Il consiglio comunale, riunitosi
ieri, è risultato ancora una volta – dopo 4 mesi – orfano di presidente. A
nulla è servito il messaggio tranquillizzante del sindaco, che ha assicurato di inviare “una nota ai consiglieri in modo da poter compiere una scelta condivisa
nella prossima seduta” (6 novembre in prima e il 9 novembre in seconda
convocazione), perché la minoranza proprio non c’è stata.
«Il ruolo del presidente è fondamentale, non è solo dare la parola
ai consiglieri» –
principiano Domenico Damascelli (Fi) e Christian Farella a cui si associa Francesco Toscano: «Sembra una telenovelas stucchevole. La minoranza è disponibile a
collaborare: si passi dalle parole ai fatti».
«Il Pd non vuole assolutamente essere complice di questo ritardo
che si sta accumulando per l’elezione del presidente del consiglio. La
posizione della segreteria è nota, è stata espressa – racconta Francesco Ricci -: ci saremmo
aspettati un coinvolgimento dal sindaco, come rappresentante unitario di una
proposta proveniente dai banchi della maggioranza, che a noi non è mai
pervenuta. È come se fossimo ancora fermi alle dimissioni di Palmieri».
Ma è dalla stessa maggioranza che
arriva un ramoscello di pace: «La città
non ha bisogno di ulteriori divisioni – dice Franco Mundo – , cogliamo
l’occasione per dimostrare a livello pratico come a livello politico si possa
costruire a favore della buona amministrazione».
E rompe il
silenzio anche Vito Palmieri in un
messaggio di sincera commozione: «Faccio mio il pensiero del Partito Socialista.
Dopo ledimissioni, ho scelto la strada del silenzio e ora ci tengo a chiarirne
le motivazioni: la ragione non è stata derivante da un flop personale alle
regionali, perché il mio è stato quasi un successo in un tempo in cui si fa del
voto una merce. Sono stato lontano da certe consuetudini di campagna
elettorale: ho avuto i voti di persone per bene. Abbiamo fatto sedute per
l’analisi del voto e l’esito delle regionali ha sancito un certo risultato, un
risultato enorme per i Cinque Stelle: per fortuna, abbiamo avuto un nostro rappresentante
e mi complimento per questo con Damascelli, che sarà catalizzatore a centro
destra. Sappiamo bene che le nostre vicende singole e di gruppo in questa
assise, sono irripetibili e ripetere quel tipo di coalizione ci darebbe ancora
problemi, soprattutto se andiamo ancora divisi con l’altra parte del centro
sinistra. Ho messo in gioco la mia posizione super partes della presidenza del
consiglio proprio per far sì che si cercasse di darne di nuovo unità».
«L’unione del centro sinistra non è nata da un dictat – chiarisce Michele Abbaticchio -, nasce da una politica generale e
conseguentemente si è chiesto di condividere un programma e questo è stato
appoggiato in tempi diversi. Se volete eliminare i personalismi, parliamo delle
idee, dei progetti se no non riusciremo mai a fare sintesi».
Quindi, il punto all’Odg
riguardante l’elezione del presidente è stato rinviato.
Si è passati, poi, all’integrazione
nella II e IV commissione del posto
lasciato vacante dall’assessore Giuseppe
Fioriello. Il consiglio nasce con 16 consiglieri (compreso il sindaco) e 9
di opposizione (compresi i candidati sindaco non eletti), ora ci si trova in una condizione di 15
consiglieri di maggioranza e 10 di minoranza: «Questa circostanza crea una materia particolare sulle commissioni
rispetto al regolamento – ha spiegato il segretario Salvatore Bonasia -: l’unico limite è la composizione delle
commissioni su un criterio proporzionale rispetto alla parte politica». Infatti,
dopo il passaggio di Francesco
Rutigliano in minoranza, si è rotto l’equilibrio all’interno di due
commissioni.
Dopo alcune discussioni nate tra
i banchi della minoranza, finalmente si riesce a trovare la quadra: per la
seconda commissiona passa FrancescoPafetta (11 preferenze su 11 votanti) e
in quarta commissione Luigi Febbrile(11 preferenze su 11 votanti).
L’immediata eseguibilità passa
all’unanimità.
Ma la levata di scudi sulle commissioni si fa davvero aspra: le
votazioni gettano sale su una ferita aperta, aperta da ben 7 mesi (e ad una commissione manca anche il
contributo di novembre e dicembre 2014).
Sì, sono 7 i mesi trascorsi senza
il pagamento delle riunioni di commissione. Infatti, le commissioni consiliari
si sono riunite per ben 18 volte, masoltanto 4 di queste sono risultate “idonee”
da parte degli uffici dopo la lettura dei verbali.
«Mi sento tradito nel ruolo – tuona Franco Mundo – . Veniamo qui ad ascoltare le decisioni dei funzionari? Ma chi deve
decidere? I consiglieri o i funzionari? Abbiamo integrato commissioni ma questo
a cosa serve? Chiedo rispetto per il lavoro fatto dalle commissioni. Questa è una
situazione nata l’anno scorso che ancora si trascina, non è un problema
economico: il nostro è un lavoro al servizio della città».
E Mundo dà il “la” anche a
Farella che con veemenza si associa al contenuto del collega: «Sono da sempre interessato alle politiche
ambientali e per un anno e mezzo abbiamo avuto una buona condotta in
commissione. Poi, ad un certo punto, ci hanno detto che non è più giusta. Ora
non so più di cosa mi devo occupare. Si sta chiudendo, con questo episodio, una
pagina nera aperta con l’”Arena” di Giletti in cui nessuno ha pensato di
difenderci. Voglio capire qual è la differenza che hanno trovato i funzionari
tra le 4 considerate giuste e le altre che non lo erano. Mi sentirò in diritto
di essere ancora più controllore! Non mi interessano i contributi economici: il
nostro è un lavoro di front office con i cittadini e la mia è una passione che
non si può spegnere».
«Comprendo l’amarezza – risponde il primo cittadino -, mi sono attivato per richiedere l’adempimento
della parte burocratica ed un chiarimento agli uffici. Per il riconoscimento
economico, gli arretrati verranno contribuiti in tre parti: la prima a fine
mese».
Il consiglio si è concluso con il
punto all’Odg riguardante la variante compositiva al piano particolareggiato di
Mariotto, dell’area di espansione a destinazione residenziale tipizzata proposta
dal dott. Vito Piscopo, passata con i
voti contrari di Toscano, Natilla e Ricci.