È tornato a
riunirsi ieri il Consiglio comunale di Bitonto. Assente il sindaco Michele Abbaticchio, ancora alle prese
con il recupero fisico dopo i recenti problemi di salute.
I lavori partono
con un messaggio «di stima ed
apprezzamento» del neo presidente dell’assise, Gaetano De Palma, nei confronti «del
lavoro delle forze del Commissariato di Pubblica Sicurezza, nel contrasto ai
crimini seriali, quali furti in campagna, ad appartamenti, di auto».
A tal proposito, il
capogruppo democratico Francesco Paolo
Ricci ha ripreso una sua vecchia proposta: l’istituzione di una Commissione
speciale «che dovrebbe sollecitare il Governo
centrale e recarsi a Roma col sindaco per chiedere un rafforzamento delle forze
dell’ordine presenti sul territorio. Per quanto possa essere egregia l’opera
delle forze dell’ordine, non c’è dubbio che le stesse soffrano in termini
numerici, con conseguente limiti ad un controllo più efficace del territorio. Mentre
a Bari è arrivato l’esercito, a Bitonto continuiamo ad avere gli stessi numeri
di diversi anni fa».
Si passa subito ai
punti all’ordine del giorno e si parte con l’elezione di un consigliere di
minoranza come membro della Prima e della Quinta Commissione al posto di De
Palma. Al voto partecipa solamente l’opposizione, che elegge Farella (Gruppo Misto) per la Prima e Ricci (PD) per la Quinta commissione.
Si procede con il riconoscimento
dei debiti fuori bilancio per le competenze professionali di alcuni difensori
legali esterni in giudizi che hanno coinvolto il Comune di Bitonto, dinanzi a Corte
d’Appello, Tar Puglia, Corte di Cassazione e Tribunale di Bari. Tra questi,
anche il caso della nuova scuola media su via Ammiraglio Vacca. E monta subito
la polemica.
Per Domenico Damascelli (Forza Italia) «c’è stato un grave errore nell’approvazione del progetto, la gara
d’appalto è stata approntata su parametri che l’impresa non poteva mai
realizzare. È un chiaro caso di pessima amministrazione. Annunciata come opera
pubblica in pompa magna, oggi è diventato ricovero per nomadi e zingari».
«Ho
chiesto più volte lumi sul contenzioso – interviene Ricci –. Ci sono diversità e anomalie sulla liquidazione dei legali difensori
del Comune. Questi atti vengono sottoposti al vaglio del Consiglio comunale,
anche se ripeto dovrebbe essere gestito dalla struttura».
Secondo la forzistaCarmela Rossiello «con i soldi pagati col mutuo per un scuola
mai realizzata, si poteva risolvere benissimo la questione della scuola De
Renzio. La questione delle scuole a Bitonto è stagnante da tanti anni, sia
sulla manutenzione sia sulla organizzazione della rete scolastica. La questione
De Renzio risolta in quella maniera non la condivido. Con quei soldi si poteva
costruire ben altra cosa».
Osservazioni anche
dalla maggioranza. Per il socialista Franco
Mundo «l’edificio scolastico ha una
collocazione urbanistica sbagliata. La scuola è il cuore di una comunità, non
può essere in periferia. Bisogna tener conto della regolamentazione flussi».
Si passa al voto e
i quattro riconoscimenti dei debiti fuori bilancio vengono approvati con i voti
della sola maggioranza (12) ed 1 astenuto (De Palma), mentre la minoranza esce
dall’aula.
Si passa ai punti
successivi – prese d’atto sul piano di razionalizzazione delle società e delle
partecipazioni societarie direttamente o indirettamente dal Comune di Bitonto,
tra cui Banca Etica e ASV – ed è bagarre.
Torna infatti ad
essere oggetto di discussione il tema ASV, dopo la scelta del Consiglio comunale
di cedere ai privati le quote del 60% in sue mani dell’azienda, nell’ambito
dell’approvazione del Documento Unico di Programmazione. Presente, a riguardo,
in aula, anche una delegazione di dipendenti dell’ASV, preoccupati per le sorti
future dell’azienda e del loro posto di lavoro.
I socialisti, in
linea con l’emendamento presentato nella penultima seduta del Consiglio comunale
e con le riflessioni sul’ASV, decidono di non partecipare al voto. E questo
crea scompiglio nella maggioranza: la minoranza decide di uscire anch’essa dall’aula
perché vengono meno i numeri per andare avanti col voto. Tra le file della
maggioranza, infatti, sono presenti solo dieci consiglieri più il presidente De
Palma, uno in meno rispetto ai dodici necessari per validare il tutto.
