«Dopo dieci
anni di governo Vendola la Puglia si ritrova di nuovo a un passo dall’emergenza
rifiuti».
A lanciare l’allarme
è un comunicato diffuso dai circoli di Bitonto, Corato, Molfetta, Ruvo e
Terlizzi del Partito della Rifondazione Comunista, che attribuiscono le ragioni
al mancato controllo delle discariche, alla partenza a rilento della raccolta
porta a porta ma soprattutto alla debole politica di investimenti per
realizzare nuovi impianti pubblici di compostaggio e di biostabilizzazione: «Si
è preferito continuare a fare un uso dissennato delle discariche, fare
arricchire i proprietari di impianti privati di compostaggio e intanto
dedicarsi a sterili riunioni tra Ato, Aro e nuove regole per l’affidamento dei
servizi a livello comunale e intercomunale. Tutti i Comuni pugliesi negli
ultimi due anni hanno visto lievitare i costi per la biostabilizzazione e lo
smaltimento dell’umido perché gli unici impianti erano privati e questi
potevano tranquillamente imporre i loro prezzi».
Sotto accusa,
da parte di Rifondazione, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano,
accusato di immobilismo e inerzia: «Oggi a otto mesi dall’insediamento ancora
non si è capito quali sono le intenzioni reali e le proposte di Emiliano e del
Partito Democratico. Non fa nulla perché vuole ritrovarsi nell’emergenza e
scegliere poi strade favorevoli ai gruppi industriali privati che vogliono
costruire inceneritori oppure vuole aprire nuove discariche? Oppure preferisce
dedicarsi ogni giorno a fare pubbliche relazioni, rilasciare interviste, farsi
i dispetti con Renzi o giochicchiare con le inutili opposizioni presenti in
Consiglio regionale?».
«Noi crediamo
invece – continua il documento – che servano un piano rifiuti e soprattutto
risorse finanziarie, sbloccate dalla Regione, affinché ogni Ambito di raccolta
ottimale abbia nel più breve tempo possibile un impianto di compostaggio
pubblico per avviare a recupero la frazione umida. Senza avere impianti di
compostaggio l’umido raccolto o finisce nelle discariche, ormai al collasso,
oppure arricchisce gli impianti di compostaggio privati che agiscono in regime
di oligopolio con una politica tariffaria a danno dei Comuni che poi sono
costretti ad aumentare la Tari a spese della collettività».
Serve,
inoltre, secondo i firmatari, dettare tempi più stretti per la partenza della
raccolta porta a porta in tutti i Comuni, mettendo a disposizione nuove risorse
comunitarie, per incentivare il compostaggio di comunità e la realizzazione di nuove
isole ecologiche comunali.
Nel mirino
dei circoli di Rifondazione, infine, c’è anche la questione dell’Aro che
riguarda i Comuni suddetti: «Ancora oggi l’Aro è sprovvisto di un ufficio
d’ambito e di una società di gestione del servizio – la S.a.n.b. – pienamente
operativa. Senza questi presupposti è difficile adottare un coordinamento per
l’ambito, così come è impossibile ottimizzare il ciclo dei rifiuti senza una
strategia di pianificazione e di coraggiosi investimenti pubblici da parte
della Regione, incoraggiando così la partecipazione e la conoscenza dei
cittadini. Per questa
strategia di rilancio Rifondazione Comunista continuerà a battersi ogni giorno
nelle comunità e nelle istituzioni locali, contro l’inerzia della Regione
guidata da Emiliano».