Attraverso in auto Palombaio, la sua piazza, immersa nel placido autunno dei bigi colori e delle atmosfere rarefatte in cui si spande, indomita, l’acre gradevolezza dell’uva ottobrina.
Appena più avanti mi attende un cancello schiuso che m’immette nel viale d’ingresso della storica azienda agricola, cui sono diretto.
Ad accogliermi, il sorriso bonario di Franco e di sua figlia Letizia, che intrattengono un capannello di visitatori provenienti dallaGermania. Con loro, un piccolo gruppo di comuni amici di Gioia del Colle.
Il picchiettìo della timida pioggia è il distensivo sfondo che ammanta la mattinata, mentre il vento mugghia amabilmente tra le alte chiome di pini e ulivi che fanno bella mostra di sé prima dell’ingresso nell’antica costruzione, la dimora di famiglia. Questa si presenta quasi romita e appartata, in quel suo aspetto di vissuto maniero secentesco che ha conosciuto la storia e le cangianti vicissitudini umane. Due torri merlate, stagliandosi alte, puntano il cielo perdendosi nell’infinito.
Ci fermiamo, tutti, lungo il vestibolo che precede l’atrio d’ingresso, immerso nella pace del fievole lucore mattutino, capace di smorzare ogni cupa gravità, ogni tensione d’animo.
Ai visitatori provenienti da Oberursel, vicino Francoforte, Franco descrive con la generosa passione che è dell’innamorato del proprio lavoro, le varie fasi che conducono alla produzione dell’olio da invecchiamento, sia attraverso i procedimenti utilizzati dai frantoi tradizionali, sia mediante i moderni e più efficienti processi meccanizzati.
L’utilizzo dei vari fiscoli, le relative difficoltà di pulizia, i processi biologici, le rese dell’oliva, le diverse annate, la qualità dei terreni agricoli, la cura certosina della pianta, l’etichetta del prodotto. Molte sono state le curiosità dei turisti tedeschi, soddisfatte dalle puntuali risposte di Franco e Letizia.
Franco è riuscito a trasmettere ai suoi amici visitatori il valore reale ma anche “simbolico” dell’olio d’oliva, l’idea di una certa qual sacralità dell’olio, così come della ritualità delle attività che presiedono alla raccolta e lavorazione delle olive.
Olio come condimento sano, come elemento basilare della dieta mediterranea, ottimo non soltanto per la preparazione dei cibi, ma anche per la cura del corpo, per la guarigione delle ferite e delle malattie, per non dire del suo antico utilizzo quale fonte di luce per le abitazioni.
C’è oggi una sempre montante domanda proveniente da un “turista rurale” completamente avvinto sia dal fascino dell’interazione con i modi e i luoghi dell’autentica produzione agricola, sia dall’eco di un’antica salubrità della nostra tavola mediterranea che nessuna moda commerciale è riuscita a spegnere.
Ne è convinto anche Domenico Cafarchia, di Gioia del Colle, organizzatore, con Pino Moretti e Orazio Radicci, dell’incontro di ieri mattina presso l’azienda di Palombaio: “L’obiettivo è di promuovere non soltanto un prodotto eccellente come l’olio d’oliva ma anche il saper fare aziendale, il cosiddetto know-how, tale da incuriosire il potenziale consumatore internazionale. Arrivando in Puglia in aereo, gli amici tedeschi hanno potuto apprezzare dall’alto la monumentale distesa di ulivi sottostante. Molti turisti stranieri sembrano sorpresi dalla grande cultura agricola che gravita attorno all’olio d’oliva in Puglia. Si deve raccontare la storia di questo nostro successo, un racconto auspice di un nuovo modo di essere europei. Abbiamo invitato i visitatori di Oberursel a partecipare alla raccolta delle olive, in modo da vivere l’esperienza ravvicinata di un rapporto con i nostri ulivi. L’idea è piaciuta a tutti, e molti hanno soggiornato in Puglia per alcuni giorni, proprio per vivere l’esperienza full immersion tra gli ulivi delle nostre campagne”.
La giornata presso l’azienda del signor Franco è poi proseguita con la degustazione dei prodotti tipici dell’azienda, conditi dall’immancabile olio d’oliva autoctono, offerto ai visitatori, cui è stato possibile fare anche delle comparazioni di gusto e qualità rispetto ad altri oli commerciali.
La risposta dei degustatori, una volta ravvisate le differenze qualitative tra i vari prodotti proposti, non ha tardato ad arrivare, per lo più con un cenno di sorriso rivolto a Franco.