Otto
mesi senza vedere un euro, e la conseguente decisione di proclamare
lo stato di agitazione e una giornata di sciopero per il 16 ottobre.
I
dipendenti del Maria Cristina di Savoia tornano a battere cassa e a
protestare per le mancate mensilità percepite, già più volte
oggetto di rimostranze l’anno scorso.
Ecco,
allora, che a seguito dell’assemblea sindacale del 25 settembre
all’Azienda servizi alla persona “Maria Cristina di Savoia”, i
lavoratori partecipanti hanno evidenziato che «i
mancati pagamenti– si legge in una nota del sindacato Flp – degli
stipendi hanno creato uno stato grave di disagio psicologico e
familiare, facendo precipitare il proprio stato economico nella
fascia di povertà e indigenza, tanto che i lavoratori monoreddito
non possono garantire i fabbisogni alimentari, i pagamenti dei fitti,
dei mutui, delle cessioni, delle utenze».
Nello
scritto, inviato anche alla prefettura di Bari, alla commissione di
Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi
pubblici essenziali, per conoscenza al presidente e all’assessore al
Welfare della Regione Puglia, e al sindaco del comune di Bitonto, il
sindacato informa anche che «stante
la situazione di estrema gravità, l’assemblea ha dato mandato alla
scrivente organizzazione sindacale di
proclamare lo stato di agitazione, una giornata di sciopero, le
denunzie alla magistratura contabile e penale per esporre i fatti ed
evidenziare lo stato della situazione generale e contabile dell’Asp,
oltre il mancato rispetto della legge regionale sulle aziende di
servizi alla persona e le responsabilità della mancata vigilanza da
parte della Regione Puglia».
La
giornata di sciopero – con tanto di manifestazione che si terrà
all’assessorato regionale alla Sanità – sarà, appunto, il 16
ottobre, e in tale giorno non si garantirà «alcun
servizio essenziale in quanto la scrivente organizzazione sindacale
ha più volte richiesto l’accordo sulla materia specifica prevista
per legge, senza mai ottenerlo».
I
problemi che affliggono la struttura, però, sarebbero altri. Stando
a quello che riporta la “Gazzetta
del Mezzogiorno” di
ieri, pare che altri grattacapi sarebbero rappresentati da diverse
figure professionali destinate a ricoprire incarichi non previsti
dalla pianta organica, e da una serie di assunzioni, per lo più a
tempo determinato, fatte nonostante le casse non siano per nulla
floride.
La
notizia è arrivata ieri anche sui banchi del Consiglio comunale.Franco Natilla ha chiesto una seduta monotematica allargata al
Consiglio di amministrazione dell’azienda, mentre il sindaco Michele
Abbaticchio ha annunciato che domani ci sarà una conferenza di
servizi sulla implementazione dei servizi.
Masciale,
nel frattempo, fa chiarezza: «Non
è vero – sottolinea
– che
i dipendenti non percepiscono stipendio da otto mesi, bensì che
hanno otto mensilità arretrate. Da quando mi sono insediato, abbiamo
pagato lo stipendio di dicembre 2014, la tredicesima dello scorso
anno, premio ai dipendenti per l’anno 2011, lo stipendio di gennaio,
le rate dei mutui da aprile a settembre, i compensi alla segretaria e
ai collaboratori da luglio a dicembre 2014, più quelli ai
professionisti, le utenze, le assicurazioni e i fornitori vari».
«La
nota del sindacato? Danno una brutta immagine dell’azienda e a chi
vuole avvicinarsi. Dobbiamo fare squadra tutti insieme e sederci su
un tavolo a discutere. Il Consiglio monotematico? Ben venga, è una
bella notizia. A brevissimo, grazie alle mie lettere e
sollecitazioni, avremo un incontro in Regione con il presidente
Michele Emiliano e l’assessore al Welfare Salvatore Negro».