L’Associazione
Nazionale Archeologi prende ufficialmente le difese del collega concittadinoMichele Sicolo e presenta denuncia per diffamazione a mezzo stampa nei
confronti del giornalista Mario Giordano, che sulle pagine del suo giornale,Libero, il 15 luglio scorso attribuì alle indagini di archeologia preventiva, in modo
«fantasioso quanto offensivo»,
la responsabilità dell’incidente sulla tratta
Andria-Corato delle Ferrovie Nord Baresi che aveva causato solo tre giorni prima 23
vittime. A riportare la notizia è direttamente l’associazione, sul suo sito
web www.archeologi.org.
Il
quotidiano, ricordiamo, aveva trovato, con una superficialità raggelante e un
incredibile sprezzo per la cultura, negli archeologi, in particolare nel
bitontino Michele Sicolo, e nella loro ricerca di «quattro ciotole» (sì, è così che fu definito il ritrovamento di importanti testimonianze della nostra storia plurimillenaria) la causa del dramma di quel maledetto 12 luglio. Gli scavi archeologici avrebbero ostacolato, secondo l’assurda teoria, i lavori per l’ammodernamento della tratta ferroviaria sulla quale i treni i scontrarono.
Il
Comando dell’Arma trasmetterà a stretto giro il
fascicolo alla competente Procura della Repubblica di Milano, città che ospita la redazione di Libero.
«Questa denuncia a nome
della categoria si affianca all’azione legale che il
collega diffamato, Michele Sicolo, sta conducendo contro il quotidiano lombardo
a difesa della propria reputazione professionale–
commenta nella nota Salvo Barrano, presidente dell’Associazione
–ed è un
importante segnale di unità della categoria degli archeologi in un momento cruciale in cui si
stanno ponendo le basi dell’archeologia dei prossimi
decenni».
L’associazione
comunica, inoltre, che l’eventuale risarcimento, se
riconosciuto, sarà devoluto alle famiglie delle vittime dell’incidente.