La quarta edizione di www.shakespeare è
giunta al termine.
Per una settimana il Bardo è stato celebrato nella nostra
Bitonto in occasione del ricorrere dei 400 anni dalla sua morte ed è stato
interpretato attraverso la musica, laboratori didattici, scorrerie urbane e uno
spettacolo teatrale.
“Pene d’amor perdute” è
andato in scena per quattro volte l’11 e il 12 marzo, rispettivamente alle ore
10 e 21, presso il Teatro Traetta.
La commedia è stata
composta probabilmente tra il 1593 e il 1596 e si ambienta all’interno della
corte del regno di Navarra, dove il suo re, insieme ai giovani Berowne e
Dumaine, decide di dedicarsi allo studio e astenersi dall’amore per almeno tre
anni.
Qualora qualcuno avesse trasgredito l’editto, sarebbe stato punito
severamente. Gli unici divertimenti a corte sarebbero stati garantiti dal
cantastorie don Adriano de Armando accompagnato da un uomo di campagna, Zucca. Il patto, tuttavia, non sarebbe mai stato
rispettato a causa dell’arrivo della principessa della Francia insieme a Rosalina
e Caterina e il loro accompagnatore Boyet per portare a termine l’affare
Aquitania. Tale territorio sarebbe tornato ad essere proprietà della Francia
qualora il suo re avesse risarcito il debito che aveva contratto con la Navarra,
durante la guerra. Ne nasce una diatriba, in quanto risulta solo pagata una
parte del debito. Questo fa sì che la permanenza delle ragazze, a poca distanza
dal palazzo del re, si prolungasse e con essa aumentassero le tentazioni. La
prima preda dell’amore è don Adriano de Armando, il quale scopre che la sua
Giacometta ha avuto a che fare con il campagnolo Zucca e questo dà origine a
una serie di intrighi. Alla fine, il giuramento dei tre ragazzi della Navarra
si rompe a causa dei lucenti occhi delle tre francesi, ma le pene d’amor non
tardano ad arrivare. Sul nascere del sentimento, le tre coppie sono costrette a
separarsi per via della morte del re di Francia. Tuttavia, il re della Navarra,
Berowne e Dumaine giurano fedeltà alle rispettive consorti e aspettano il loro
annunciato ritorno dopo 12 mesi.
L’amore è quel sentimento
dal quale nessuno può nascondersi. Ti nutre e ti distrugge. Ti unisce e ti
separa. Niente di più dicotomico.
«Shakespeare è un autore universale – ha specificato il registaRaffaele Romita, direttore artistico di Fatti d’Arte, durante la conferenza
stampa di presentazione del festival-,
che si può interpretare in mille modi». La sua è stata una rivisitazione in
chiave moderna, che ha portato in scena qualcosa di inedito e interessante mediante
una commistione fra ilarità, patetismo e squisito coinvolgimento della platea.
Un plauso va fatto agli
attori e tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione dello spettacolo, perché negli occhi e nei sorrisi di un variegato pubblico si è vista l’emozione che Shakespeare, nonostante gli anni, continua ad infondere.