Si è conclusa ieri mattina l’inchiesta per
peculato e falso ai danni della Asl di
Bari.
Tre anni e tre mesi è la condanna per Lea
Cosentino, ex direttrice della Asl, per aver reclutato l’investigatore privato
Giuseppe Coscia affinchè bonificasse gli uffici dell’azienda.
Condannati per peculato anche gli altri
due imputati coinvolti nella vicenda delle microspie: Antonio Colella, ex capo
area della Gestione patrimonio dell’Asl di Bari (due anni e tre mesi di
reclusione) e l’investigatore privato Antonio Coscia (tre anni e quattro mesi di
reclusione). I tre imputati dovranno risarcire la Regione Puglia, costituitasi
parte civile.
Nel processo la Procura di Bari contestava anche presunte irregolarità nella selezione per un posto da primario di Allergologia nell’Ospedale di Altamura (Bari), bandito dalla Asl nel 2007, vinto dal dottor Eustacchio Nettis. Per questa vicenda è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per il reato di falso l’ex direttore sanitario della Asl di Bari, il bitontino, Giuseppe Lonardelli, che dovrà anche risarcire la dottoressa Maria Teresa Ventura, parte civile nel processo.
Assolti invece gli altri imputati: la Cosentino stessa, il dirigente
dell’ufficio legale della Asl di Bari Leonardo Digirolamo (assistito
dall’avvocato Daniela Castelluzzo), l’allergologo Eustachio Nettis (difeso dal
legale Francesco Paolo Sisto), i primari dei reparti di Allergologia degli
ospedali di Caserta e Civitanova Marche, Agostino Cirillo e Stefano Pucci, e
Vito Modesto Mastrangelo, il funzionario della Asl di Altamura.