È il difensore civico in pectore. Da sempre.
Già, quello che la nostra classe politica, efficiente come poche, non riuscì a scegliere, nonostante due rose di nomi e uno sfessante andirivieni in consiglio comunale.
Vicenda esemplare di come va la vita nella nostra città.
Dove – per dirla col titolo di un film grandioso, commovente e amaro di Peppuccio Tornatore – “Stanno tutti bene”, nonostante brutture e stramberie varie.
Ma dicevamo di quello strenuo paladino delle cose butuntine: Gino Ancona, ognora in trincea in difesa delle nostre meraviglie storico-artistiche e non solo.
Ogni volta che sta per essere violato il bene comune – eventualità che, ahinoi, spesso si concretizza a Bitonto -, Gino piomba nel bel mezzo d’uno scempio e con sprezzo del pericolo salva il salvabile.
Ancona è un eroe solitario (tanto rappresentativo da finire persino in una preziosa guida turistica nazionale, “Itinerari”), che vorrebbe, però, avere una mano dai suoi concittadini: la stanchezza di tante battaglie comincia a farsi sentire? “No! È solo la delusione nella ricerca di un’intelligenza che mi fiacca e avvilisce“.
Ora, guarda l’isola spartitraffico, che stanno realizzando di fronte a Porta Baresana, e scuote il capo: “E’ l’ennesimo esempio di come la mediocrità diventi eccellenza, in questa città. Altro obbrobrio questo spartitraffico che andrebbe bene per una periferia. In un’area storicizzata meno invasivo sei e meglio è, come in un museo o in un palazzo antico, gli interventi vanno ponderati, fatti in maniera appropriata. La zona funge da perno fra le tre piazze principali e mi pare che stiano realizzando qualcosa senza alcuna competenza in ambito urbanistico. Peraltro, credo che non renderà manco più fluido il traffico, bastava una minima segnaletica orizzontale, queste sono aree da liberare dal traffico, recuperando la vecchia pavimentazione che avrebbe fatto da naturale dissuasore di velocità, con una resa maggiore nel tempo. Ci volevano intelligenza e onestà, che non mi pare siano state applicate“.
D’altronde, non è una novità: “Quanti orrori si possono contemplare nel nostro centro storico. Disastrosa è Piazza Cattedrale col duomo addirittura incassato rispetto al piano dello slargo, sbagliate pendenze e vie di fuga, ridotta al terrazzo di un ristorante, lo sgorbio di Via delle Vergini, smantellata per spedire quelle splendide chianche in un non so dove ma di certo lontane dalla nostra storia che è patrimonio di tutti“.
C’è un perché a tutto questo? Gino dà la sua risposta e, come sempre, non le manda a dire: “Non c’è una idea di cultura, imperano arroganza e ignoranza. E scontiamo il silenzio di tutte le moltitudini cui abbiamo pagato gli studi, che tacciono per ingraziarsi il potere e sedersi il più presto possibile “attuurn a la tiedd” intorno alla mangiatoia. Le associazioni di categoria dei tecnici che fanno? Cosa dicono? Ecco, così domina l’ignoranza. E i laureati in conservazione dei beni culturali et similia, che sembra siano numerosi? Dicono che siano di solito cervelli in fuga, magari, ne sarei ben contento, così verrebbero fatti meno danni al patrimonio artistico bitontino. E l’opposizione politica, specializzata solo in chiacchiere inutili? Abbiamo un centro storico splendido e importante, che non può essere lasciato nelle mani di avidi speculatori, dei pionieri del nulla che si alimenta di alcool e droga e di amministratori messi lì apposta per “intercettare” il sangue della gente, usato per nutrire vampiri. La comunità viene negata per fare spazio alla caciara, fatta da chi non vive e, dunque, non rispetta il borgo antico, che infatti si sta trasformando in una latrina“.
La conclusione è lapidaria e dolorosa: “L’assenza totale di senso di responsabilità degli amministratori crea le condizioni per dar vita a situazioni conflittuali fra i diversi strati sociali, all’interno della comunità. La gente ne ha le scatole (nostro eufemismo, ndr) piene“.