Francesca non aveva niente e, ora, ha il sorriso di chi ha tutto. Il papà, al tramonto di una vita di stenti, sul letto di morte fece testamento.
Pur nulla possedendo, lasciò in eredità alla giovane figlia qualcosa: l’ala protettiva della signora Chiara. Che, peraltro, aveva vissuto anche lei mille peripezie.
La famiglia numerosa, il padre scomparso troppo presto, il lavoro prima a Bitonto e poi a Milano. Infine, la terrazza a Porto Recanati da cui si sorprendeva a contemplare il mare.
Oggi, una meritata pensione da godere in un appartamento dignitoso in via Fermi, a ridosso di via Matteotti.
Ma dunque cosa hanno in comune la signora e la sua “dama di compagnia”?
È presto detto: la Fede.
La luce che zampilla dai loro occhi ogni volta che parlano della Regina del Castello.
No, non è una fiaba. È il nome con cui si è presentata il 24 maggio del 1985 la Madonna ad Oliveto Citra, centro aggrappolato sull’Appennino campano devastato dal terremoto dell’80.
Francesca era di ritorno da un pellegrinaggio quando si ritrovò nella piazzetta del paesello dove l’autista aveva deciso di far tappa per la festa patronale di San Macario.
Fu lì che vide un nugolo di bambini più impauriti che festanti correre all’impazzata dai genitori: avevano visto una donna bellissima di bianco e azzurro vestita, con un bimbo in braccio in cima alle scale del castello medievale.
Gli uomini e le donne del paese, un po’ scettici, corsero lassù a vedere e di lì a qualche giorno fenomeni particolari ed inspiegabili cominciarono a susseguirsi vorticosamente. Francesca ne rimase profondamente colpita e subito informò Chiara dell’accaduto sbalorditivo.
Da allora, la signora Aresta e la sua fida scudiera sono divenute punti di riferimento per tutti gli olivetani, a partire da don Peppino Amato.
La Chiesa ufficiale, ovviamente, sta valutando il caso con attenzione e prudenza. Loro, intanto, si riuniscono e pregano. “Non penso che facciamo del male a qualcuno“, candidamente osservano.
Ogni martedì, poi, la cucina della casa di Chiara si trasforma in un angolo di santuario fra statue e icone di santi e tante persone si raccolgono in preghiera.
Quasi tutti cercano la verità del cuore in quegli incontri di condivisione e orazioni.
Chiara e Francesca sono amiche dei veggenti campani – che ormai sono sparsi in tutta Italia per portare il messaggio mariano – e, tuttavia, hanno un cruccio: perché pochi conoscono il culto della Madonna di Oliveto citra, che pare abbia già operato dei miracoli? “Forse perché oggi siamo troppo abituati ad altro per credere nel Mistero della Fede“, dicono un poco amareggiate le tue donne.