La situazione si aggrava ogni giorno sempre più.
La Xylella fastidiosa sembra essere il nemico numero uno per i nostri alberi d’ulivo (“cosa letteralmente inventata“), ma in realtà c’è un autentico intrigo internazionale sotto.
Quale sia il fine ultimo di questa tremenda realtà indotta è presto detto: ridurre la nostra regione ad una condizione di sudditanza nei confronti di altre zone di produzione. Col risultato deleterio che rischia di disseccarsi la fonte storica di ricchezza regionale.
E la beffa più grande è che l’eradicazione delle piante sta travolgendo anche alberi tutt’altro che ammorbati. Una inutile strage, in pratica.
Gino Ancona, da subito in prima linea in difesa degli alberi secolari nostri, lancia l’allarme. Sempre.
“E’ in atto un’operazione criminale contro gli ulivi, l’agricoltura e l’economia della Puglia“, urla quasi incazzato,
reduce da un convegno internazionale in Salento col prof. Cristos Xyloiannis. Che ha svelato la funzione del batterio assassino, visto che basterebbe mettere in quarantena gli ulivi intaccati e il pericolo sarebbe sventato. “Si scontano decenni di utilizzo indiscriminato di fitofarmaci, che ha cancellato i metodi di coltivazione tradizionale e compromesso la salute degli ulivi pugliesi“, ha sottolineato il docente di Scienze Agrariedell’Università della Basilicata.
Dunque, la lotta a tutela del simbolo indiscusso della nostra Storia prosegue incessante.
Se non altro per evitare che altri Paesi prendano decisioni analoghe a quella francese e far sì che anche la politica apra gli occhi su una follia assoluta, senza pensare almeno una volta ad erogare – mercé la classica calamità naturale, magari artatamente generata, complici le istituzioni – i consueti milioni di euro con effetto boomerang…