Bitonto, 13 febbraio 1993
Tema: Il Pallone
Svolgimento
A me mi piace il pallone.
La maestra mi sgrida sempre quando dico ‘a me mi’ ma a me mi piace il pallone.
Quando torno da scuola ho sempre famissima e mi siedo a tavola con mamma e papà, i miei fratelli e mia sorella.
Il pomeriggio non vedo l’ora di scendere in cortile con il mio pallone di cuoio perché mi arrabbio quando mi propongono di giocare a calcio con il super santos che invece va bene solo per la pelosa o per le femmine quando giocano a pallavolo.
Seeee poi non vi dico nemmeno quando vado a casa di un amico che gioca con il super tele. Che se ne va al vento!
Va bè, comunque stavo dicendo che il pomeriggio quando scendo in cortile col mio pallone aspetto che vengono pure gli altri così possiamo fare la sfida. Di solito quando aspetto troppo mi metto ad urlare ripetutamente i nomi dei miei amici nell’attesa che escano dal balcone.
Certe volte non scendono nemmeno perché devono fare i compiti o perché la mamma li ha messi in punizione. Mia madre non mi mette mai in punizione anche se non faccio i compiti.
Quando rimango da solo col pallone comincio a correre nel cortile calciandolo prima di destro poi di sinistro e non lo prendo mai con le mani perché mi ricordo che il signore del secondo piano che si chiama Mario e giocava nel Bitonto, qualcuno disse pure che quando era giovane lo voleva la Juventus, mi disse una volta : “Non prendere mai il pallone con le mani perché si offende”.
E io gli voglio un sacco di bene al mio pallone e non voglio che diventa triste.
Quando rimango solo il pomeriggio, e ogni tanto in inverno succede perché fa freddo e il cielo è grigio e rumoroso, gioco a fare la piroette sul pallone e veramente mi riesce sempre. Che poi non è che la so spiegare però mi riesce e sono felice. Pure la piroette me l’ha insegnata il signore di sopra.
Però lui non me l’ha mai fatta vedere. Mio padre dice che era fortissimo e io gli dico: ‘Come Roberto Baggio’? e mio padre risponde: ’Uguale’. Quindi, quando lo incontro nel cortile e io sto col pallone (che poi se sto nel cortile sto per forza con il pallone) cerco sempre di fare bella figura per far vedere che pure io sono come Roberto Baggio.
Quando sarò grande farò il calciatore e le piroette sul pallone. Invece un mio amico vuole fare l’astronauta e io dico “va bene, bello!” anche se non so cosa significa.Il mio pallone ed io siamo molto amici e quando non posso scendere giù nel cortile a giocare mi metto sul balcone.
Il balcone è lungo e ci sono i vasi bianchi che io sposto come mi pare e piace per fare gli ostacoli. Alcuni li metto a segnare la porta, uno come portiere, e altri in posti particolari per segnare i punti. Praticamente io sto dall’altra parte del balcone e tiro il pallone. Nel mio gioco cerco di fare gol senza che il pallone tocchi i vasi. Il gioco è difficilissimo e per questo mi sono dato dei punti. 10 punti se faccio gol senza toccare gli ostacoli. 8 punti se faccio gol colpendo il palo. 6 punti se faccio gol con deviazione di un vaso. Poi da 5 a 0 punti se il pallone non arriva in porta.
Io faccio finta di essere i cinque giocatori che si sfidano e ovviamente nella lista ci sono pure io che tiro per ultimo. E vinco sempre. Certe volte passano le ore e la luce piano piano va via. Quando è buio smetto e torno in casa.
Dentro casa non posso giocare con il pallone di cuoio perché altrimenti rompo tutto e poi diciamoci la verità, gli spazi sono troppo stretti e non è possibile divertirsi. Ci vorrebbe una casa super spaziale che io non ho.
Per questo motivo in camera ho diverse palline per adattarmi ad ogni situazione. Per esempio in un batter d’occhio riesco a trasformare la cameretta in un campo di calcio.
La porta è formata dalle due finestre che lasciate aperte formano una porta perfetta. La tapparella chiusa forma la rete della porta e un nastro adesivo su di essa delinea la traversa. Con mio fratello facciamo un gioco bellissimo che si chiama ‘destro, sinistro, gol’, ora però non ve lo posso spiegare perché altrimenti gli altri bambini leggono e me lo copiano.
Al mio compleanno mi hanno regalato l’etrusco unico dell’adidas, il pallone più bello di tutti i palloni mai pensati nella storia del calcio. Il pallone dei Mondiali di Italia ’90.
Non lo uso mai nel cortile perché sull’asfalto si scortica tutto e si rovina anche se ogni tanto mentre gioco con gli amici giù in cortile alzo lo sguardo e lo vedo lì nel vaso grande e sogno di giocarci. Quel pallone è importante e mica mi posso permettere di rovinarlo…però pensandoci bene se non lo uso nel cortile quando lo uso?
Oggi pomeriggio infatti abbiamo giocato la partita con quelli dell’altro cortile e mentre stavamo giocando con un pallone di cuoio colorato, di quelli che si comprano al tabaccaio, mi sono fatto forza e ho fermato il gioco dicendo: “Aspettate che devo andare a fare una cosa”.
Io abito al primo piano e correndo velocemente ho fatto i gradini a tre a tre ( che per me che sono basso non è facile, invece Domenico, del terzo piano, è alto e dovete vedere come sale, ne fa pure quattro alla volta) e ho suonato il campanello. Appena mamma ha aperto la porta sono scattato sul balcone, ho preso il mio bellissimo pallone (sempre perfettamente gonfio) e l’ho lanciato nel cortile. Finalmente avevo liberato il pallone da quella prigione. Quando l’ho visto cadere nel cortile ho avuto la sensazione che il tempo si fosse fermato. Ho fatto un sorriso e l’ho visto espandersi sul viso di tutti i miei amici che ovviamente sono stati felicissimi di giocare con un vero pallone di cuoio.
Dopo la partita qualche disegno si è graffiato però non mi dava fastidio. Anzi, ero contento. Ecco, se devo descrivere per me la felicità, in quel momento, in quel preciso istante mi sono sentito felice. Non so dire perché. Ero felice e basta.Ora è tardi e devo andare a letto. Prima di dormire controllo sul balcone se ci sono i miei palloni e se riposano tranquillamente.
Domani prima di giocare dovrò andare a scuola quindi sistemo lo zainetto sulla sedia, mi infilo il pigiama, do la buonanotte a mamma e papà, mi intrufolo nel letto e piano piano mi addormento.
Nei miei sogni non sono mai un calciatore però la mattina quando mi sveglio penso sempre di essere forte come Roberto Baggio.