Pensieri e riflessioni in relazione all’articolo del Da Bitonto :
“Da Bitonto a Toribio per portare (con i libri) la gioia ai bambini”.
Dopo aver letto l’articolo “Da Bitonto a Toribio per portare (con i libri) la gioia ai bambini” (LUGLIO 2016 – N. 305) ho sentito la necessità di scrivere la presente nota, per mettere in chiaro alcuni punti e magari aprire un dibattito su alcune tematiche.
Non vuole essere una critica alla redattrice né al giornale: con tanti kilometri di distanza e senza conoscerci è facile che ci possano essere delle incomprensioni in relazione al lavoro che faccio e a quello che penso. Ciò non toglie che ritengo molto importante fare delle precisazioni, sulle quali poter riflettere con le lettrici, i lettori, e le persone che hanno appoggiato e che sostengono la Libreria Hojas al Viento con la quale collaboro a Toribio, in Colombia.
I bambini e gli adulti della comunità di Toribio vivono molte difficoltà sociali, politiche ed economiche dovute al contesto, ma citare Madre Teresa di Calcutta (“Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano”) mi sembra esagerato, dato che le persone con cui lavoro sono felici e gioiose a prescindere dalla mia presenza.
Non sono una suora laica, né una missionaria.
Faccio il mio lavoro, come lo fa un architetto o un contadino.
Sono fermamente convinta che l’idea di una cooperazione assistenzialista sia deleteria per le comunità, e da anni lavoro per organizzazioni che non condividono questo approccio e cercano di instaurare un rapporto di scambio e di mutuo appoggio con i paesi e le popolazioni partner.
Dall’articolo traspare un’immagine di cooperazione che non condivido, della quale non ho mai fortunatamente avuto esperienza. Siamo felicissimi di aver ricevuto amore e appoggio economico dai bitontini, e questo si deve molto anche al giornale; ma non voglio che sia travisato quello che faccio.
Forse una delle ragioni per cui ho deciso di vivere temporaneamente a Toribio è legata al fatto di aver conosciuto una comunità indigena, che vive su una montagna in modo molto dignitoso, nonostante che dopo la colonizzazione spagnola ha dovuto sopportare tanti soprusi. Sono molto più organizzati e resistenti di tante altre realtà sociali, nelle quali l’individualismo è il motore della società.
Io non presto aiuto ai bambini o agli adulti, lavoriamo insieme per costruire spazi e momenti di condivisione, gioco, lettura. Lo farei in qualsiasi altra parte del mondo perché mi piace, anche a Bitonto eventualmente.
Sono e siamo infinitamente grati al Da Bitonto per averci aiutato tanto nella diffusione del progetto e nella raccolta fondi, e che l’articolo mi abbia dato l’opportunità di ringraziare tutte e tutti per il bellissimo gesto e per la fiducia riposta in me. Non so se riuscite ad immaginare quanta gratitudine sentiamo. Però ripeto, non voglio che si travisi il mio lavoro e che si dia un’immagine di me che non è reale.
Riporto l’intervista integrale che ho rilasciato al Da Bitonto e vi ringrazio ancora per regalarmi questo spazio di riflessione. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Chiara Picciotti
1) Quando e perchè ha deciso di dedicare la sua vita al volontariato e, in particolare, alla comunità di Toribio?
In realtà non dedico la mia vita al volontariato. Il mio percorso di studi e di vita mi hanno condotta fin qui in Colombia, per scoprire molte “cose” di me stessa e di alcune comunità in cui sono ancora importanti i dettagli e le semplici cose. Penso che sia importante iniziare a pensare che non tutto ciò che ha a che fare con il sociale e con l’ambito umano sia volontariato. Lavoro con le persone, e mi piace moltissimo. Ho conosciuto la comunità indigena Nasa del Municipio di Toribio, nella regione del Cauca – Colombia, grazie al Servizio Civile Internazionale che ho svolto nel 2014 – 2015 con la Ong CISV di Torino.
2) Di che cosa si occupa di preciso?
In Colombia mi sono sentita un po’ a casa, e ho deciso di restare collaborando con un progetto finanziato dall’Unione Europea chiamato: “Bambine, Bambini e adolescenti costruttori di pace”, che è stato formulato ed gestito dal CECIDIC – Centro di Educazione, Formazione e Ricerca per lo Sviluppo Integrale della Comunità Indigena Nasa e dall’Associazione di cabildos indigeni PROYECTO NASA.
Le attività del progetto hanno fatto sì che bambini, giovani insieme agli adulti e ai leader della comunità potessero costruire e iniziare a mettere in pratica le loro proposte di pace per il territorio in cui vivono. Abbiamo lavorato insieme alla comunità su varie tematiche come diritti umani, violenza sessuale etc. con una prospettiva interculturale, partendo sempre dalla relazione di ogni persona con se stessa, con la famiglia, con la comunità, con il territorio.
