La trasformazione
del Laboratorio di Analisi in Centro Prelievi, il 118 senza medico a bordo, il
PPI chiuso nelle ore notturne.
Sembra un assalto
vero e proprio quello degli ultimi mesi ai danni del Presidio Territoriale di Assistenza di Bitonto, che continua così a
pagare l’eliminazione di servizi vitali e necessari per la comunità, un bacino
d’utenza di oltre 90 mila persone.
In questa seconda
puntata del focus del “da Bitonto” sulla questione sanità, proviamo ad analizzare i fatti delle ultime settimane.
Riprendendo il nostro cammino dal Laboratorio
di Analisi: è recente, infatti, la nota pubblicata dall’ASL Bari – Presidio
Ospedaliero “San Paolo”, che riorganizza proprio il Laboratorio di Analisi di
Bitonto, derubricandolo a Centro
Prelievi, «costituito da tre infermieri,
1 amministrativo, 1 medico ed 1 tecnico di laboratorio; aperto al pubblico
dalle ore 7,30 alle ore 10,30 di tutti i giorni della settimana, dal lunedì al
venerdì tranne i festivi, e con la consegna dei referti dalle ore 11 alle ore
13; e col trasporto dei campioni e dei documenti dal Centro Prelievi di Bitonto
al Laboratorio del P.O. del San Paolo». A questo, si aggiungono il PPI
chiuso di notte (notizia di sabato scorso) ed il 118 demedicalizzato.
Pertanto, partendo
proprio da tutti questi continui attacchi al nostro ex Ospedale e dai tanti
investimenti non tramutati sul campo in servizi adeguati, che nasce e si muove
la battaglia del consigliere regionale Domenico
Damascelli (Forza Italia), il quale ha convocato per lunedì scorso un
incontro tecnico finalizzato a preparare un protocollo condiviso che preveda la
perfetta organizzazione della struttura territoriale cittadina per l’erogazione
di servizi sanitari efficienti al bacino di utenza Bitonto – Palo del Colle.
Alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, il direttore generale dell’ASL
Bari, Vito Montanaro; il direttore
sanitario dell’azienda, Silvana Fornelli;
il sindaco di Bitonto, Michele
Abbaticchio; i componenti della Commissione consiliare paritetica sulla
sanità, i consiglieri Francesco Paolo
Ricci, Giovanni Ciccarone e Pippo D’Acciò; la presidente del
Comitato Consultivo Misto ASL Bari, Marilena
Ciocia; la presidente della Consulta del Volontariato, Rosalba Cassano; il responsabile dell’Ufficio di Medicina Generale
del Distretto Socio Sanitario di Bitonto – Palo del Colle, Gaetano Bufano; ed il direttore del Dipartimento Promozione della
Salute, Giovanni Gorgoni.
Abbiamo
intervistato in esclusiva il consigliere Damascelli, per farci raccontare gli
esiti dell’incontro ed illustrare cosa è accaduto negli ultimi mesi.
«La
riunione istituzionale per il PTA di Bitonto organizzata per lunedì era stata
convocata prima della sorpresa nel weekend della chiusura del PPI, fatta con
comunicati urgenti all’ultimo momento e tardo pomeridiani, a cavallo di una
giornata festiva nazionale come il 1° Maggio, e sulla base di una
rassicurazione certa, da parte della ASL, che a breve sarà riportata ad h24 –
spiega Damascelli –. Solo per questo non
siamo già in piazza. Ora, aspetteremo qualche giorno, anche se sono fortemente
preoccupato che se un infartuato arriva oggi a Bitonto dopo le 20, anche in
questi giorni in cui il servizio è momentaneamente sospeso, il paziente non
avrà alcuna cura e assistenza in caso di emergenza, e rischia di rimetterci la
pelle. Noi aspettiamo e vediamo se davvero riaprirà, se così non fosse
ricominceremo con azioni forti. Non resterò a guardare, devo combattere anche
con manifestazioni, non esiste
retrocedere di un millimetro l’asticella della battaglia. Spero di non essere
solo, bisogna lottare, non sminuire o nascondere, altrimenti si fa il gioco di
chi finora ha venduto e continua a vendere il nostro territorio. Dobbiamo fare
squadra, andando oltre le logiche partitiche, questo purtroppo non sta
avvenendo».
«Quando
io a Marzo annunciai che vi era questa volontà politica di trasformare tutti i
PPI dell’ASL Bari, rimasti in h24, in h12, tanta gente mi remava contro
affermando che io non stessi dicendo la verità, e mi smentivano continuamente
con post sui social e con comunicati stampa – continua il
consigliere di Forza Italia –. Ora subiamo
questa penalizzazione ma mi chiedo: se i medici con contratto di libera
professione non hanno aderito finora al bando perché le condizioni contrattuali
non sono per loro favorevoli, come potranno farlo in seguito? Se non aderiscono
oggi, non lo faranno neanche tra dieci giorni. Questo mi preoccupa fortemente. Quando
ci sarà la possibilità di vedere persone assunte con condizioni lavorative
dignitose e che diano serenità alla prosecuzione di un servizio, che deve
avvenire in maniera costante e senza interruzioni? Si può togliere un servizio
così delicato e prezioso come quello dell’emergenza/urgenza? La ASL dice che da
Roma si sta aspettando un segnale per sbloccare le assunzioni. È un continuo
rimandare ma noi abbiamo l’impellente necessità di risolvere questo problema».
