Non era previsto il saluto personale, a noi partecipanti al corso promosso dalla Penitenzieria Apostolica sul Foro Interno, ma Papa Francesco col suo stravolgere le regole in tenerezza ha voluto salutare uno a uno i più di 300 tra novelli sacerdoti, diaconi e seminaristi prossimi all’ordinazione.
Una scelta che ci ha riempiti di gioia e potete immaginare anche la mia gioia quando, dopo aver visto che il Papa ha salutato il Cardinale Piacenza, Penitenziere Maggiore, il Reggente, i Prelati, gli Officiali e il Personale della Penitenzieria, i Collegi dei penitenzieri ordinari e straordinari delle Basiliche Papali, ha chiesto di salutare noi partecipanti al Corso!
Mi sono messo in fila, davanti a me c’erano due cinesi e dietro di me un asiatico: riflesso della cattolicità della Chiesa e della pluralità delle diversità.
Ognuno carico di domande o richieste di preghiera da porre anche solo nel saluto al Santo Padre.
Nell’attesa mi ero preparato anche un piccolo discorsetto, ma non appena mi avvicino mi vien solo da dire: “Santità, salve! Sono un novello diacono, mi chiamo Nicola! Prego per lei e con me la mia famiglia e le persone che conosco. Lei preghi per noi!”.
E mentre in segno di rispetto e deferenza gli bacio l’anello, segno della sua fedeltà alla Chiesa, mi dice: “Certo che pregherò per voi! Novello diacono Nicola!”.
Prima di congedarmi gli chiedo un consiglio su come aiutar una donna in in forte dubbio, e lui si fa subito serio, mi chiede, mi ascolta e mi risponde con profondità.
Mi saluta, afferrandomi la mano e dicendo: “Coraggio! Forza!”.
E, cosi, con la promessa di una benedizione reciproca, riprendiamo ognuno il proprio cammino.