“Flash mob” è espressione anglosassone ereditata dalla contemporaneità globale ed indica un insieme di persone, all’apparenza casuale, che d’improvviso inscena una danza frenetica e significativa.
Dovrebbe servire per sensibilizzare chi la guarda, che dovrebbe rimanere colpito da codesta collettiva ebbrezza.
Dunque, giovedì, in piazza Cavour, ci proveranno i docenti bitontini a dar vita a questa nuova forma di comunicazione che si spera non sia flash, cioè non esaurisca nell’istante del farsi la sua azione, ma anzi riverberi i suoi effetti sui social d’ogni tipo, YouTube e whattsapp Inclusi.
Per scardinare l’opinione comune, che da decenni proprio non ha una bella idea dei professori, i nostri eroi – perché tali sono coloro che intendono codesta professione come autentica missione – si presenteranno vestiti di nero e con un cero in mano.
Ci sarà da celebrare il funerale della scuola italiana, che la vulgata Renziana vorrebbe presto più buona e che, in realtà, con la miopissima Riforma si trasformerà in un crogiolo di odi striscianti e servilismi palesi. Lo specchio della vita di tutti i giorni, a cominciare dalla politica, in pratica.
Che tristezza assoluta.
Comunque, il coordinamento spontaneo dei docenti di Bitonto ha deciso che dopodomani si danza. Tristemente.
Purché non si riveli una macabra sicinnide, giacché il decesso dell’istituzione scolastica rimonta ormai a tanti anni or sono…