Nominata
capitale europea della cultura 2019, la città di Matera si sta dando
molto da fare, in questi mesi, per riscoprire e promuovere, in Italia
e nel mondo, la sua storia, le sue bellezze e i personaggi che
più hanno influito nel forgiare la cultura materana.
Tra
questi è da annoverare Josè Ortega, le cui opere sono esposte alMusma, Museo della scultura contemporanea di Matera, per la mostra“Mira – Ortega a Matera”, visitabile fino al 20
settembre.
La
mostra ripercorre il periodo in cui l’artista spagnolo è stato
ospite della città dei Sassi, sia attraverso le sue opere che
tramite l’analisi del suo metodo di lavoro, perfetta unione di
estro artistico e sapienza artigiana.
Ortega
soggiornò nel capoluogo lucano dal ’73 al ’76, durante il periodo di
esilio a cui era stato condannato per reati di opinione dal regime
fascista di Franco in Spagna. E fu qui, nella
città dei Sassi, che l’artista, servendosi per i suoi bassorilievi
della cartapesta, materiale povero e multiforme della tradizione
artigiana materana, compose “Passarono“ e“Morte
e nascita degli innocenti“,
due cicli artistici fra i più importanti.
Nei
venti pannelli di cartapesta dipinta che compongono i due cicli, lo
scultore, partendo dal dramma della guerra civile spagnola, descrive
l’essere umano di ogni tempo e di ogni dove, umiliato, schiacciato
dalle dittature e dal male da esse provocato, quel male che egli
stesso aveva conosciuto nella sua terra natia. E trasmette l’idea
secondo cui il riscatto dell’oppresso possa avvenire solo grazie alla
passione e alla lotta, in una continua successione di cicli di morte
e nascita.
La
mostra, partendo dell’esposizione degli strumenti di lavoro,
pennelli, terre per preparare i colori, basi di cartapesta, prosegue
con i quadri che anticipano la composizione dei venti pannelli
suddetti, per concludersi con i pannelli finiti. In mostra sono anche
le preziose terrecotte, realizzate sempre nel periodo materano.
Disegni,
fotografie, video e materiale audio completano il racconto della vita
umana e artistica dell’artista che, nella città dei Sassi, ritrovò
colori, valori, persone e quel senso di abbandono che gli ricordavano
la sua terra, la Mancia, nella Castiglia meridionale.Alla città rimase profondamente legato tanto da lasciare in dono ai
suoi abitanti diverse opere realizzate nei tre anni
vissuti lì, prima di ritornare nella sua Spagna nel 1976, dopo la
morte del dittatore.
Nel
settembre 2014, l’abitazione che lo ospitò per tre anni divenne un
museo laboratorio dedicato proprio a lui. Prese il nome di “Casa
Ortega”, purtroppo temporaneamente chiuso.
Il
Musma, situato nel cinquecentesco Palazzo Pomarici, nel pieno centro
storico della città, ospita, oltre alla mostra su Ortega,
un’esposizione permanente di opere di circa 200 artisti, tra i qualiGiorgio De Chirico, Arnaldo Pomodoro, Pablo Picasso, Duilio Cambellotti, oltre alle
realizzazioni di autori contemporanei, donate da artisti,
collezionisti o da gallerie nazionali e non.
Aperto
nell’ottobre 2006, in presenza dell’allora ministro Rutelli, il museo
comprende non solo le stanze dell’antico palazzo nobiliare, ma anche
gli ipogei sottostanti dove il visitatore ha modo di assaporare il
rapporto reciproco che c’è sempre stato tra l’arte e il paesaggio
materano, di cui grotte, ipogei, abitazioni e chiese rupestri sono
tra i tratti più caratteristici.