Ormai sono decine gli automobilisti caduti nella trappola della cosiddetta “banda dello specchietto”.
Una nuova tipologia di furto che ha dell’assurdo, le cui modalità sono ricostruite con dovizia di particolari dalle stesse vittime, attraverso messaggi d’allerta sui social network.
Dunque, pare che accada questo.
Teatro è la SS 16.
Qualcosa (per esempio, una pietra) colpisce ad alta velocità una vettura, con a bordo quasi sempre una donna. L’automobilista che segue lampeggia insistentemente, come a voler segnalare un guasto, invitando il malcapitato a fermarsi nella piazzola di sosta (guarda caso, il presunto guasto avviene sempre nei pressi di una piazzola).
Ed è a quel punto che il malvivente accusa la sua preda di avergli rotto lo specchietto e reclama con supponenza le sue 20 euro. Che di solito le vittime, piuttosto terrorizzate, danno senza fare troppe storie.
“Era un uomo a bordo di una Punto grigia ed è andato via con i miei soldi, dopo avermi accusata di avergli rotto lo specchietto, sapendo che io fossi la parte debole”, racconta una donna, truffata sulla SS 16 all’altezza di Giovinazzo, “solo più tardi ho trovato la palla di vetro che il vecchio deve a avermi lanciato dal finestrino per estorcermi 20 euro”.
E conclude con un monito a tutti gli automobilisti: “Vi prego attenzione, qualsiasi cosa accada, fermatevi solo nelle stazioni di servizio”.