Che siano stati i pellegrinaggi medievali o le
esplorazioni del XV secolo, l’uomo ha sempre avuto il grande, enorme bisogno di
viaggiare, cercare, scoprire, dar vita alla propria curiositas, all’esigenza di oltrepassare mura, colonne, confini del
mondo.
Quest’esigenza nei tempi nostri è notevolmente
aumentata e, se da un lato c’è la volontà di andare sempre più lontano per
portare poi con sé, al ritorno, ricchezze culturali che possano dar beneficio
alla crescita del Paese, dall’altro c’è anche un movimento interno che tenta di
farci riscoprire bellezze, peculiarità della nostra Italia, della nostra Puglia
(così tanto apprezzata) e – nel microcosmo-, anche della nostra Bitonto.
Occorre per questo dover inserire la città in circuiti
sovracomunali che ne garantiscano un accesso certo, sicuro, in modo da renderla
ancora più conosciuta ed appetibile ai turisti.
Parliamo di numeri? Quest’anno si è riuscita
sommariamente a fare una stima dei dati – che sono alla base poi per ogni
investimento futuro – e questi parlano chiaro: le iniziative più fruttuose si
concentrano tra la settimana pasqualee la manifestazione “Cortili aperti” che si svolge a
maggio. Altro momento di grande flusso turistico si ha nel periodo natalizio
grazie alla mostra di Vincenzo Sicolo,
inserito nel circuito presepistico.
Numeri giunti da un controllo effettuato dall’impegno
costante e preciso dei ragazzi del Servizio civile presso il nostro Infopoint
al Torrione Angioino, ma che sarebbe stato bello incrociare con i dati di
esercizi commerciali, B&b e strutture ricettive.
Un impegno costante che finirà tra qualche giorno: perché
il prezioso servizio chiuderà gli occhi il 5 ottobre per azzerarsi.
Non è possibile far tutto da soli, non è possibile
delegare tutto e solo alla politica (che tanto si impegna nella promozione e
nel sostegno), ma nemmeno alla buona volontà dei privati. Per questo mi chiedo
perché non metter su una squadra di giovani e preparatissimi laureati a far da
guide turistiche, ad occuparsi di crear contatti con le agenzie turistiche, a
creare un sito internet ben indicizzato sulla città, magari tradotto almeno in
3 lingue?
Le forze e le risorse umane – che pure per un piatto di
lenticchie si donerebbero con spirito di abnegazione alla città – di certo non
ci mancano.
Perché non puntare sui pezzi unici presenti nei nostri
musei? Penso al de Nittis del Torrione, al cratere a mascheroni del Pittore di
Baltimora presente nel museo De Palo – Ungaro e unico esemplare dopo Napoli e
Londra.
Pensiamo al Museo Diocesano più grande del Meridione
con più di 2500 reperti, pensiamo alla Galleria Devanna, unica Nazionale in
tutta la provincia.
Perché non puntare alla valorizzazione del nostro
prodotto principe, al nostro oro verde, l’olio creando piccoli punti vendita e,
magari, organizzando una sagra annuale come le tante supportate dalle ProLoco di Minervino, Ruvo, e molti
altri paesi nei dintorni?
Il centro storico deve diventare spettacolo perché da
“spicio”, quindi vedere, deriva anche
specchio: il bitontino per primo deve riconoscere se stesso nella meraviglia
delle “sue” bellezze e accrescere la consapevolezza della propria
identità: riconosciamoci affinché gli altri conoscano.