L’idea
è già stata messa nero su bianco.
Dismettere
gli impianti già esistenti nella ex Olearia pugliese per realizzarne
uno nuovo di produzione elettrica mediante recupero di energia da
combustione, ovvero recuperata da rifiuti non pericolosi.
Dove?
A Modugno, zona Piscina dei preti e Porto Torres. Tradotto, a due
passi da Bitonto.
Dopo
l’allarme rientrato della Biochemtex (doveva stabilirsi nella zona
industriale del capoluogo pugliese, ma poi il colosso ha rinunciato),
e ancora prima di Ecoenergia ed Ecofuel, ma con le presenze
tutt’altro da sottovalutare di Tersan e Sorgenia oltre che un livello
spesso sopra la norma di polveri sottili, la città dell’olio
potrebbe veder sorgere un nuovo inceneritore a un battito di ciglia.
Vorrebbe
realizzarlo la Curatela Fallimentare Ex Olearia pugliese Spa, che già
tre mesi fa ha chiesto la Valutazione di impatto ambientale (Via) per
mettere in piedi un inceneritore per combustibile solido secondario,
altrimenti detto un tipo di combustibile ottenuto dalla componente
secca dei rifiuti tramite trattamenti di separazione da altri
materiali non combustibili.
Secondo
i desiderata, e stando a quello che riporta la
Gazzetta del Mezzogiorno di
sabato, l’impianto rientrerebbe nella categoria “impianti
di smaltimento e recupero rifiuti non pericolosi mediante operazioni
di incenerimento”, con
capacità superiori alle 50 tonnellate al giorno.
Il
primo ad “agitarsi” per questo nuovo possibile ospite è statoAgostino Di Ciaula, coordinatore del Comitato scientifico nazionale
di Isde Italia, secondo cui “anche
se di piccola taglia, si tratta sempre di un inceneritore di rifiuti
che potrà avere conseguenze di tipo ambientale e sanitario sul
centro cittadino modugnese”.
Secondo
Di Ciaula, però, l’inceneritore non s’ha da fare per altri motivi:
“E’ incompatibile
con i principali indirizzi comunitari, regionali, nazionali della
gestione dei rifiuti”.
Occhio
alle “polveri sottili”. Il
livello di polveri sottili nell’aria in città, frattanto, non va
sottovalutato. Stando all’ultima rilevazione dell’Agenzia regionale
protezione ambientale (Arpa), effettuata appena venerdì, il livello
di Pm 10 nella città dell’olio si attestava sì a 38 (il massimo
consentito è 50), ma per ben cinque volte, dall’inizio dell’anno,
Bitonto ha superato il valore consentito dalla legge.