L’avviso è arrivato ieri e non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni.
«Torneremo
presto a protestare e a farlo incatenati, ma nessuno
deve sapere nulla sul quando e dove fin quando non lo facciamo». Così diceva Francesco Papappicco ai nostri taccuini.
Il medico bitontino e Francesca Mangiatordi, arrivati alla
ribalta nazionale per i due giorni di protesta con tanto di catene,
interrotta soltanto dopo l’incontro con il direttore della generale
della Asl di Bari, Vito Montanaro, facevano capire che la tregua era finita.
E avevano ragione. Questa mattina, infatti, i due operatori sanitari hanno ripreso catene e lucchetti e ripreso a protestare.
A farli saltare i nervi sarebbe
stato proprio il silenzio prolungato dell’ex direttore amministrativo
del Policlinico di Bari, che non ha ancora risposto al lungo e
dettagliato fascicolo con il quale Francesco e Francesca respingono
le accuse (nessuna negligenza medica, bensì presunti
comportamenti non deontologici e danno di immagine alle strutture
oggetto di critica)
che l’Azienda sanitaria locale ha mosso contro di loro
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/medici-incatenati-francesco-e-francesca-consegnano-le-controdeduzioni-al-dg-della-asl-di-bari/6909.htm).
E
che sono state l’oggetto della protesta della settimana scorsa.
Montanaro,
però, non sarebbe il solo a essersi trincerato nel silenzio.
Gli
farebbe buona compagnia anche Filippo Anelli, presidente dell’Ordine
dei medici di Bari, al quale i due medici hanno recapitato una
lettera nella quale lo si accusa, senza infingimenti, di aver
snobbato l’intera vicenda, e di non essersi espresso né
personalmente né come rappresentante della categoria.
Francesco
e Francesca hanno deciso allora: tregua finita.
«Ribadiremo
– spiega su Facebook il medico bitontino in servizio però a Gravina –ciò che abbiamo denunciato nei mesi scorsi, ma alzeremo ancora di
più il tiro. Vogliamo risposte da questa situazione kafkiana».