Nella Sala degli Specchi di Palazzo Gentile,
ieri, si è tenuta una conferenza per rendicontare quanto fatto nel primo semestre 2015 circa la tutela dell’ambiente. Presenti il
sindaco Michele Abbaticchio, il
vicesindaco Rosa Calò, l’ingegnere Franco Mundo, la dott.ssa Sofia Deastis, il presidente del
Colibrì Atas Franco Caldarola,
l’ingegnere Castellano–amministratore unico dell’Asv-, il comandante della ps Paciullo, il giornalista Felice
Desario –componente dell’associazione Mariotto Libera- e la cittadinanza.
L’ambiente
è la nostra casa ed è molto importante averne cura.Nel primo semestre 2015 son state ripulite numerose strade periferiche e
centrali di Bitonto e delle sue frazioni, ma ci sono stati brutti riscontri a
distanza di pochi giorni. Nonostante l’impegno di volontari, rappresentanti di
associazioni e addetti dell’Asv, sembra che si sia tornati al punto di
partenza. Allora, sorge spontaneo chiedersi le cause del fenomeno e quali potrebbero
essere le soluzioni.
Il prof. Franco Mundo ha
proiettato un video-report, che ha realizzato con un suo ex alunno dell’Itis
Alessandro Volta, sulla condizione delle strade della nostra città prima e dopo
le opere di pulizia.
«E’ un problema smaltire rifiuti di determinate entità perché se ne
trovano dalle semplici buste di plastica all’amianto o guaine. L’inquinamento
dell’ambiente è aggravato dal vano tentativo di nascondere l’atto e, anche,
dall’appiccamento di incendi per eliminare le tracce».
«Arrivato
l’allarme il 12 giugno 2015 per la presenza di determinati rifiuti in alcune
zone bitontine e delle frazioni, nelle tre domeniche successive abbiamo
ripulito tutto per quanto possa essere stato possibile. Il giorno dopo già la
situazione è tornata ad essere la stessa».
Probabilmente a mancare è l’educazione civica ed è degradante che
si debba arrivare alle maniere forti per far comprendere quanto sia pericoloso
smaltire in un determinato modo i rifiuti. Eppure ci vuole poco per viver
meglio.
«Il problema va risolto a livello politico –ha affermato il sindaco
Michele Abbaticchio- in quanto non abbiamo una legislazione corrispondente
all’entità del problema. 820 milioni di euro suddivisi in quattro assi
nella città metropolitana non saranno sufficienti per ripulire il territorio. Si tratta di reati e mafia ambientale».
Secondo l’ingegner
Castellano, «bisognerebbe applicare sanzioni più pesanti a chi dimostra di
avere una scarsissima educazione civica. Siamo
sulla stessa barca e dobbiamo remare tutti nella stessa direzione facendo rete.
Forse, se avessimo qualche ispettore in più, qualcosa cambierebbe».
Bastano
le opere di sensibilizzazione da parte di associazioni come Colibrì Atas o
Mariotto Libera? «Far
rendere conto al cittadino della situazione in cui vive, forse –ha
dichiarato il dott. Franco Caldarola-,
potrebbe aiutare a capire che si può vivere meglio e che basta unire le forze
come abbiamo fatto nelle tre domeniche di giugno».
Il giornalista Felice
Desario, allarmato, ha controbattuto: «Ho raccolto a mani nude insieme a mio figlio di 4 anni
i pneumatici. Questa è pura goliardia: è stato bello e divertente e lo rifarei,
ma avrebbe il carattere effimero di una panacea. É il fenomeno della disoccupazione
intellettuale. Avete idea di cosa sia Mariotto?»
«Ho la prova e sensazione che, invece, vi state autocelebrando.
Mariotto è lì da due anni con la periferia fatiscente, di rifiuti che sono
amianto con cui ormai abbiamo familiarizzato. Aumenterete i fondi, ma quanto è
per le periferie che son diventate baricentriche. Quanta civiltà arriva nel
2015 a Mariotto? »
La dott.ssa Deastis ha
fatto notare quanto costantemente l’amministrazione comunale faccia per
risolvere il problema e che principalmente si tratta di ritardi di
finanziamenti e di sanzioni maggiori da applicare.
Il comandante della Ps Paciullo, allora, ha
ribattuto, facendo notare che le sanzioni vengono applicate, ma che «la mole di lavoro è tanta, come si suol dire, e gli
operai sono pochi. La nostra legislatura è fantasmagorica».
«Il nostro lavoro è disconosciuto e sconosciuto. Chiedo
maggiore sensibilizzazione ed educazione. Tutti devono essere coscienti delle
situazione in cui viviamo. Che si parti, come penso già si faccia, dai
ragazzini nelle scuole elementari».
Infine, il vicesindaco
Calò ha sottolineato l’importanza dell’impegno dei cittadini che non devono
aspettare sempre che si intervenga dall’alto. O meglio non ci si deve lamentare
del problema quando si è i primi a crearlo e incrementarlo, ignorando le
conseguenze.
Occorrono una maggiore ispezione mediante telecamere per
beccare nell’atto chi deve esser punito, più coscienza nelle azioni, maggior
mezzi per mantener pulito il territorio e rispettare le regole e, forse,
abbassare i prezzi per lo smaltimento di determinati rifiuti per cui si trovano
sempre barbare soluzioni.