Autostrade per
l’Italia e Sky Arte, in
collaborazione con Ballandi Arts, dopo aver percorso
il Belpaese da Nord a Sud sono arrivati ieri in Puglia, «terra di castelli e coste spettacolari» per mostrarne lo splendore durante la decima ed ultima puntata di “Sei in un Paese meraviglioso”.
Un viaggio che porta il pubblico prima a
Castel del Monte, alla scoperta dell’eredità di Federico II di Svevia, e poi a
Bitonto, dove le telecamere di Sky, entrando da Porta La Maya, girano e
riprendono le stradine, i vicoli, gli archi, i palazzi e le chiese che fanno del
nostro centro storico un patrimonio di inestimabile valore.
«Una
cittadina storica, che nasconde diverse meraviglie – commenta l’inviata di
Sky – La città si trova sul primo gradino
delle murge baresi ed è sfiorata dal corso della Lama Balice, un’incisione
carsica poco profonda originata dall’azione del torrente Tiflis, oggi
prosciugato. Non è certa l’etimologia del nome, ma si pensa possa derivare da
Bonum Totum, in riferimento alla prosperità del sito. Una però è l’ipotesi più
accreditata. L’origine del nome Bitonto deriverebbe dal re illirico Botone,
fondatore della città».
«Luoghi
centrali degli scambi con il Medio Oriente tra l’undicesimo e il tredicesimo
secolo, le città pugliesi si dotarono non solo di fortezze, ma anche di luoghi
di culto» continua l’inviata, illustrando la struttura e le peculiarità della
nostra Cattedrale: «Costruita sull’esempio
della vicina chiesa di San Nicola a Bari, la Cattedrale di San Valentino è in
stile romanico pugliese. Il suo portale è magnifico. Due leoni stilofori
sostengono le colonne su cui poggiano due grifi, con due prede tra gli artigli:
l’ariete, che simboleggia il sacrificio, e il toro, emblema di espiazione. Il
portale è incorniciato da uno stipite esterno, ornato con motivi vegetali, e da
uno interno, dove si mescolano motivi medievali e orientaleggianti. Sull’architrave,
un bassorilievo racconta la venuta di Cristo. La tripartizione dell’esterno si
replica all’interno. Tre navate sono separate da pilastri e colonne. La
centrale è coperta da capriate lignee, le due ai lati da volte a vela».
A spiegare la storia del principale luogo di culto
bitontino, interviene anche Fabrizio Vona, direttore del Polo Museale della
Puglia, spiegando come esso
faccia parte della rete di cattedrali romaniche sorte a partire dalla metà del dodicesimo secolo: «Una rete importante che ha lo scopo principale
della latinizzazione del territorio. Qui c’erano i normanni, alleati del Papa, che
costruirono questa rete di cattedrali funzionale a questo scopo».
Le città, ovviamente, avevano già delle
cattedrali precedenti, come spiega Vona: «Le
romaniche si insediano su quelle paleocristiane. A Bitonto la cattedrale
paleocristiana è stata riscoperta di recente. Rimangono solo i pavimenti a
mosaico e poco altro. Accanto ad essa c’è anche un’altra cosa straordinaria, un
grifone, eseguito in età preromanica, intorno al X o XI secolo, una
raffigurazione meravigliosa, probabilmente eseguita da maestranze di
Costantinopoli, che doveva essere in una sorta di torre, nell’atrio della
cattedrale preromanica».
Particolare attenzione, da parte dell’intervistato,
è dedicata al famoso ambone all’interno: «È
firmato da Nicolaus Sacerdos et Magister, un grande scultore e architetto. In
questo ambone è rappresentata una scena in cui, secondo alcuni, sarebbe
rappresentato Federico II».
Guida d’eccezione del viaggio di Sky è Bianca Guaccero che, dai Giardini Pensili della chiesa di San Francesco
La Scarpa, ha raccontato gli anni della sua adolescenza
passati nella sua città natale, di cui è sempre stata fiera: «Ricordo che da bambini eravamo sempre per strada
a giocare con la palla, la bicicletta, a nascondino. Si stava sempre tutti
insieme a giocare e chiacchierare, mangiando la focaccia presa da un forno, nella
Bitonto antica, che ne faceva, e continua a fare, una buonissima. Quel profumo
apriva talmente lo stomaco che era inevitabile comprarla».
Un ricordo che, nell’attrice, si mescola ad un
pizzico di nostalgia e ad una riflessione sui tempi odierni: «Col tempo non è cambiata solo Bitonto. È cambiata
la società, il modo di far giocare i propri figli, di socializzare. Purtroppo a
volte ci si nasconde dietro realtà parallele come i social network e si ha
sempre meno tempo di coltivare rapporti umani e per vivere nel presente.
Ricordo che, da bambina, se venivano a citofonare e non c’eri, non c’era altro
modo per rintracciarti. E quella era una forma di libertà».
Per finire, da parte della celebre concittadina
un augurio alla propria città: «L’augurio
che posso fare al mio territorio è di continuare, così come sta facendo, in questa
evoluzione. Il merito, dico anche con un pizzico di presunzione, è della
generazione della mia età, dei ragazzi degli anni ’90, che non avevano nulla
qui, e oggi lo stanno creando per i ragazzi odierni. È una cosa bellissima tradurre
i nostri sogni in realtà, per garantire alle generazioni successive un posto
migliore per vivere, anche se noi ormai siamo cresciuti».