Da
un lato c’è la concessione del servizio della raccolta rifiuti agli
Ambiti di raccolta ottimali (Aro) che, nonostante sia stata messa in
essere dal 2012, in realtà “è
ancora ben lontana dalla compiuta attuazione e dalla piena
operatività”. Dall’altro
– e questo forse è l’aspetto più grave – ci sono gli Enti
locali che, nonostante precisi impegni e obblighi di scadenza da
rispettare – li hanno abbondantemente disattesi. I Comuni, in modo
particolare, invece di “costituirsi
nelle forme previste dalla deliberazione di Giunta regionale n°800
dell’aprile 2015”,
hanno preferito “il
prolungato ricorso alle ordinanze contingibili e urgenti di proroga
degli affidamenti in essere”. Non
più previsti già dal 2012.
Il presidente
dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha
denunciato alla procura della Repubblica barese e alla Corte dei
conti quello che doveva essere il nuovo servizio della raccolta
rifiuti della Regione Puglia, praticamente ancora al palo.
E,
nella sua determina del 2 marzo scorso (“Attività
di vigilanza sull’applicazione della disciplina normativa in
materia di affidamento della gestione dei servizi di raccolta,
spazzamento e trasporto dei rifiuti solidi e urbani, compresi quelli
assimilati agli urbani, nei territori comunali della Regione
Puglia”),
il magistrato napoletano vede più di qualche ombra.
Citando anche Bitonto e
l’Azienda servizi vari.
“Servizi
affidati senza rispettare le norme sugli appalti”. Cantone
lo dice senza infingimenti: il processo di creazione degli Aro è
fallimentare su tutta la linea, con alle spalle spesso illeciti e
corruzioni, e “caratterizzato
da una serie di anomalie”.
E
a dargli manforte è la storia degli Ambiti territoriali ottimali.Nati nel dicembre 2012, dovevano essere costituiti entro marzo 2013,
ma a oggi ci sono ancora gare non decollate, appalti prorogati nelle
more, altri affidati con la “scusa” della somma urgenza.
Chiaro,
allora: “Dopo
tre anni –
scrive il magistrato – il
nuovo modello gestionale dei Servizi, nelle intenzioni del
legislatore “trasparente, pro-concorrenziale ed efficiente”, è
ancora ben lontano dalla compiuta attuazione e dalla piena
operatività”. Non
solo: “Ancora
una volta gli amministratori sono sintomo ed evidenza di una
amministrazione locale più interessata al mantenimento dello status
quo anziché proseguire, pur nel rispetto delle legittime prerogative
e interessi locali, obiettivi sfidanti, migliorativi dello status quo
medesimo, che coincidono con la prevenzione della corruzione e la
piena contendibilità del ricco mercato pugliese dei servizi di
gestione unitaria dei rifiuti”.
C’è anche Bitonto. Il
presidente dell’Autorità nazionale nella sua relazione cita anche la
nostra città. “L’Autorità
nazionale– scrive il Partito democratico in una nota ufficiale – ritiene
che l’Asv non potesse ricevere un affidamento diretto da Terlizzi
senza appalto in quanto società mista e che il Comune non ha
vigilato”. I
fatti si riferiscono al 2014.
“Il
Comune di Terlizzi ha ribadito di avere agito con legittimità
nell’affiliamento del servizio e che in data 31.12.2014 ha
deliberato, all’unanimità con gli altri comuni dell’AR0 1/BA,
l’affidamento diretto del servizio alla società S.A.N.B – Servizi
Ambientali per il Nord Barese S.p.A., società interamente pubblica,
il cui atto costitutivo è stato sottoscritto, in pari data, da tutti
i Comuni dell’AR0 1/BA.17. Il Comune di Bitonto ha comunicato alla
società ASV – affidataria del servizio, di cui il Comune è socio di
maggioranza – il divieto di acquisizione diretta dei servizi […].
In merito agli omessi controlli sull’operato della ASV, ha operato
nella convinzione – desunta dalla motivazione degli atti sindacali –
che le ordinanze contingibili ed urgenti adottate dal sindaco di
Terlizzi fossero l’unico strumento idoneo a garantire lo
svolgimento del servizio nelle more della definizione del percorso
intrapreso in ambito di Aro”.
“Siamo sulla
stessa linea di Cantone”. “Le
rilevazioni che fa Cantone – afferma
il sindaco Michele Abbaticchio – sono
esattamente le stesse che noi stiamo eccependo per spiegare
l’impossibilità di mandare avanti l’Asv in questo modo senza mettere
in alienazione la quota pubblica proprio perché non può ricevere
affidamenti. Dopo la nota del presidente, abbiamo chiesto lumi alla
dirigenza dell’Azienda servizi vari invitandola a lasciare le
commesse affidate direttamente dal Comune di Terlizzi senza almeno
una procedura comparativa”.
“Mi
fa piacere – conclude
il primo cittadino – che
il Partito democratico richiama una tesi, quella di Cantone, che è
la stessa in base alla quale noi abbiamo dovuto mettere in vendita le quote comunali”.