Se c’è una cosa che la storia ci obbliga a fare è ritrovare, riscoprire
le nostre origini e tradizioni per poterle poi tramandare, così che si conservi
il patrimonio di una città. E, di città in città, il canto diventa corale.
C’era un tempo in cui la storia veniva trasmessa solo oralmente,
cantata, raccontata di padre in figlio ed è, per questo, rimasta immortale
arricchendosi, di volta in volta, di particolari e aneddoti che talvolta
sembravano sfiorare il paradossale.
Durante questi anni sono stati diversi gli studiosi bitontini che hanno
provato a metter su copiose raccolte, testi, musiche, ricette, che
raccontassero il corso storico del nostro paese. Con questo intento l’associazione Folkèmigra, in occasione della
Bitonto Estate, ha messo su un nuovo Festival etnomusicale “Ta.Tara.Tatà” (recuperando anche il
suono onomatopeico degli strumenti suonati di solito).
«Vogliamo che
questo Festival possa diventare un punto di riferimento nel panorama della
musica popolare invitando dei gruppi che rappresentano l’eccellenza della
tradizione popolare del Sud Italia – spiega l’organizzatore Francesco
Minuti -. A far da cornice alla
manifestazione ci sarà una mostra mercato con esposizione di prodotti d’artigianato
e degustazione di prodotti tipici locali».
Fa eco alla soddisfazione anche l’assessore al Marketing Territoriale, Rino Mangini: «Sarà un buon momento per riscoprire il nostro senso di appartenenza
alla città. Spero che la rete dei Festival, che stiamo mettendo su, possa attirare
grandi sponsor nazionali, così da far assumere loro un’importanza ancor
maggiore».
A far da traino alla manifestazione il dott. Michele Muschitiello, nostro insigne rubrichista, che sin
dagli anni ’80 ha cominciato la sua attività “investigativa” tra le pieghe
della città: «Assieme a Tina Masciale
abbiamo scoperto più di venti canti popolari inediti e molti di questi ci sono
stati raccontati da anziani novantenni che ora non ci sono più».
Non mancheranno neppure gli ospiti d’eccezione a piazza Minerva – ai piedi della maestosa chiesa di san Francesco “la
scarpa” – straordinaria cornice scelta per l’occasione.
Il 30
luglio i primi ad esibirsi saranno “I
cantori di Carpino”: Carpino è un paesino pugliese, in provincia di Foggia,
e i suoi cantori sono depositari della più straordinaria ed affascinante
tarantella che è possibile ascoltare nelle terre del sud Italia. La tarantella
del Gargano è caratterizzata da melodie raffinatissime e da testi di grande
forza poetica che s’ innestano sulla sonorità della chitarra battente,
strumento capace di evocare i magici scenari del passato e di scandire ritmi
che rimandano alla grande vocazione contemporanea della musica etnica.
Assieme a loro ci saranno anche i Folkèmigra accompagnati dal violinista
della pizzica Ruggiero Inchingolo, primo ripropositore e divulgatore della pizzica “indiavolata” del violinista
terapeuta, oltre i confini regionali. Attualmente è il più importante
depositario della tradizione del violino nel tarantismo salentino, uno dei
fenomeni più rilevanti della demo-antropologia italiana: «Ben vengano questo tipo di feste – ha commentato in conferenza
stampa -, così che i bitontini capiscano
la storia della loro terra».
Il 31 luglio, invece, sarà la
volta dei “Compagnia Aria Corte”, uno tra i gruppi più importanti del panorama
etno/popolare pugliese, che dalla metà degli anni 90 ad oggi, continua ad essere punto di
riferimento del movimento di riproposta della più antica e travolgente forma di
ballo e ritmo popolare quale la “pizzica-pizzica“.
Si termina con i Folkèmigra affiancati da Cosimo Ventrella, uno tra i più famosi cantastorie baresi,
scrittore e ricercatore di musica locale.