Il libro scritto da Giuseppe Florio e Leonardo Becchetti sarà presentato oggi, alle 19, presso l’Auditorium della Fondazione santi Medici nell’ambito di un incontro organizzato dalla stessa Fondazione e dall’associazione Progetto Continenti, l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Bari – Bitonto, la Caritas Bari – Bitonto e l’Associazione di Cultura Politica “G. Lazzati”. Le chiavi per uscire dalla crisi? Cooperazione, microcredito, commercio equosolidale, banche etiche, ma soprattutto impegno personale ed empatia nelle relazioni
Recensione tratta da “Redattore Sociale”
Un dialogo serrato, incalzante, fra un teologo esperto di Bibbia e un docente di economia, che si confrontano su temi etici e finanziari. A colpi di citazioni evangeliche e di dottrina sociale ecclesiale, il volume Dio e mammona, fresco di stampa per i tipi di Ecra (pagg. 144, € 14,00) e firmato da Giuseppe Florio e Leonardo Becchetti, mette sotto accusa il liberismo e il mercato senza scrupoli, contrapponendo una visione improntata su principi solidaristici e valori empatici. Dimostrando anche come il progetto di società umana lanciato da Gesù conservi una straordinaria attualità dai risvolti sorprendentemente rivoluzionari, almeno per alcuni lettori. Utopia? Tutt’altro, secondo gli autorevoli autori del libro.
Anche le due presentazioni di mons. Mario Toso (segretario del Pontificio Consiglio giustizia e pace) e della saggista ed economista Loretta Napoleoni percorrono il doppio binario spirituale e laico scelto dagli autori. Ma si tratta tutt’altro che di binari paralleli, senza intersezioni e punti d’incontro: la crisi attuale, ammoniscono Florio e Becchetti, è scaturita proprio dallo scollamento tra economia ed etica. Uno scenario, tuttavia, che non esime dalla responsabilità personale e dall’impegno di cittadinanza: “Esiste una radicalità, fondata sulla responsabilità e sull’azione civile di tutti i cittadini che, nonostante appaiano estromessi dai centri decisionali del potere, hanno oggi a disposizione strumenti decisivi per poter incidere ‘politicamente’ nel mondo in cui vivono anche tramite le loro scelte di consumo e risparmio, quando queste vanno a premiare quelle imprese che sono in grado di creare valore economico rispettando sostenibilità sociale ed ambientale. L’alleanza tra i cittadini responsabili e le imprese pioniere può diventare fattore di lievito e di trasformazione della realtà economica, ridando fiato e forza ad una politica spesso indebolita ed umiliata, così ridotta anche a motivo di scelte da essa stessa precedentemente compiute”, scrive mons. Toso nella presentazione.
Gli fa eco Loretta Napoleoni che – dopo aver ricordato l’etimologia della parola mammona (dall’aramaico mamon, ricchezza) – sottolinea: “Illustri economisti hanno dimostrato che la vera ricchezza scaturisce dal
benessere dei molti, non solo in termini esistenziali ma anche e soprattutto in termini economici: una classe media benestante contribuisce maggiormente al gettito fiscale che una sempre più povera. […] Il mantra liberista è talmente radicato che pochi si pongono queste domande, è ormai entrato a far parte del nostro Dna. Non solo ne accettiamo le conseguenze poco democratiche, ma celebriamo i ricchi come i predestinati di un dio che assomiglia tanto a mamon. Non ci accorgiamo che si tratta di un idolo, un feticcio, siamo vittime di superstizioni che alimentano tolleranza per un modello di economia ingiusto, iniquo ed insostenibile”. Napoleoni getta quindi un ponte tra la società descritta dai Vangeli e quella odierna: nonostante siano trascorsi due millenni, “la società è fragile perché tra i due padroni predilige il denaro, oggi come duemila anni fa abbiamo bisogno di ritrovare lo spirito societario per ricominciare a crescere non da soli ma tutti insieme”.
Comunitarismo semplicistico? Buonismo a buon mercato? Per gli autori si tratta di reimpostare le relazioni su empatia e solidarietà, a partire dalla responsabilità delle singole persone e ancor più dei cristiani: il biblista Florio rileva come per Gesù dietro la povertà non ci sia “una maledizione divina, ma l’ingiustizia. […] è l’unico maestro di sapienza a dire che la povertà non è frutto di maledizione divina, e che quindi ad essa si può e si deve porre rimedio. […] Se si intende parlare di Dio, bisogna mettere insieme la parola di Dio con la pancia vuota di chi non sta più in piedi”. E ancora: “I discepoli di Gesù non sono chierichetti dediti al culto, né hanno imparato a memoria una sapienza. Sono persone che devono saper rispondere e immedesimarsi nei bisogni del prossimo. Anche in economia, del resto, il concetto di moltiplicazione è straordinariamente forte. Nella storia dell’economia questa idea sembra aver preso più la direzione dell’accumulazione (quindi di ‘mammona’), che quella dell’equa distribuzione e della ricompensa delle virtù”.
E Becchetti sottolinea: “Da soli siamo radicalmente insufficienti a risolvere i nostri bisogni e quelli degli altri. Le risorse che abbiamo in dotazione non bastano. […] In questa logica circolare del bene comune i valori e le norme sociali sono molto più forti, quando c’è prossimità, quando c’è relazione. Se la relazione è anonima, gli individui diventano molto meno morali. E questo è il classico caso di quanto accade nei mondi della finanza e in Borsa”. (Laura Badaracchi)
Gli autori
Leonardo Becchetti è un economista italiano. Dal 2006 è professore ordinario di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata. I suoi principali temi di ricerca riguardano la finanza etica, il microcredito, la responsabilità sociale di impresa ed il commercio equo e solidale. Dal 2005 al 2014 è stato presidente del comitato etico della Banca Popolare Etica. Dal 2009 è direttore scientifico della Fondazione Achille Grandi. Dal 2007 è direttore del sito www.benecomune.net. Nel 2010 diviene portavoce della campagna 005 sulla Tassa sulle transazioni finanziarie. Dal dicembre 2010 è autore del blog su Repubblica.it La felicità sostenibile, dove affronta i temi dell’economia civile, della macroeconomia e della finanza etica. È editorialista di Avvenire. Dal 2013 è presidente del comitato tecnico-scientifico di Next – Nuova economia per tutti.
Giuseppe Florio ha conseguito il dottorato in Teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Da 25 anni ha avviato Progetto Continenti, una Associazione di solidarietà internazionale che realizza in diverse aree del mondo progetti a favore delle popolazioni più povere. La costante frequentazione di altre culture e religioni ha arricchito la sua visione del cristianesimo e del dialogo inter-religioso.