Era il quattro d’agosto quando, durante una conferenza stampa, pare che uno dei nostri assessori disse: “Bitonto
è come una piccola Venezia”.
Vanitosi lo siamo sempre stati.
E se avessimo
avuto il porto saremmo stati più belli, fighi, intelligenti, splendidi, di Bari, Napoli, qualsiasi cosa: ora pure della famosa repubblica marinara.
Il problema di fondo è che i
bitontini, tutti, nessuno escluso, sono una massa di presuntuosi e campanilisti
permalosi. Pure noi, ci mancherebbe.
E, nonostante si cerchi senza
sosta (almeno nelle intenzioni) di uscire dal provincialismo e dalla
competizione non costruttiva, in città proprio non ce la si fa.
Sì, perché se il Festival me lo
fai sotto casa, mi opprimi con teli scuri e mi fai perdere i clienti, ti potrei
fare la guerra.
È successo qualche settimana fa
quando in piazza Cattedrale doveva svolgersi il Festival “Ta.Tarà.Tata” e poi
dopo qualche giorno quello del Jazz.
La kermesse folkloristica ha avuto la peggio, è stata
spostata in piazza Cavour magicamente e gli organizzatori, contattati, hanno
risposto timidamente che “Il camion del service giunto dalla Campania non
riusciva a passare nei vicoletti”, “Che il palco era troppo grande per poter
stare lì”.
I commercianti della piazza – sponsor dell’attività – ci hanno
raccontato un’altra versione dei fatti.
“È stato
spostato in piazza Cavour” risponde non celando il suo disappunto il primo. E con un
sorriso amaro confessa: “Sono arrivati qui
anche gli agenti della Polizia Municipale e i volontari che si occupano di
servizio d’ordine e di primo soccorso e abbiamo dovuto avvisarli noi dello
spostamento. È successo tutto in una mezza mattinata”.
“Ma come mai?” rilanciamo. “Pare che qualche
imprenditore della zona non fosse d’accordo e abbia fatto spostare il Festival– rivela -. E pensare che noi avevamo
accolto con piacere l’invito degli organizzatori. Ci eravamo persino offerti
come sponsor della manifestazione che ci avrebbe portato anche più incassi. Ci
eravamo anche preparati, ordinando più merce del solito”.
Una doppia batosta per i commercianti,
insomma, che non vivono esattamente un periodo florido.
“Da
quando la zona di Piazza Cattedrale è diventata pedonale, abbiamo perso molto –confessa un altro esercente -. Molti clienti venivano addirittura da fuori
Bitonto, altri semplicemente in auto per caricare facilmente la spesa. Ora non
vengono più”. “Sono d’accordo con la
ZTL, anche per consentire il passeggio serale – continua -, ma perché chiudere la zona al traffico anche
di mattina? In questo modo si penalizzano i nostri esercizi. Per non parlare
delle difficoltà per lo scarico delle merci …”.
E i problemi di piazza Cattedrale non
finiscono qui.
“La
mattina l’aria è irrespirabile – dichiara un altro esercente -. Alcuni locali della zona lasciano la loro
spazzatura fuori. Gli scarti spesso gocciolano anche fuori dalla busta. Proprio
qualche giorno fa abbiamo esposto il problema a dei vigili che si trovavano qui
per caso, ma nulla è cambiato”.
“Tante
volte abbiamo richiesto la pulizia della piazza – rilancia ancora -, ma ogni giorno c’è una scusa per non effettuarla”.
“Ringraziamo il cielo – commenta un altro – che qualche giorno fa
ha piovuto. La piazza non viene lavata e disinfettata dal 2 settembre dell’anno
scorso. Ora ci sono troppi locali, alcuni lasciati soltanto al buon senso del
personale dipendente, cosa pretendiamo? Altro che Venezia! Per la Ztl? La nuova
restrizione non cambia nulla, al mattino il centro storico veniva percorso da
chi voleva tagliare le strade più trafficate, specie per accompagnare i bimbi a
scuola”.
Una vecchietta, con evidenti problemi di
deambulazione, si avvicina: “Ogni giorno
per riuscire a tornare a casa devo scansare i tavolini”. Un vero percorso
ad ostacoli per l’anziana signora che si aggrava ad ogni nuova apertura di
locali. “Nel tempo, alcuni si sono anche
allargati, occupando ancora più spazio. Ma nessuno se ne accorge? Chi dovrebbe
regolarlo?”.
“Qui
è una guerra tra esercenti – riprende il commerciante -. Siamo abbandonati a noi stessi e i
riflettori vengono sempre puntati su piazza Cavour”.
“Non
capiscono che piazza Cavour è l’ingresso alla città antica – fa eco un altro imprenditore -. Se ci sono eventi, tutti si fermano lì e non
si inoltrano nel centro storico. Se le manifestazioni si organizzano
all’interno, invece, ne giovano tutti. Nel tragitto, il pubblico si ferma anche
in altri locali”.
Uno di loro poi chiude
salutandoci: “In tutto ciò, tra eventi,
spese e quant’altro, noi dobbiamo ancora capire a quanto ammonta la spesa del
suolo pubblico. Vedremo…”.
Ma al netto di lamentele, rivalità tra esercenti e facili proclami, la domanda è: non si sarebbero potute organizzare conferenze di servizi per capire le necessità di tutte le parti e valutare il luogo più adatto all’evento prima ancora della sua organizzazione e comunicazione?
Inoltre piazza Cattedrale è davvero il luogo giusto per ospitare Festival di grande portata? Non si potrebbero valutare i diversi spazi della città e stabilire il luogo delle manifestazioni in base al numero di spettatori previsti?
In questo modo i Festival potrebbero essere distribuiti in tutta la città e a giovarne sarebbero tutti i cittadini e gli esercenti. Per non parlare della sicurezza, in alcuni casi davvero deficitaria…