C’è chi si si ferma un giorno, chi una settimana, chi un mese.
È un posto per tutti che siano veterani o novellini, ti accoglie come se fosse la tua “prima grande volta”.
Appena arrivati non riuscirete a capire esattamente cosa vi aspetta, noterete subito un cartello con la scritta “LIDO MARINI”, qualche casetta estiva e una strada principale che si mescola fra un villaggio di profughi e una grande località turistica al di là dell’oceano.
Sarà estremamente difficile a prima vista (anche per i più attenti) accorgersi della scritta in neretto successivamente sotto il nome della località. Quest’ultima precisa che il territorio appartiene al comune di Ugento e per minor parte a quello di Salve. Il dettaglio, apparentemente irrilevante, rimarcherà la vostra vita alla fine del soggiorno.
Dopo esservi messi a tavolino vi chiederete cosa poter fare per la giornata corrente, non ci sono tante alternative ma la tranquillità travolge anche un iperattivo, così vi abbandonerete al caso e percorrerete una delle parallele che compongono il paese per poi arrivare alla spiaggia “maldiviana”.
Mille saluti, sguardi, porgerete la mano per presentarvi senza sapere a quale livello di pulizia si trovi la corrispettiva che vi porgono. Non è tanto importante, bisogna sorridere forzatamente anche quando non vorreste, è cosi nel mondo dei ragazzi puoi solo costruire una nuvoletta da utilizzare per accantonare i tuoi pensieri, porre una scaletta da letto e castello, e salirci, per pochi minuti, giusto il tempo di un ricordo.
Seduti al tavolo verde in plastica sotto il gazebo di un qualsiasi lido scruterete dietro le carte del solito gioco pomeridiano i tipi umani che ritroverete alla sedia di fianco e con cui sarete in coppia:
Per i più nostalgici è difficile l’arrivo in paese, proprio come lido marini, constatano il cuore scientificamente diviso tra prima e dopo. La prima parte è piena di sangue, scorre impetuoso mantenendosi sempre entro i bordi , la seconda è quella utile per consolarli che alla fine del viaggio tutto si verificherà in modo contrario. Anche per i più “estroversi” non è facile, vengono in vacanza per dimenticare il passato, trasportando nel loro piccolo zaino solo l’indispensabile e la parte di cuore numero due. Questa seconda categoria è quella degli inappagati, non riescono mai a colmare le loro aspettative interpretando erroneamente l’etica del “carpe diem”.
Poi ci sono i timidi, nascosti volutamente dietro le undici carte ordinate per seme e numero, gli “adescatori” con un taccuino prontamente in mano per appuntare sotto forma di rebus mosse e nominativi da tenere a mente e infine i “bellocci”, esposti intenzionalmente in una teca di vetro per farvi calare l’autostima.
Guarderete la situazione velata intorno a voi come dalle lenti oscure di occhiali da sole presi in spiaggia a poco prezzo, non sono di ottima qualità, proprio per questo non riuscirete ad accorgervi se si tratti di tipologie vere o sia solo un’impressione.
Digerito il pomeriggio, potrete passare al pasto seguente, chiacchierando animatamente o organizzando falò in spiaggia la cui intensità vi farà sognare come il tanto atteso ma allo stesso tempo temuto (per la linea) pranzo domenicale della nonna.
E se per caso voleste cercare un po’ di spazio per voi, basterà guardare altrove, oltre l’immensità del mare, solo allora risorgerete dalla sua oscurità nella vostra essenza, sbattendovi contro la sabbia successivamente al risucchio dell’onda.
Brevemente vi affezionerete a questo tipo di vita, al punto tale da diventare un’abitudine e ogni tipologia umana, dalla più apatica a quella più dinamica, ricorderà ciascun attimo del suo diario di bordo passato tra quelle strade abbattute, sulla sabbia rovente, sui marciapiedi consumati dalle infradito di plastica, sotto un tappeto di valore punteggiato di stelle, senza riuscire a prendere sonno durante l’ultima notte di navigazione come un vero capitano.
Durante la strada del ritorno sentirete qualcosa di nuovo dentro di voi. No, non si tratta di un’insolazione, ma di una lacerazione, se avrete vissuto al meglio il viaggio sarete stati plasmati da Lido Marini, e proprio come quest’ultima, riuscirete a creare un legame che apparterrà per metà a voi e per metà a “lei”.
Quello spicchio lo abbandonerete inconsapevolmente lì, dietro il muro non intonacato, così come ha fatto ogni persona entrata nel territorio, ogni parola pronunciata o cantata costituirà un ponte tra passato e presente