Subito i fatti.
Mani ignote, qualche sera fa, hanno oltraggiato la “Barca dei Giusti”, donata alla città dal Liceo Linguistico European Language School il 16 marzo dello scorso anno e sistemata nel giardino di Piazza Marconi.
Un buco che somiglia ad una ferita è stato aperto nel cuore di quel monumento che doveva essere memoria, insegnamento e speranza. Doveva cioè essere perenne memento di coloro che, nel corso della Storia, hanno salvato vite di uomini e donne che avevano credenze religiose differenti, in particolare che hanno agito in modo eroico, mettendo a rischio la propria esistenza pur di salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista.
Altrove, alberi e barche di questa natura sono considerati a tutti gli effetti “documenti storici” da rispettare.
Qualche giorno fa, avevamo denunciato la presenza di rifiuti che sommergevano il monumento dei Caduti, ancora prima il verde pubblico di quelle aiuole che lì è diventato marrone pubblico, essendo ormai desertificato.
Inutilmente.
Perciò state tranquilli, o bitontini, va tutto bene, benissimo direi, sono solo invenzioni del sottoscritto che adombra sempre colpevolmente una critica nei confronti della scarsa civiltà nostrana.
La colpa è di chi scrive non di chi compie queste nefandezze.
Il “così fan tutti“, qui spesso declinato in “ovunque così fan tutti“, può donare un tanto refrigerante quanto patetico sollievo, perché di certo non frena il degrado.
Quanta tristezza procura notare la profonda e tartufesca ipocrisia di concittadini che un tempo erano i primi ad esibirsi nella geremiade lancinante e ora, forse per tornaconto personale più o meno immediato, tacciono in attesa di tempi migliori.
Che grande amarezza.
Siamo pronti anche noi a voltare il capo dall’altra parte dinanzi a questi scempi, se vi dà noia solo il nostro narrarli e non già il fatto che li abbiano compiuti…