Due
anni e otto mesi. Per presunte violenze sessuali.
È la
condanna inflitta in primo grado dal Tribunale di Bari a un docente
bitontino di musica di 54 anni che avrebbe abusato di una 14ennedurante le sue lezioni di piano.
Il
giudice, allora, ha ritenuto credibile e fondato l’impianto
accusatorio del pubblico ministero Teresa Iodice, secondo cui le
lezioni del professore sarebbero state davvero particolari e per
niente affatto normali.
Già, “perché – come riporta anche la “Gazzetta del Mezzogiorno”di ieri – il pianoforte non
era lo strumento che la vittima voleva imparare a suonare, bensì
l’oggetto sul quale sarebbe stata immobilizzata prima e costretta poi
a subire violenze sessuali“.
Non
solo. L’uomo, inoltre, le avrebbe bloccato i polsi e «spingendola
contro il pianoforte – si
legge nel fascicolo di imputazione – la baciava sulla
bocca e la toccava ripetutamente nelle parti intime».
Non
lasciandole scampo, pare.
Gli
episodi contestati sarebbero stati commessi tra il 2007 (settembre) e
il 2009 (gennaio), e le indagini sono partite dopo il racconto che la
ragazza ha fatto ai suoi genitori.
Secondo
l’accusa, il professore si sarebbe invaghito proprio della vittima(sarebbe stato un episodio isolato, perché nessun’altra allieva ha
raccontato di aver avuto simili trattamenti) e, dopo i primi approcci
verbali, sarebbe passato alla pratica.
Il
docente è stato condannato anche a risarcire in sede civile il danno
subito dalla vittima, costituitasi parte lesa durante il
dibattimento.