Due
persone iscritte nel registro degli indagati, con tanto di avvisi di
garanzia. L’ex dirigente del settore Finanziario del Comune di
Bitonto, Francesca Panzini. L’attuale posizione apicale e quindi suo
successore, Nadia Palmieri.
Ma,
a sentire bene gli esperti, sarebbe soltanto un atto dovuto.
È
la prima, importante “notizia” dell‘inchiesta che la magistratura
barese ha avviato per capire “eventuali
abusi e omissioni che potrebbero avere causato un danno alle casse
comunali di oltre 300mila euro”.
L’azione
penale, condotta dagli uomini della Guardia di finanza, è partita
poco più di un anno e mezzo fa, a seguito dell’esposto presentato
dal consigliere del Partito democratico Franco Natilla, in cui il
piddino invitava la Procura barese, la Corte dei conti e il
commissariato di Pubblica Sicurezza cittadino, ad avviare
accertamenti per verificare, appunto, l’eventuale presenza di abusi e
omissioni.
L’oggetto
dell’inchiesta è semplice: i troppi anni di Tarsu (ben 13 per la
verità, e un ammanco che è salito a 600mila euro), l’ex nome della
tassa sui rifiuti, che la società Europrogea ha “dimenticato” di
pagare al Comune.
I
fatti. La
notizia degli indagati è stata annunciata ieri dai colleghi di
Bitontolive.
Questo
brutto pasticciaccio inizia nell’estate 2013, momento in cui Franco
Natilla convoca la stampa nella sede piddina di corso Vittorio
Emanuele per segnalare qualcosa che non va.
La
società in questione avanza debiti importanti, appunto, e da Palazzo
Gentile – segnalava l’ex assessore alla Polizia municipale – si
stavano muovendo in maniera troppo “allegra” per recuperarli,
quei debiti. Diversamente dal “solito”, quindi
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/tarsu-perche-il-comune-e-severo-con-i-meno-abbienti-e-non-con-i-grandi-evasori/1625.htm).
Che
significa? Ecco. “Tra
ottobre e novembre del 2012 viene incaricata una società esterna per
l’attività di recupero e vengono emanate due ingiunzioni di
pagamento per un ammontare di 250mila euro più 30mila. La ditta
destinataria del provvedimento nulla oppone, tant’è che la società
passa alla fase successiva: il pignoramento. A fine gennaio di
quest’anno, l’azienda scrive all’ufficio tributi, al sindaco e
alla società, per chiedere una rateizzazione di 72 tranche. A metà
febbraio, parte dal Comune una nota a firma di un dirigente pro
tempore e di un funzionario, con la quale si aderisce alla proposta.
Questa incredibile deroga al Regolamento, che prevede al massimo 8
rate, è un autentico arbitrio che non doveva essere consentito.
Tant’è
che, nove giorni dopo, la ditta addetta alle riscossioni indirizzata
traccia la cronistoria della S.p.a., sottolineando che aver aderito
in maniera inusuale e contraria alle norme vigenti, aveva interrotto
la procedura di recupero del debito”.
Il
consigliere metropolitano, allora, si aspettava risposte
dall’assessore al Bilancio Michele Daucelli e dal sindaco Michele
Abbaticchio.
Non
arrivano, e allora a gennaio 2014, trasmette una nota al primo
cittadino, chiedendo di conoscere “quali
iniziative fossero state intraprese per la riscossione del credito di
Europrogea“.
Anche
in questo caso, bocche cucite, e a maggio reindirizza la missiva, con
conoscenza anche al Segretario generale Salvatore Bonasia, ma
nonostante alcuni incontri, i desiderata del piddino non vengono
accontentati.
Qualche
mese dopo, allora, ecco l’esposto.
E
l’avvio dell’azione penale, con Natilla ascoltato come persona
informata dei fatti, e la Guardia di finanza per ore negli uffici
comunali per setacciare carte e documenti utili all’inchiesta.
La
giunta e la richiesta di fallimento.
L’amministrazione,
in realtà, non è stata solo a guardare.
Nell’estate
scorsa, infatti, l’esecutivo cittadino ha deciso di “attivare
ricorso per la dichiarazione di fallimento in danno
dell’azienda, autorizzando all’uopo il sindaco a conferire procura
ad litem(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/troppi-anni-di-tarsu-non-pagata-la-giunta-chiede-il-fallimento-di-un-azienda-di-trasporti/6574.htm).
Anche
perché, nel frattempo, i debiti verso il Comune sono saliti a quasi
600mila euro, e che “si
evidenzia tra l’altro l’inefficacia di misure cautelari ed
esecutive sul patrimonio della Società alternativa alla richiesta di
fallimento stante anche la presenza di plurimi protesti, documentati
da visure integrata storica allegata, compatibile con uno stato di
decozione”.
Che
fine ha fatto quell’azione?“L’istanza
al momento è sospesa – sottolinea
l’assessore al Bilancio Michele Daucelli – in seguito ad una richiesta di accordo di ristrutturazione dei debiti
da parte della società, alla quale il Comune ha risposto
richiedendo, per poter aderire, una polizza fideiussoria di importo
pari al debito e, comunque, pretendendo il pagamento immediato del
primo debito e una rateizzazione per il secondo”.