«Il
legislatore ci dice di tagliare i rami secchi e di lasciare quelli produttivi –
spiega Mundo –. Con questa operazione stiamo tagliando parti vitali dell’Amministrazione,
non stiamo dando seguito a legislatore. Nell’emendamento abbiamo proposto delle
integrazioni e di stralciare momentaneamente l’operazione di messa in vendita
quote pubbliche azienda. Oggi la SANB non può fare ciò che fa l’ASV, potrà
farlo più in là. Oggi o acquisisce i beni, i knowhow, oppure li deve noleggiare
da un’azienda in grado di farlo. Ai nostri quesiti avanzati solo il Segretario
Generale ci ha dato risposta. Nessuno ha il dono della verità, ma c’è buona
fede, chiediamo rispetto e lo rivendichiamo».
«Usciamo
dall’aula per non consentirvi l’approvazione, facendovi restare sotto il numero
consentito per andare avanti coi lavori – attacca la maggioranza Ricci –. Non vogliamo sentirci complici di una decisione che questa
maggioranza ha già preso e che i consiglieri, oggi presenti, ratificheranno con
un’alzata di mano. Le rassicurazioni sul futuro dei dipendenti devono darle innanzitutto
chi amministra, chi fa politica, anche perché si trattano di scelte politiche».Dello stesso avviso Farella e Toscano (UDC), con quest’ultimo che parla di «ennesimo scivolone dell’Amministrazione».
Replica la
maggioranza, con Giovanni Ciccarone(Progetto Comune): «Quando abbiamo scelto di affidarci alla SANB,
questa Amministrazione si è preoccupata che i dipendenti dell’ASV mantenessero
salvo il loro posto di lavoro. Per questa maggioranza è stata una scelta
politica chiara, sta seguendo le leggi regionali, i tempi dettati dalla Regione.
In questi mesi l’ASV ha continuato a fare i suoi servizi mentre la SANB sta partendo,
il binario è ormai quello. Nel frattempo però lo si continua a fare con chi se
ne occupava già. L’ASV grazie a questa Amministrazione ha incominciato a
prendere lavori, a fare gare, ad acquisire valore sul mercato per i servizi che
svolge, cosa mai successa prima».
«La
fotografia è chiara, la strada ben precisa – aggiunge –: c’è una volontà politica di questa Amministrazione
che va sulla strada della SANB, imposta dalla legge regionale, con l’obbligo di
fare il bilancio armonizzato alienando le società che svolgono le stesse
funzioni. Siamo convinti che bisogna seguire la direzione della legge, se un
domani ci si chiede di recuperare l’ASV, lo faremo. Ma rassicuriamo che il
personale vedrà salvaguardato il posto del lavoro nella nuova azienda».
Rassicurazioni
anche dall’assessore Domenico
Incantalupo: «È sicuro che non verrà
perso il lavoro, la preoccupazione legittima è solo quella di cambiare troppo
spesso padrone. Proprio per andare incontro a questa esigenza abbiamo aderito a
questo percorso di costituzione di un’azienda completamente pubblica. Abbiamo
pensato al servizio, statisticamente i servizi migliori vengono svolte da
società pubbliche. Per la SANB siamo agli sgoccioli, la settimana prossima
verranno definiti gli ultimi tasselli. Il Comune ora farà una perizia per
capire quanto vale l’ASV, che nel frattempo si è notevolmente valutata nel
mercato».
Non
manca il contributo del Segretario Generale, Salvatore Bonasia, invitato dall’assessore Daucelli ad intervenire
per dare rassicurazioni ai dipendenti dell’ASV: «Il personale che entro il 31/12/15 o entro otto mesi dall’affidamento
appartiene alla società – illustra il dirigente –, sarà soggetto al passaggio diretto e immediato al nuovo gestore dei servizi
integrati dei rifiuti, mantenendo le condizioni di contratto. Il cambio del
soggetto che gestirà il ciclo dei rifiuti non intacca il rapporto di lavoro».
Intanto
arriva Lozito (Giovani con Michele
Abbaticchio) a salvare la maggioranza e a dare i numeri necessari per procedere
col voto. La minoranza torna in aula, non mancano scaramucce anche su Banca
Etica, nel complesso il clima non è sereno. E Ciccarone espone la sua amarezza
contro la demagogia della minoranza, parlando di «situazioni contro la verità. I giochi di retorica ingannano la gente
che a noi è cara. Non stiamo distruggendo la ASV ma stiamo creando qualcosa di
meglio».
Si
procede col voto, e i tre punti all’ordine del giorno passano: 11 i voti
favorevoli (maggioranza), 1 astenuto (De Palma) e 5 i voti contrari
(minoranza). Assente, dunque, solo il PSI.
La
seduta termina qui: rinviati i punti successivi, quali interrogazioni ed
interpellanze e il riconoscimento di diversi debiti fuori bilancio.