«Per
ripristinare immediatamente la totale funzionalità del PPI –
propone – riteniamo sia necessario
coinvolgere i medici in servizio presso i pronti soccorso o i centodiciottisti
degli ospedali limitrofi, garantendo il turno nelle ore notturne, chiedendo
loro di fare degli straordinari , e dislocandoli nei vari PPI. Ovviamente il
bitontino che troverà chiuso a Bitonto andrà al San Paolo, ingolfando lì il
Pronto Soccorso».
La questione del 118 non medicalizzato. «Montanaro ha sconfessato chi diceva che
andavano bene i 118 non medicalizzati seguiti da auto medica – spiega l’ex
vicesindaco –. Questa è una strategia che
fa male ai cittadini perché più costosa – con più mezzi che devono girare – e perché
l’ambulanza senza medico a bordo, una volta sul posto, non può somministrare
nulla al paziente, mentre il medico che arriva con la macchina non ha i mezzi
per capire il quadro clinico e somministrare subito la terapia. Una strategia
del genere significa l’arrivo di due mezzi, di più personale, la perdita di più
tempo a discapito della sopravvivenza del cittadino. È necessario dunque avere
tutte le ambulanze medicalizzate».
Tanti fondi
investiti ma non corrispondenti ai servizi. «Sono
stati destinati oltre 5 milioni e mezzo di euro per Bitonto, ma cosa me ne
faccio se poi mi togli i servizi? – si chiede il rappresentante forzista –. Dei fondi stanziati non tutti sono stati utilizzati,
e quelli investiti sono stati rivolti solo per mettere a norma degli ambienti e
per farne alcuni che non saranno più utilizzati per i fini per cui erano stati
impiegati. Questa è una forma di distrazione di soldi pubblici». L’esempio lampante
è rappresentato dal Laboratorio di
Analisi, «che vogliono togliere, trasformandolo
in Centro Prelievi, ma per i quali avevano già avviate le gare di appalto».
«Nel
momento in cui ho la sala operatoria per le prestazioni di Chirurgia
Ambulatoriale – aggiunge – io ho la necessità di avere il supporto del Laboratorio di Analisi, che
è fondamentale perché per effettuare le prestazioni di analisi è importante che
io, per qualsiasi necessità, abbia i risultati al momento, sul posto. Stessa
cose se io ho un PPI Air con strutturazione avanzata, come richiesto, e c’è un
sospetto di infarto cardiaco. In provincia di Bari, a parte il capoluogo, i
primi comuni sono Altamura, Molfetta e Bitonto: i primi due hanno l’ospedale,
di cui uno nuovo ad Altamura, l’unico invece che non ce l’ha è Bitonto. Non
esistono comuni di oltre 50mila abitanti senza unità operativa di pronto
soccorso, qua non abbiamo neanche più il PPI».
Dunque, sul tavolo
di lunedì scorso tanti i temi di discussione.
«L’incontro
è stato molto proficuo, con tutto il gotha dell’ASL presente –
ammette Damascelli –. Ho chiesto un
metodo di lavoro, ho proposto non il solito documento discorsivo, ma l’approvazione di un protocollo d’intesa,
un atto firmato dal presidente Emiliano e dall’ASL».
Ma su cosa si basa
questo documento? Si tratta di un fascicolo in cui si chiede il potenziamento strutturale e di organico
degli ambulatori, dei servizi e delle unità operative già presenti e per i
quali si deve provvedere ad una sorta di censimento, individuando l’ubicazione,
i giorni e gli orari di attivazione, le dotazioni strumentali e di risorse
umani, le condizioni degli ambienti, i fondi economici necessari e le risorse
disponibili per finanziare gli interventi. Ed ancora, viene proposta anche l’istituzione di nuovi ambulatori, servizi e
unità operative, nell’ambito del Poliambulatorio di III livello, la trasformazione dell’attuale PPIT in PPIT
AIR con servizio h24 e posti letto tecnici di Osservazione Temporanea e/o
Osservazione Breve, l’attivazione di
dieci posti letto di riabilitazione h24 per garantire gli interventi di
assistenza residenziale estensiva e l’attivazione
di dieci posti letto RSA R1 h24 pr anziani e/o persone non autosufficienti. Il
tutto, con tanto di definizione della data di istituzione del nuovo servizio.
Questa ricognizione
verrà condotta da una commissione tecnica della ASL, che verrà nella struttura
di via Comez per compilare il modulo.
«Stiamo
chiedendo quello che realmente si può ottenere –
conclude Damascelli –. Per Montanaro il
percorso da me proposto è assolutamente percorribile. Non stiamo chiedendo la
luna nel pozzo o cose irrealizzabili. I fondi ci sono ma per cosa e come
vengono utilizzati?».