«Sei
nato a Bitonto, laureato a Bari, un dottorato in Olanda, una specializzazione a
Dallas: poi sei tornato a Bari, che è successo?»
Chiede sbalordito Riccardo
Luna, conduttore del game show The
Innovation Game – in onda sul
canale di Repubblica.it -, al dott. Antonio Moschetta, nostro insigne
rubrichista, invitato in trasmissione per raccontare la sua scelta
controcorrente: in un mondo in cui i cervelli fuggono, lui torna.
«Volevo
tornare, volevo rischiare, volevo provare a farlo da noi –
risponde subito Moschetta – e dopo dieci
anni posso dire di essere felice. Non credo di aver imparato scienza in termini
di esperimenti, di strumentazioni, di qualità: ne ho imparato la mentalità. Ho imparato a credere in me stesso, a
pensare fuori dal box».
E cerca di fornire una spiegazione: «La formazione che si ha in Italia credo sia fantastica dal punto di
vista nozionistico, ma noi votiamo per il “neurone specchio”, quello che ci da
la possibilità di apprendere piramidalmente quello che gli altri ci danno. Ci
insegnano ad imparare tutti i dettagli e i più bravi sono quelli che portano
indietro i dettagli perfetti. Impariamo
a memoria dimenticando il neurone della creatività».
Antonio è tornato anche grazie ad una start up dell’Airc (Associazione Italiana Ricerca sul
Cancro): «Sul mio progetto, per cinque
anni, sono stati investiti 150 mila
euro – spiega Antonio in diretta -. Un progetto così ti da la tranquillità
di poter avere grandi idee, grandi risultati, con l’obiettivo finale di non creare
uno spin off, una industria, ma creare il business
delle menti avendo a disposizione
una grande autonomia intellettuale».
Investire sulle menti è il futuro, il vero
investimento. E non costa nulla.
Ed investire nella ricerca servirebbe ad aiutare i
tanti malati di cancro: sono 1000, infatti, i nuovi casi al giorno in Italia; 366
mila nuove diagnosi in un anno solare: «nel
2020 se continuiamo così 1 persona su 2/3 incontrerà questa malattia nel corso
della vita», dice Moschetta.
L’obiettivo
è convivere e superarlo: «Abbiamo
2 milioni e mezzo di italiani che sono sopravvissuti al tumore, cioè che dopo
cinque anni sono guariti grazie alla scienza tutta».
Insieme al suo gruppo di lavoro ha raggiunto traguardi
straordinari nella lotta ai tumori grazie a diverse scoperte. Tra
queste spicca l’identificazione di due proteine anticancro nel 2008 e nel 2011
(è possibile leggere dell’ultima ricerca qui: http://www.dabitonto.com/cronaca/r/il-dr-moschetta-e-il-suo-staff-ridurre-il-colesterolo-blocca-la-proliferazione-di-cellule-tumorali/5933.htm): «Cerchiamo di scoprire qual è la benzina
con cui il tumore cresce, lavoriamo nel campo del metabolismo dei tumori. Il
tumore cresce diversamente negli organismi perché noi abbiamo una capacità di
portare crescita a questo tumore che deriva dai nutrienti, dal nostro stato di
salute, dalla nostra circonferenza addome, dall’obesità viscerale».
La
qualità della vita parte dalla qualità degli alimenti e la terra è la prima
parte: «Dovremmo
tornare ad investire nella terra: le più grandi innovazioni dovrebbero essere
lì, perché gli alimenti che entrano in noi fanno la differenza».
La
formula dell’innovazione cosa è per te? – conclude il questionario
il giornalista di Repubblica – «Per me è
credere in se stessi, osare, saper riconoscere la propria forza e i propri
difetti: è da quelli che bisogna partire e trarre vantaggio».
Contattato telefonicamente, dopo la trasmissione, il
dott. Antonio Moschetta ha espresso grande soddisfazione: «È stato davvero emozionante stare in un posto meraviglioso come il Tempio
di Adriano a Roma e poter dare un messaggio positivo ai giovani. Devono
ricominciare a sognare e ad avere qualcuno che creda in loro, questo programma
ha lo spirito giusto».
E ci saluta: «In
Italia dovrebbero imparare a toglierci prima le rotelle dalla bici per puntare
sul futuro… a due ruote».