“Nnanz à Calaraun”… ovvero la toponomastica bitontina spiegata ai contemporanei.
Quella piazza che si biforca verso Porta Robustina e verso l’ospedale, prese il nome da Mons.Oronzo Caldarola, che abitò nella casa che è all’angolo, che diventò Vescovo il 27 novembre 1915 per mano di Pasquale Berardi, nella Cattedrale di Bitonto.
Mons. Oronzo Caldarola nacque a Bitonto il 12 novembre 1871 e divenne sacerdote il 1895 e vescovo di Teggiano il 1916, a pochi chilometri dalla Certosa di Padùla.
Nella vallata al di sotto del notevole Centro storico in collina, fece costruire la chiesa del Sacro Cuore, in memoria del Vescovo Berardi che l’aveva consacrato e che, a Bitonto, aveva, sia pure in tante controversie e difficoltà, voluto appunto la chiesa e l’Istituto del Sacro Cuore.
Mons. Caldarola indisse 2 Sinodi diocesani, il 1922 e il 1943; organizzò vari Congressi eucaristici e Settimane Sociali; volle nelle parrocchie la Conferenza di San Vincenzo e creò borse di studio per i meno abbienti.
Il Comune di Teggiano Lo insignì di medaglia d’oro e della cittadinanza onoraria. Il 1950, nel centenario di erezione della Diocesi di Teggiano, il Card. Sostituto G.B. Montini Gli comunicava che Papa Pio XII Lo autorizzava a impartire la Benedizione Papale nella solenne Messa Pontificale del 24 settembre 1950 “secondo le vigenti norme del Giubileo”.
Quando terminò il suo mandato episcopale, si ritirò a Napoli ove morì e fu sepolto a Bitonto. Ma un’agguerrita delegazione di teggianesi pretese che fosse sepolto a Teggiano nella chiesa del S. Cuore.
E così fu….
Una foto che riappare al momento giusto!
“SARO’SEMPRE COL MIO POPOLO”: il testamento di un Vescovo innamorato della “Sua” “Chiesa”!
Con l’autografo della Sua firma perché non ci fossero dubbi. La Sua salma toccò soltanto la città ove nacque: fu solo una tappa, cui succedette la trionfale e filiale accoglienza, il Suo ritorno a Teggiano.
E ora è sepolto nella chiesa che volle costruire nella vallata ai piedi del pregevole centro antico teggianese: la chiesa del Sacro Cuore come il “suo” Mons. Berardi intitolò la chiesa poi affidata alle Suore di Santa Maria Filippini, a Bitonto.
Fu il Prof. Domenico Saracino a prepararmi a quel pellegrinaggio e a quella scoperta. La foto, di cui sopra, testimonia il saldo e sincero legame, per sempre, tra Pastore e il popolo dal Signore, dal Papa, a Lui affidato.
Intanto si notano due portafiori vuoti alla sommità della tomba… la prova di un culto ridotto.
Allora noi Bitontini riprendiamo a considerarLo come Figlio della nostra Terra che fu votato alle premure apostoliche verso una città campana, mentre oggi altre simili cure sono rivolte ad una città calabrese da Mons. Francesco Savino.
Perciò Li ricordo Entrambi!
Senza dimenticare Mons.Cristofoto Palmieri “prestato” all’Albania!