A volte
succede di partire per il solo bisogno di staccare la spina, senza badare molto
alla meta che si sta per raggiungere.
Poi scendi
dal treno e ti ritrovi immerso nella meraviglia.
Firenze.
Lo stupore
di trovarsi fra splendide chiese rinascimentali e solide fortezze medievali.
Il perfetto
equilibrio del marmo bianco di Carrara che si fonde al Serpentino di Prato
nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore e nel Battistero di san Giovanni. Ci
si incanta fissando la cupola di Brunelleschi, e ci si rende conto di quanto si
è piccoli di fronte al panorama mozzafiato che si può ammirare dalla cima del
campanile di Giotto.
Ci si sente
così piccoli di fronte alla bellezza, si perde il fiato. Tutto ciò che puoi
fare è contemplare l’infinita arte presente nella lavorazione dei marmi e nei
mosaici delle chiese, nelle statue, nei dipinti. L’arte di Giotto, di
Michelangelo, di Brunelleschi, vanno a decorare questa splendida città come
tanti piccoli diamanti incastonati finemente in uno splendido gioiello.
Ora capisco
perché Dante la amasse così tanto.
Siena.
Lo stupore
di trovarsi fra gente così orgogliosa delle proprie radici al punto da portare
al collo dei fazzoletti con lo stemma della contrada di appartenenza. I senesi
sono tutti perdutamente innamorati della propria città. Sarebbe bello se più bitontini fossero così.
C’è
incredibile fermento a Piazza del Campo, e il Palazzo Pubblico sorveglia dall’alto
la sua amata Conchiglia.
Ma la
bellezza della Toscana non è solo quella dei monumenti. Un valore aggiunto lo
dà la natura: l’Arno d’Argento e gli infiniti campi di girasoli. Ci si perde in
mezzo a così tanta bellezza, vorresti rimanerci per sempre.