C’è un modo nuovo di dialogare, un mutato stile delle relazioni istituzionali che è emerso ieri sera dall’incontro tenutosi nell’ampio salone parrocchiale della Chiesa nuova dell’Immacolata, tra il Comitato di Quartiere di Palombaio e il sindaco Michele Abbaticchio, accompagnato da quasi tutta la giunta di assessori comunali.
“E’ la prima volta che a Palombaio si tiene questa riunione”, esordisce Dinuccio Lonardelli, presidente del Comitato, quasi con una punta di fierezza.
Palombaio, infatti, non ha mai avuto un comitato di quartiere nella sua storia, e oggi questa sembra la carta che la frazione bitontina intenderà giocarsi nella difficile partita del suo rilancio culturale ed economico.
L’esperienza di sei mesi di attività ha già insegnato molto ai membri del Comitato palmarista, una bella compagine di donne e uomini convinti che il Comitato di Quartiere riuscirà comunque un buon punto di partenza, sia per la difesa dell’identità locale tradizionale, sia per lo sviluppo di una moderna progettualità sociale.
Ieri sera si è giocata quella partita a carte scoperte che si attendeva da qualche tempo a Palombaio, un botta-e-risposta concreto che ha saputo bandire ogni tatticismo o temporeggiamento di sorta. L’emergenza richiede celerità nella risposta su risorse e uomini dispiegati per affrontarla, e deve saper giudicare la nudità del dato, o del fatto in sé. Il provvedimento va preso, oppure no, non può rimanere fermo allo stadio della buona intenzione o dell’escamotage.
Ecco allora il potere del Comitato: pedagogia e disciplina. Decantate e poi ratificate le vere esigenze del paese, queste sono sottoposte al vaglio della giunta e del sindaco, che nel comitato misureranno entusiasmi e frustrazioni in una comunità non acriticamente fiduciosa nei suoi rappresentanti politici.
Le problematiche che il CdQ ha presentato ieri al sindaco e alla giunta sono state numerose e tutte nel segno di un ripristino di minime condizioni di competizione e condivisione urbana.
“I palmaristi non sono cittadini piagnoni” ha proseguito nel suo incipit Lonardelli, “ma a volte i sette km che ci separano creano un abisso tra le due realtà, urbana e periferica. Noi ci sentiamo sempre periferia, quando invece vorremmo avere un percorso comune a quello di Bitonto città”, conclude poi il presidente del CdQ.
E’ stata poi la volta di Filomena Panzarino, giovane donna vice-presidente del CdQ, che ha letto un testo riepilogativo dell’attività del Comitato, in cui sono elencate tutte le problematiche che attanagliano la comunità di Palombaio: le carenze strutturali dell’assetto urbanistico – territoriale, l’assenza di spazi pubblici e di aree destinate al verde pubblico, la mancanza di servizi socialmente utili che obbligano i cittadini a recarsi altrove per soddisfare i propri bisogni essenziali, l’assenza di una rete distributiva del gas-metano, la mancanza della rete fognaria in via Teologo Valente, l’escalation di episodi di microcriminalità, le urgenti necessità di ampliamento del cimitero cittadino. Per finire poi con la necessità di manutenzione delle panchine di Piazza Milite Ignoto e del campo di calcetto.
Sono stati accolti col favore dei cittadini palmaristi gli interventi di manutenzione delle aule e dei terrazzi scolastici, dell’area ludica, dell’impianto d’illuminazione, l’acquisto di arredi scolastici e ovviamente l’istituzione della seconda sezione di prima media della Don Tonino Bello, che testimonia una certa qual attenzione per le frazioni.
Il sindaco Abbaticchio, dal canto suo, ha elencato le problematiche già risolte, dai cestini portarifiuti in piazza, alla sede del comitato assicurata nella forma di una concessione di servizio adibita a uffici comunali, alla fibra ottica per cui ha parlato di tempi di realizzazione entro marzo. Quanto alla rete del gas, il primo cittadino fa sapere che la Città Metropolitana è stazione unica appaltante. Bisognerà però attendere l’uscita del bando di gara in cui dovrà essere specificato che tra gli investimenti sono incluse le frazioni di Palombaio e Mariotto.
Un riferimento si è fatto anche al Piano Strategico Metropolitano e alle probabili connessioni tra Parco Alta Murgia, Matera 2019 e Bitonto, possibili grazie a percorsi ciclabili, per le auto, con l’allargamento del percorso da Palo del Colle, e linea ferroviaria per cui si prevede che tutti passeggeri provenienti da Sud e diretti a Matera dovranno fare scalo alla stazione di Bitonto.
La vice sindaco Rosa Calò ha parlato dei progetti G.a.l. per la valorizzazione delle strade rurali panoramiche, che saranno attrezzate con segnaletica e punti-sosta (progetti, questi, già finanziati). Si chiede inoltre che ad attivarsi sia anche l’imprenditoria privata.
L’assessore all’Urbanistica Nicola Parisi ha riferito invece di un gruppo di progettazioni che fanno capo ad un Piano Unico che aggregherebbe cinque paesi individuando i progetti potenzialmente finanziabili, che saranno comunicati al pubblico. Si è parlato poi di Urban Center, un grande ufficio centrale, con sede a Bitonto, capace di gestire a tutto tondo le problematiche territoriali, con possibilità di dislocare l’attività anche nelle frazioni.
Infine l’assessore ai Servizi Demografici e Cimiteriali Giuseppe Fioriello ha precisato che “la situazione deficitaria dei cimiteri non riguarda solo le frazioni ma anche Bitonto; manca l’abc nelle strutture, oltre ai loculi, anche i bagni, le scale, e il verde non è curato”. Al momento “giace” un progetto di ampliamento dei loculi, che sarà sbloccato solo attingendo a nuove fonti di finanziamento.
Come si vede i problemi, tanti e tutti rilevanti, sono solo in parte risolvibili e forse nascondono potenzialità conflittuali non trascurabili.
L’originalità della procedura e del confronto nuovo sta dunque nel tenere distinte la proposta dall’azione, l’esigenza civica dall’atto amministrativo. Distinte e dialoganti. In tale, ineluttabile osmosi sono in ballo il consenso elettorale e la reputazione personale, in una cornice politica in cui i protagonismi retrocedono e la chiacchiera a vuoto ha il suo destino segnato.
Il civismo di un Comitato di Quartiere vuol risolversi nella democrazia di un atto legislativo, non avvelenarsi in una speranza impugnata dal patto di stabilità. Le sue ali non siano tarpate dalle superficialità sempre incombenti, ma si provino nel volo più audace che un paese come Palombaio ha il desiderio, e tutto il diritto, di spiccare.