3) Qual è l’obiettivo del centro e cosa aspira a creare in futuro?
La Libreria comunitaria HOJAS AL VIENTO nasce dallo spirito di iniziativa, dalla fantasia e dai sogni di due amici, Lina Otero e Jorge Rodriguez. La libreria non fa parte del progetto in cui lavoro, è un’iniziativa indipendente intesa come una spazio libero, comunitario, dove le persone di tutto il Municipio di Toribio possono sedersi a leggere, navigare in internet, guardare film, tessere, raccontare storie, proporre attività culturali. La libreria offre quindi degli spazi che sono costruiti con la stessa comunità. Ogni giovedì abbiamo uno spazio in un programma radiale della regione, nel quale possiamo raccontare un po’ le esperienze che viviamo con la comunità e con la libreria.
La Libreria aspira ad essere uno spazio indipendente, partecipativo, creativo e sostenibile nel tempo, nel quale la comunità possa continuare a riunirsi, a dialogare, a scambiare idee, opinioni, a crescere, bambini e adulti insieme.
4) Quando è incominciata la campagna di sensibilizzazione “Un libro per salvare il mondo”?
Quando sono tornata in Italia a dicembre del 2015, ho raccontato l’esperienza a Toribio e del sogno della Libreria Hojas al Viento al Da Bitonto. Ispirato dall’articolo e dalle attività di scambio che avevamo svolto precedentemente con alcuni studenti della comunità Nasa e con alcuni alunni della Scuola Elementare Cassano, il Maestro Carmelo Bacco ha lanciato con amore e tanta energia l’iniziativa di raccolta fondi per la Libreria Hojas al viento chiamata “ Un Libro per salvare il mondo” con l’appoggio della redazione del “Da Bitonto”, delle Librerie Hamelin, del Teatro, Raffaello, e del Sindaco Michele Abbaticchio.
5) Quanti soldi siete riusciti a raccogliere e da chi sono stati donati?
Con la prima parte della campagna sono stati raccolti 360 euro, grazie ai docenti, genitori e agli alunni della classe 3C della Scuola Fornelli che hanno donato una parte del ricavato dello spettacolo “Alla ricerca della valle incantata” e della Scuola Primaria “V.F. Cassano”, che hanno contribuito con parte del ricavato dal recital “Francesco come Gesù”, alla Scuola Cassano de Renzio, alla Scuola Primaria “Don Milani” e alla Libreria Hamelin.
Successivamente sono stati raccolti altri 800 euro, grazie al ricavato dal meraviglioso spettacolo in lingua inglese “Little Red Riding Hood” della classe 3A della Scuola Fornelli. Preferisco non mettere nomi di persone specifiche, perché credo non sia necessario. I cittadini, docenti, genitori, bambini che hanno creduto e promosso l’iniziativa senza avermi mai vista e non conoscendo direttamente il progetto, hanno agito con il cuore e dalla Libreria Hojas al Viento vi ringraziamo uno ad uno con amore, per voler condividere con noi questo sogno.
6) Cosa avete comprato con la somma raccolta per i bambini e il centro?
Per ora abbiamo solo investito una piccola parte della somma raccolta, comprando un grande tavolo di legno (costruito da un falegname della comunità) che abbiamo messo nel giardino della Libreria con delle panche di legno, e una stampante – scanner. Abbiamo vari progetti su come spendere al meglio il resto della somma, lo faremo pian piano per spendere le risorse economiche in modo responsabile e sostenibile.
Sulla pagina facebook di Un libro per salvare il mondo presto pubblicheremo il report finanziario con le prime spese, che verrà sempre aggiornato, così tutti coloro che hanno donato potranno sapere come stiamo gestendo i fondi donati.
7) Come giudichi questi atti di generosità avuti da parte dei tuoi concittadini?
Non avevo mai condiviso con la comunità bitontina le mie esperienze di vita. Da un piccolo racconto su una Libreria comunitaria chiamata Hojas al Viento che si trova sulle montagne di Toribio è nato un emozionante incontro con la comunità bitontina. Sono molto felice per tutto l’entusiasmo che ci avete trasmesso, grazie!
Per la Libreria Hojas al Viento la cosa più emozionante è questo scambio con i bitontini. Grazie alla campagna ho conosciuto tramite le reti sociali docenti e concittadine che realizzano delle bellissime attività a Bitonto. Abbiamo così iniziato a pensare a delle attività da realizzare a distanza per mettere in contatto i bambini di Toribio con quelli bitontini.
E’ questo il regalo più grande : tessere reti e cammini che possano farci imparare qualcosa di nuovo di noi stessi e degli altri, che ci lascino felicemente stupidi davanti alla diversità, che ci facciano diventare più curiosi e coraggiosi.
Approfitto quindi questo spazio sul Da Bitonto, per ringraziare tutte e tutti, grazie per il vostro appoggio e per volerci accompagnare in questo cammino. Grazie infinite, gracias, pay.