Sabato 4 giugno alle 19 nel Salone Polifunzionale della Fondazione Santi Medici a Bitonto presentazione del libro “Ce la farà Francesco?” scritto da don Rocco D’Ambrosio, edito da La Meridiana.
Dopo l’introduzione di Elvira Zaccagnino, direttrice de “La Meridiana”, dialogheranno con l’autore don Vito Piccinonna, parroco-rettore della Basilica Santi Medici e Rosy Paparella, garante dei diritti dei Minori – Puglia. Modererà l’incontro Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia.
Riuscirà papa Francesco nell’opera di riforma della Chiesa che ha avviato assumendo il suo pontificato mirando tanto a una riforma delle strutture ecclesiastiche quanto a un profonda conversione di quanti in esse operano? L’interrogativo, che fin dai giorni dell’elezione dell’argentino Bergoglio che ha stupito il mondo con la scelta di chiamarsi Francesco e l’immediato richiamo alla povertà della Chiesa, si leva continuamente tanto negli ambienti ecclesiali, quanto in quelli laici. Una risposta viene dal saggio di Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia politica alla Pontificia Università Gregoriana, e coordinatore di alcune scuole di formazione all’impegno sociale politico, “Ce la farà Francesco? La sfida della riforma ecclesiale”, Edizioni La Meridiana (p. 83, 13,50 euro). Un volumetto in cui D’Ambrosio ripercorrendo gesti, parole, interventi e decisioni di papa Francesco in questi tre anni di guida della Chiesa, propone di leggere la sua azione assumendo quella “prospettiva dal basso” interpretata dallo stesso Papa che sola può rappresentare la chiave di volta per un effettivo successo di ogni tentativo riformatore.”Questa prospettiva – spiega D’Ambrosio – è il cuore della riforma di Francesco: o si entra in essa o non si comprende che cosa sta realizzando; o la si condivide, con intelligenza e sana criticità, oppure ci si oppone si vanifica il suo sforzo”.D’Ambrosio approfondisce il significato della “prospettiva dal basso”, in cui richiama Bonhoeffer, spiegando che il modo in cui la applica Bergoglio “stride con quelle realtà di Chiesa cattolica, come quella italiana, che possiedono diversi beni materiali e risorse finanziarie, godono di benefici statali di diverso tipo, possono contrae su beni mobili e immobili di notevole valore”. E’ così che, denuncia nel suo saggio, tutto questo fa assimilare la comunità cattolica alle diverse istituzioni che fanno del profitto l’unico o il maggiore scopo.Ed è così, ad esempio, che proprio nel nostro Paese, voci “profetiche”, come quella di don Primo Mazzolari, hanno in modo quasi ante litteram rispetto all’attuale pontificato, richiamato la comunità a scelte di povertà e autenticità. Per recuperare la “prospettiva dal basso”, secondo D’Ambrosio è “inderogabile” chiedersi quanto la logica del mercato, del profitto a ogni costo tocchi “le nostre strutture cattoliche”, “non sempre ispirate dai criteri evangelici di bene comune”.Ma sempre per il docente della Gregoriana, questa prospettiva, interpella anche in termini di “segni”. Si dovrà verificare, ad esempio, suggerisce toccando un tasto caro al Pontefice argentino, quante diocesi, parrocchie e strutture cattoliche hanno risposto, e in quali termini, all’appello di accoglienza dei migranti presenti nel proprio territorio.