Le
sue intenzioni si possono ben capire dal (primo) manifesto elettorale
che veleggia in città e sui social network: “Io
servo… alla Puglia”.
Già,
perché Vito Palmieri, attuale presidente del Consiglio cittadino e
segretario generale a Terlizzi, curriculum politico davvero
lunghissimo, si candida come consigliere regionale per mettere
insieme, raccogliere, adunare i tanti problemi del tacco d’Italia con
quelli cittadini.
Dopo Giuseppe Cannito, che corre in quota Movimento 5 Stelle, Bitonto ha
il suo secondo candidato alle imminenti consultazioni pugliesi (si
vota il 31 maggio), in attesa che anche altri sciolgano la riserva.
Vito
Palmieri, per l’appunto. Sarà presente nella lista civica “La
Puglia con Emiliano”,
ovviamente affiliata all’ex sindaco di Bari e aspirante governatore
in casa centrosinistra.
Perché
questo “grande” passo? «Normale
dopo 30 anni di carriera politica – spiega
lo stesso esponente cittadino di “Laboratorio” – al
servizio delle comunità locali, e che mi ha permesso di lavorare e
conoscere almeno metà dei Comuni della ex provincia di Bari».
Comuni
che – giura il già assessore provinciale dal 2005 al 2006 – «ho
già ripreso a visitare da dopo le feste natalizie in una sorta di
tour de force. Senza, ovviamente, tralasciare Bitonto».
Tastando
con mano come la Puglia, nonostante le migliorie dei due mandati di
Nichi Vendola – non è proprio quel brandche il “rivoluzionario gentile” sventola ai quattro venti. «La
nostra Regione – è
il mantra – non
può essere un’eccellenza con problemi grossi come la Xylella, la
Tap, la difficile situazione della sanità, la precaria condizione di
quella ambientale, le innumerevoli vertenze lavorative, il caso Ilva,
le alluvioni del Gargano. Vendola ha battuto Fitto 10 anni fa su temi
come sanità e ambiente, ma adesso stiamo ancora parlando di quelle
questioni».
Poi,
ovviamente, c’è dell’altro. Un po’ di sé. Già, perché Palmieri
afferma che si dimetterà dalla carica di presidente del Consiglio se
dovesse essere eletto consigliere regionale.
Non
pensa ad eventuali assessorati, ma non avrebbe alcun tipo di problema
a reggerne uno qualsiasi.
Doveva
già presentarsi nel 2005, ma non si è fatto più nulla.
La
sua candidatura non è stata decisa insieme alla maggioranza, ma
frutto di volontà e ambizioni personali. Il suo appoggio? «Ognuno
è libero di votare e comportarsi come vuole», taglia
corto.
Anche
per questo, allora, non sarebbe una sconfitta se il centrosinistra
cittadino dovesse presentare più candidati regionali.
E,
quando si parla di centrosinistra, non si può parlare di Partito
democratico. «Un
dialogo con il Pd è assolutamente necessario».