Dai legali dei genitori del giovane Francesco Mastro riceviamo e pubblichiamo.
Sarà un Natale di dolore e di rabbia per la mamma e il papà di Francesco Mastro. Non bastava il fatto che saranno le prime “feste natalizie” senza il loro ragazzo, deceduto il 25 febbraio, a soli 19 anni, mentre si recava al suo primo giorno di lavoro, dopo essersi schiantato contro la spalla non segnalata di un ponte in via delle Fornaci, strada comunale di Bitonto, città dove la famiglia risiede. I genitori del giovane sono stati anche presi in giro dal Comune, quanto meno corresponsabile della tragedia.
“Comprendo il dolore della famiglia e sono a disposizione per ulteriori chiarimenti e verifiche. Se vorrà, ci sono margini di dialogo, per evitare la pur legittima azione giudiziaria”. Così aveva dichiarato alla stampa lo scorso settembre il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, rispondendo ai famigliari di Francesco che avevano richiamato il Comune alle sue responsabilità. Alla luce di questa apertura Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui i familiari del diciannovenne si sono rivolti per avere giustizia, ha chiesto e ottenuto un incontro con il primo cittadino.
Un confronto che pareva essersi concluso in modo proficuo, quello tenutosi il 30 ottobre in municipio a Bitonto, tra Abbaticchio e, per Studio 3A, il Direttore Tecnico, Andrea Milanesi, e il consulente Sabino De Benedictis. Il sindaco, infatti, si era assunto degli impegni precisi sulla vicenda e, in particolare, aveva assicurato che la componente politica del suo Comune si sarebbe rapportata con quella tecnica per analizzare meglio la dinamica dell’incidente e per cercare di trovare una soluzione in grado di dare risposte adeguate alle istanze di giustizia della famiglia Mastro.
I tempi che il sindaco aveva richiesto erano nell’ordine delle due settimane, ma da allora il nulla e siamo a fine anno. “La realtà è che questi impegni, evidentemente solo di facciata, non hanno sortito alcun effetto. Il Comune di Bitonto non dà alcun riscontro, non risponde nemmeno più alle nostre telefonate” lamenta Ermes Trovò, l’Amministratore Unico di Studio 3A, che definisce vergognoso il comportamento di Abbaticchio nei confronti dei signori Mastro. “Già il Comune di Bitonto è corresponsabile della morte del loro figlio: il sindaco non può anche permettersi di illudere una famiglia affranta dal dolore con false promesse. Ci chiediamo a che pro tutto questo. Non ci resta che pensare a una precisa e crudele strategia per tenere buona l’opinione pubblica e procrastinare un’azione giudiziaria contro l’Amministrazione comunale, che a questo punto diventa inevitabile: noi affiancheremo con ogni mezzo la famiglia Mastro in questa battaglia”.
Famiglia Mastro che è decisa ad andare fino in fondo, non solo per rendere giustizia a Francesco ma anche per fare in modo che quella strada venga sistemata onde evitare altre tragedie. I genitori del ragazzo, infatti, non hanno mai accettato la tesi “sbrigativa” secondo la quale la colpa dello schianto sarebbe stata solo ed esclusivamente del giovane, per una perdita di controllo della vettura agevolata dal manto stradale reso viscido dalla pioggia. E la perizia cinematica sul sinistro, affidata a degli esperti messi a disposizione da Studio 3A, ha confermato le loro ragioni, mettendo in luce come quell’ostacolo contro il quale ha perso la vita Francesco non era in alcun modo segnalato: di più, tutto quel tratto di strada presenta pesanti carenze nella segnaletica, quasi del tutto assente. Lacuna ancora più grave alla luce dell’insidioso e improvviso restringimento della carreggiata nel punto in questione.
“Quella particolare configurazione stradale in assenza di segnaletica orizzontale a delimitazione della sede stradale e verticale di pericolo, nonché la presenza del restringimento non segnalato della carreggiata in concomitanza con il sottopasso del cavalcaferrovia, pure questo non correttamente segnalato, determinano un’insidia per i conducenti che percorrono via delle Fornaci in direzione del sottopasso, soprattutto nelle ore dell’imbrunire e di notte a causa dell’ulteriore mancanza dell’illuminazione pubblica – conclude la perizia – Ed è altrettanto chiara la negligenza della Pubblica Amministrazione nel non aver rispettato le indicazioni del Codice della Strada che prevede, per la situazione in questione, la presenza di adeguata segnaletica”: una grave mancanza che ha sicuramente avuto un suo peso nella tragedia.