza
alla Polizia Municipale e girerà soprattutto nella zona a traffico limitato».
Il futuro? Paciullo non ha
dubbi: «La ZTL va allargata e andrà
introdotta sicuramente anche via Francesco Ambruosi. La proposta è già all’attenzione
del Comune ma attendevo quest’occasione per capire il parere dei cittadini».
L’obiettivo dell’incontro,
moderato dal prof. Domenico Achille,
presidente dell’Associazione PraticaMente, d’altronde era proprio dar voce ai
residenti, che non hanno tardato ad avanzare richieste e a sottolineare
criticità.
Tra tutte, quella relativa
alla segnaletica poco visibile nei
pressi della Chiesa di Santa Rita, ritenuto da Paciullo un falso problema, e
quella delle auto parcheggiate nei
pressi di Palazzo Vulpano che rendono difficile percorrere via Planelli, segnalata
come via di fuga.
«Quando
abbiamo fatto il primo censimento, credevamo di essere in una botte di ferro,
ma a fronte dei tanti permessi, i parcheggi sono pochi. Per questo abbia optato
per la tolleranza, proprio per non creare problemi. Abbiamo provato anche a
proporre gli abbonamenti agevolati per parcheggi sulle strisce blu, ma l’idea è
stata ignorata dai cittadini. I nostri uomini sono solo 37, distribuiti in due
turni, e non possono essere ovunque» spiega Paciullo,
rassicurando tutti sul funzionamento
delle telecamere in Piazza Cattedrale.
«Le
nostre telecamere sono perfettamente funzionanti, sono quelle del ministero
dell’Interno a non esserlo. Il 10 aprile si aprirà una gara per le telecamere
con lettura della targa nei pressi dell’Ufficio Anagrafe, proprio per
scoraggiare anche l’ingresso in piazza Cavour. Purtroppo però non è molto
regolare sanzionare veicoli, affidandosi alle sole immagini delle telecamere».
Ad incalzare il maggiore
Paciullo, ci ha pensato in chiusura anche il consigliere comunale Giuseppe Maiorano, tra i promotori dell’evento.
«I
cittadini si chiedono: data la carenza
di vigili urbani, non si possono utilizzare i corpi di vigilanza privata?» ha
riferito il consigliere. La risposta di Paciullo però non lascia spazio alle
interpretazioni: «Le associazioni di
vigilanza privata sono costituite da volontari e possono essere solo ausiliare.
Non possono svolgere altre mansioni. Sarebbe illecito».
Il Maggiore ha anche
smentito le voci che vorrebbero la costruzione di un parcheggio in prossimità
di Porta La Maja e promette di impegnarsi per affrontare la situazione grave per la sicurezza di via
Planelli e soprattutto di Piazza Cattedrale. I mezzi di soccorso, come
ambulanza e vigili del fuoco, restano bloccati, come denunciato da mesi dai
cittadini, che lamentano la scarsa attenzione riservata.
Come ammesso da Paciullo «la situazione è urgente e vanno sollecitate
le istituzioni per trovare una rapida soluzione. Andrebbero inoltre rimossi
almeno due “panettoni” che cingono la piazza per consentire ai mezzi, in caso
di emergenza, di salirci. Attendo l’atto di indirizzo del Comune anche per
procedere a vietare la sosta e la fermata in tutta la zona».
Ma Piazza Cattedrale è anche
un campo di calcio per i bambini. Quali soluzioni?
L’area gioco in piazza
Caduti del Terrorismo, ipotizzata dal vicesindaco Rosa Calò nell’ambito della
riqualificazione della zona compresa tra via Palombaio e via Galilei, già programmata
con il finanziamento di 1 milione e 800 mila euro ricevuto, non è realizzabile.
Il tappetino antitrauma da apporre sulla zona sarebbe troppo pesante poiché
sotto il solaio di circa 30 centimetri c’è il vuoto. «Andrebbero fatti lavori preventivi. Il gioco vale la candela?» si
chiede Paciullo.
Tante le proposte in ballo:
la costruzione di un parcheggio, al di sotto del solaio, che garantirebbe anche
stabilità, o, come caldeggiato da Maiorano, di un’isola ecologica.