Gli
stravolgimenti in seno alla maggioranza, la nomina di un nuovo assessore e l’elezione
di un rappresentante in Regione non potevano certamente lasciare indifferente il
Consiglio comunale bitontino.
Archiviato
il capitolo “Buona Scuola”, è il Vice Presidente Vicario ad aprire le danze.
«Auguri a chi inizia un nuovo cammino:
al consigliere regionale Domenico Damascellie al neo assessore Nico Parisi»dichiara Francesco Cuoccio (Giovani
con Michele Abbaticchio).
Ai
ringraziamenti del forzista, che conferma la sua volontà di farsi “usare” da
tutti per portare in via Capruzzi la voce della nostra città, si succedono
quelli dell’architetto, nuovo acquisto della Giunta Abbaticchio.
«È la prima volta per me in un contesto di questo tipo e
per quanto vada di moda criticare la politica, penso che da questi luoghi
bisogna ripartire. Non si può fare solo politica per strada ma si deve essere
in grado di governare il paese»sono le prime parole dell’assessore all’Urbanistica, sicuro dell’atteggiamento
costruttivo dell’intera assise. «Cercherò
di rispondere alle esigenze del momento ma guardando al domani».
«Mi hanno appassionato le tue prime parole, le altre le
abbiamo già sentite. Aspettiamo i fatti. I disagi sociali, la disoccupazione alle
stelle, derivano certamente da un settore latente da anni» è la secca risposta di Francesco Ricci (PD).
Sulla stessa
lunghezza d’onda l’intera opposizione e un altro piddino, Franco Natilla. «Mi aspettavo
un cenno al programma da affrontare in questi due anni, sufficienti se si è
animati da buona volontà e si hanno idee chiare. Dopo Marinella Murgolo (in carica per pochi mesi), si parlava di Francesco Minenna (allora presidente
dell’ordine degli ingegneri) ma non erano altro che voci. Vogliamo le
motivazioni per la scelta di Parisi, al quale rivolgo l’augurio di buon lavoro.
Se il neo assessore vorrà, potremmo parlare di problemi di grande rilevanza in
un consiglio monotematico o in un incontro».
La risposta
arriva direttamente dal sindaco Michele
Abbaticchio. Dopo aver rinnovato gli auguri a Damascelli, infatti, è il
primo cittadino a ricapitolare la situazione urbanistica dal 2012 ad oggi e a
fornire le motivazioni di questa lunga vacatio.
«Nel 2012 c’era Remine,
prossimo alla pensione. Dopo i primi 6 mesi complessi, è arrivato Turturro a tempo parziale. Le sue
dimissioni hanno portato Puzziferri a
prendere la reggenza dell’ufficio urbanistico, ma l’ingegnere era ed è ancora oberato
di lavoro. Nel mese di aprile, ho ritenuto non opportuno lasciare il settore ad
un assessore con un ufficio non adeguato.
Ora, con l’arrivo, grazie al processo di mobilità, del
dirigente ingegner Sangirardi e con
il recupero dell’ufficio, Nico Parisi ha modo di lavorare e ha già materiale
per farlo: patto città-campagne, finanziamento PUG (Piano Urbanistico
Generale), dirigente a tempo pieno e non ad interim, PAES».
«Mi prendo tutte le responsabilità, ma ho preferito che
si accusasse me ed evitare la gogna ad un collaboratore» ha concluso il sindaco.
Con la
richiesta di Ricci di far luce sugli atti intimidatori ai danni di Turturro e
in particolare di verificare che fossero collegati alla situazione bitontina,
si archivia il capitolo “auguri” e si passa al tasto dolente: le dimissioni del presidente del Consiglio
comunale e l’elezione del sostituto.
«So che lo Statuto prevede l’elezione del presidente
subito dopo le dimissioni,– afferma Abbaticchio – ma abbiamo
chiesto a Vito Palmieri di ritornare
sui suoi passi. Oggi vorrei che i consiglieri comunali che concordano con
questa visione si astengano dalla votazione. Affinché il nuovo eletto sia
frutto di una condivisione, se tutti concordano, chiedo di avviare le consultazioni
per un nuovo nome».
Pur con il
benestare del PD, la maggioranza non l’ha vinta: dopo una sospensione, l’opposizione
comunica di non voler rimandare il punto e procedere alla votazione.
E lo show ha inizio.
Se nella prima votazione, alle 22 schede bianche
si unisce il voto nullo per “Astensione”,
nella seconda compare anche la
preferenza per Godot e nella terza
ben due voti per il funzionario comunale Stano.
«Questa è la serietà dei consiglieri» è il commento stizzito di un
assessore, forse inconsapevole del fatto che quei voti arrivassero proprio
dalla maggioranza e dal primo cittadino.
A conti fatti,
in effetti, l’opposizione in seconda e terza votazione sembra essersi mostrata
compatta sul nome di Carmela Rossiello(FI) che, con soli 8 voti, non
supera le 13 preferenze necessarie per l’elezione.
«Lo Statuto prevede che, nulle ed
infruttuose le prime tre votazioni, si proceda ad altra votazione con la soglia
di 13 voti favorevoli, ma non disciplina quando. La votazione va portata come
ordine del giorno al primo Consiglio utile» afferma il segretario generale Salvatore Bonasia,
mettendo fine alla farsa.
Duro
Damascelli: «La maggioranza non è in
grado di eleggere il presidente del Consiglio comunale. Non c’è unità politica
di intenti che consenta di amministrare serenamente la città, come dimostrano
le turbolenze, con improvvisa revoca di un assessore sostituito da un altro
componente. Ma bisogna dare guida a deleghe assessorili consistenti, mentre ci
sono assessori con deleghe fumose e inutili. Questi atteggiamenti non fanno
bene a città ed istituzioni che devono dare invece idee di compattezza e unità.
Oggi non stiamo dando un bell’esempio».
Delusioni
anche per chi credeva che il terzo punto fosse un mero passaggio di consegne da Fioriello al neoconsigliere Francesco Pafetta (Italia dei Valori). La nomina del sostituto dell’assessore nelle
commissioni consiliari dovrà aspettare.
Il punto,
infatti, è ritirato e rimandato alla
prossima seduta di Consiglio.